La storia del club viola poteva andare diversamente. Infatti, il Museo della Fiorentina segna una data, il 16 maggio del 1982, come punto di svolta in senso negativo.
[…] Noi, nel nostro piccolo mondo antico di tifosi della Fiorentina, la data che ci ha cambiato brutalmente la storia l’abbiamo avuta, fra lacrime, rabbia e radioline in frantumi, nell’afoso pomeriggio del 16 maggio 1982. Le immagini sovrapposte di Maurizio Mattei da Macerata e Claudio Pieri da Genova, di Corti, “Ciccio” e il “Puntero”, del gigantesco Brio dal gomito fatato ed essenziale (invisibile agli occhi), di Liam il freddo e del timido Corrado Celestini da Capri, ancora ci affollano la mente ed alcune delle notti più agitate ed inquiete (n.d.r.: per i particolari in cronaca si veda il capolavoro “Come una malattia”, del medesimo Autore) […]
L’era della famiglia Pontello e ambizioni da “grande”:
[…] Ma facciamo un piccolo passo indietro. Correva, a quel tempo, l’anno del Signore 1982 e con lui correva, per gli ultimi chilometri di sua vita, il pilota più amato da Enzo Ferrari, il canadese tascabile Gilles Villeneuve. Sandro Pertini era il Presidente della Repubblica e nelle sale cinematografiche l’imperdibile ed indimenticabile W la foca!, con il suo sottile gioco di senso e di parole, agitava – per chi sa quale avvenire – i sogni erotici degli italiani.
La famiglia Pontello, proprietaria della Fiorentina dalla primavera del 1980, aveva costruito in poco tempo una squadra fortissima (Galli e Antognoni gli unici due titolari rimasti dalla gestione precedente), cominciando a mettere in pratica, sul campo e non a discorsi, un disegno preciso ed ambizioso: portare la Fiorentina a competere stabilmente per lo scudetto e in Europa, sorretta da una società forte e determinata. Una forza strutturale e non più provvisoria, un cambio di prospettiva storica, una scalata sociale, un sogno ad occhi aperti all’alba dei meravigliosi anni 80.
E sembrava esserci tutto quel che occorreva perché quel sogno potesse farsi realtà. Una proprietà forte, industriale ed autoctona, un progetto tecnico chiaro e supportato dai necessari investimenti, dirigenti sportivi abili e competenti, una guida tecnica emergente, sagace ed amata (“Picchio”, capitano del secondo scudetto), Antonio finalmente non più solo orgoglio e bandiera, e la passione travolgente di un pubblico senza pari. E’ stata l’unica proprietà ad aver acquistato una sede sociale (la storica sede di Piazza Savonarola) e certamente la prima con un disegno così preciso, solido ed ambizioso.
La rabbia viola dal possibile sogno agli anni bui:
[…] E se quel 16 maggio fosse andata in modo diverso, forse oggi i Pontello sarebbero ancora i proprietari della Fiorentina: avremmo vinto coppe e scudetti, Baggio non sarebbe mai stato ceduto, la società non sarebbe mai fallita, né mai avremmo giocato in B né tanto meno in C2 […]
(MUSEODELLAFIORENTINA.IT di Alessandro Giannetti)
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