LAROMA24.IT (Federico Baranello) – “La partita di calcio Roma – Inter ha avuto un epilogo drammatico. Per un calcio di rigore assegnato alla squadra milanese dall’arbitro Michelotti a tre minuti dalla fine, si è scatenata la furia dei tifosi che hanno ingaggiato un’aspra battaglia dentro e fuori lo Stadio Olimpico con le forze dell’ordine” (Cit. Stampa Sera, 18 dicembre 1972).
Quanto sopra è la sintesi di una giornata giallorossa conclusasi nel peggiore dei modi. Una domenica nata sotto il segno di una sfida d’alta classifica, dove le prime quattro si sfidano sull’asse Roma-Milano. I giallorossi sono a 13 punti e ricevono l’Inter che ne ha 15, mentre il Milan, sempre a 15 punti, riceve i biancazzurri (o biancocelesti) di Lenzini e Maestrelli primi in classifica con 16 punti.
Helenio Herrera, come sua abitudine, scalda i giorni precedenti la contesa affermando che la supremazia capitolina avrà in questa domenica una “benedizione celeste”. Una partita conosciuta e tramandata come “Quella der rigore de Michelotti”, a sottolineare il momento infausto che fece scattare la rabbia dei tifosi in quel 17 Dicembre. Ripercorriamo alcuni momenti di quella giornata con chi quel giorno era in campo a difendere la porta giallorossa, Alberto Ginulfi. “Mi ricordo bene quella partita”, dice Ginulfi, “come dimenticarla. L’avevamo preparata con grande convinzione, sapendo che l’avversario era di valore, ma senza nessun timore reverenziale. Del resto, nelle ultime tre stagioni in casa, con loro avevamo vinto due volte e pareggiata una. Insomma, rispettosi dell’avversario ma assolutamente non intimoriti. Infatti facemmo una bella partita, passammo in vantaggio con Cappellini e poi venimmo raggiunti da Boninsegna. Ad un certo punto in campo c’era solo la Roma: se c’era una squadra che meritava l’intera posta in palio era sicuramente la nostra, e questo senza ombra di dubbio. Poi invece arrivò quella palla e ci fu il patatrac…lancio lungo e Morini anticipa Mazzola e poi gli frana addosso. Per l’arbitro è rigore. Per me era fuori area. Comunque ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a vedere e decidere che era rigore. Dalla sua posizione non poteva vedere nella maniera più assoluta se era dentro o fuori area”.
A distanza di tanti anni, quarantacinque per l’esattezza, al nostro “portierone” ancora “brucia” quella decisione di Michelotti. Tante le proteste dei giocatori giallorossi verso l’arbitro che viene letteralmente accerchiato. La “Giacchetta nera” è però irremovibile. Dalla Curva Sud e dalla Tribuna Tevere il malcontento si comincia a palesare. Boninsegna, dal dischetto, si appresta al tiro mentre Ginulfi cammina nervosamente davanti la porta…le mani tra i capelli. “Bonimba” lascia partire il tiro sulla sinistra di Albertone che riesce solo a sfiorare la palla che s’infila spietatamente in rete. Ginulfi si alza, prende il pallone e lo calcia di nuovo in porta, s’incespica anche lui tra la rete. Poi riprende il pallone e lo lancia con un calcione verso il centrocampo. “A quel punto successe di tutto” continua Ginulfi, “i tifosi erano talmente delusi che entrarono in campo anche per colpire l’arbitro e qualcuno ci riesce. Io, insieme ad altri compagni di squadra, andai verso gli spogliatoi. Anche lì l’aria, dopo un po’, divenne pesante per via dei tanti lacrimogeni sparati”.
All’Olimpico ormai regna il caos: molti spettatori iniziano a lanciare oggetti in campo e un centinaio di questi, armati di bastoni, cercano di raggiungere lo spogliatoio di Michelotti. Il Presidente Anzalone, con grande coraggio, fa da scudo con il corpo all’arbitro e cerca di arginare la protesta sino all’intervento della Polizia.
“In tribuna c’era anche mia moglie quel giorno”, continua Ginulfi, “ero quindi doppiamente preoccupato, anche perché lei era in stato interessante. Dopo qualche ora ci fecero uscire dalla Tribuna Tevere attraversando il campo di gioco. Fuori c’era un inferno. Da quel momento il nostro campionato cambiò radicalmente: dalle prime posizioni finimmo in zona retrocessione. Ritornammo a vincere dopo undici giornate con il Torino in casa. Io credo che ce la fecero pagare, insomma subimmo parecchie decisioni arbitrali diciamo controverse. Rischiammo di retrocedere. Concludemmo a 24 punti in classifica, gli stessi dell’Atalanta che retrocesse. Da quella partita in poi non trovammo più la convinzione, fu un inferno”. Il presidente giallorosso Anzalone scorterà poi personalmente Michelotti sino a Firenze. La Roma pagherà cara quella giornata: sconfitta per 0-2 a tavolino e due turni di squalifica del campo. Solo il comportamento dei dirigenti giallorossi, e di Anzalone in particolare, evita guai maggiori.
Ma Ginulfi ha ancora un grande rammarico, con la voce tremula ci dice: “Se solo avessi preso quella palla, se l’avessi parata…tutto ciò non sarebbe successo”.
Chissà, magari con il VAR si sarebbe potuto decidere diversamente. Le polemiche invece ci sarebbero state comunque.
(Le foto sono tratte da Giallorossi del Gennaio 1973, foto Tedeschi)