Il Museo della Fiorentina, nella rubrica Vittorie Viola, festeggia la conquista della quinta Coppa Italia entrando così negli Albi d’Oro delle competizioni nazionali.
Dalla salvezza sofferta costruita in casa…
[…] Dopo un solo anno di serie B la Fiorentina, vincendo il campionato 1938-39, torna in serie A. La retrocessione era stata causata, primariamente, dalle difficoltà economiche che stritolavano il marchese Ridolfi. La crisi finanziaria aveva obbligato a cedere ogni anno i giocatori migliori, sostituendoli con dei giovani. In B la squadra venne rivoluzionata, tra gli acquisti importanti (Griffanti, i fratelli Poggi, Celoria) spiccò quello di Romeo “Meo” Menti, attaccante prelevato dal Vicenza e destinato a lasciare un segno importante nel calcio italiano.
Nel campionato 1939-40 la Fiorentina partì con l’obiettivo di consolidare la presenza in serie A, utilizzando come base la squadra che aveva conquistato la promozione. Tornarono due importanti giocatori che si erano affermati con la maglia viola (Giuseppe Bigogno e Arrigo Morselli) e la squadra fu rinforzata con l’arrivo del mediano Ellena, di Antona, centrocampista eclettico ceduto dall’Ambrosiana-Inter, e di promettenti giovani fra cui il centrocampista vicentino Armando Frigo, nato negli Stati Uniti.
In panchina fu confermato l’austriaco Rudolf Soutschek (centro sostegno arrivato in Italia a fine carriera e diventato allenatore, oltre che produttore di vino nel Monferrato).
Dopo la partita d’esordio tre sconfitte consecutive inchiodarono la Fiorentina all’ultimo posto, solitario, in classifica. Lo spettro di una nuova retrocessione si impossessò di una squadra che apparve anche molto sfortunata: gli infortuni di Menti (sei gol nelle prime nove giornate e nove in tutto il campionato) e di Poggi II resero tutto molto più complicato. Disastrose le partite fuori casa, nel girone d’andata sette sconfitte in sette partite.
Il rendimento casalingo tenne a galla i gigliati. Alla prima giornata del girone di ritorno la Fiorentina crollò a Genova alla metà del secondo tempo, subendo tre gol in quindici minuti, un 3-0 senza appello con la squadra inchiodata al terzultimo posto in classifica. Il giorno dopo Ridolfi decise la sostituzione di Soutschek, annunciata come temporanea, “poiché l’allenatore Soutschek trovasi attualmente ammalato”.
La Fiorentina sostituì l’allenatore austriaco con Giuseppe Galluzzi, gloria del calcio fiorentino, prima nel Club Sportivo e poi nelle file viola. L’ex calciatore viola era rientrato in società, dopo aver guidato il Pontedera, lavorando con le squadre giovanili a stretto contatto con il direttore tecnico Ottavio Baccani. Galluzzi riuscì a salvare la Fiorentina e rimase alla guida della squadra fino alla conclusione del torneo 1942-43, l’ultimo prima della fine della guerra.
Il regolamento dell’epoca fissava come criterio, in caso di arrivo a pari punti, il miglior quoziente reti. La Fiorentina (0,770) lo aveva nettamente più positivo delle altre squadre finite a 24 punti: il Napoli (0,634) e, soprattutto, (0,568) il Liguria che retrocesse assieme al Modena, arrivato ultimo a 22 punti. La Fiorentina, in un campionato a 16 squadre, ottenne 22 dei 24 punti tra le mura di casa, cogliendo in trasferta solo due pareggi, entrambi a Roma […]
… al gol di Celoria nella finale contro il Genoa
[…] La Fiorentina ha completato la sua mirabile condotta in Coppa Italia, battendo di misura il Genova ed assegnandosi così l’ambito trofeo. Se i viola sono stati favoriti dal fatto di giocare nel loro Stadio, non è meno vero che è la prima volta che una squadra di primissimo piano riesce ad affermarsi nella tutt’altro che facile prova.
Scampata in virtù del quoziente reti alla retrocessione, la Fiorentina ha vinto la V Coppa Italia, succedendo a quattro squadroni come il Torino, il Genova, la Juventus e l’Ambrosiana. È questa adunque la prima volta, in cinque anni, che la Coppa spetta ad una squadra che non va per la maggiore (Victor, “Il calcio illustrato” n. 25/1940).
La consegna della Coppa, alla presenza di Vittorio Pozzo, segna il punto d’arrivo della Fiorentina di Ridolfi: la squadra viola entra negli Albi d’Oro delle competizioni nazionali.
Queste le formazioni scese in campo per la finale:
FIORENTINA: Griffanti; Da Costa, Piccardi; Ellena, Bigogno, Poggi II; Menti II, Morselli, Celoria, Baldini, Tagliasacchi.
GENOVA 1893: Ceresoli; Marchi, Borelli; Genta, Sardelli, Michelini; Neri, Arcari IV, Bertoni, Gabardo, Garibaldi.
ARBITRO Rinaldo Barlassina di Novara.
GOL: 26’ Celoria […]
(MUSEOFIORENTINA.IT di Redazione)
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Foto MUSEOFIORENTINA.IT