GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Sensi, una felicità immensa
22 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte. Una squadra particolare, unica, ben assortita, assemblata a dovere da un presidente sanguigno, uno di quelli che affollavano il calcio italiano nei decenni d’oro che salutavano il vecchio secolo. Perché Franco Sensi si rivedeva un pò in Dino Viola. Tutti e due amavano la loro Roma, tutti e due volevano vincere dove vincere è difficile. D’altronde si sa: uno Scudetto nella capitale vale almeno 5 volte. In quel 2001 ormai lontanissimo, bisognava essere astutamente gaiardi per rispondere, con soltanto un anno di distanza, all’onta dei festeggiamenti dei fenomenali cugini laziali.
Fabio Capello aveva finito per rappresentare il condottiero ideale di uno squadrone tecnicamente superlativo. Forse il tecnico migliore che poteva capitare. Lui, friulano dallo sguardo duro, aveva costruito una carriera unica portando il suo credo ovunque, da Milano a Madrid, uscendone sempre da vincente. Un pò come Alfred Schaffer e Niels Liedholm, testimoni di due scudetti sudati e desiderati come pochi. Il primo costato soltanto 384.000 Lire e basato sull’estro e la bravura di giocatori come il fornaretto Amadei ed il portierone Masetti; il secondo, aspettato per quattro decenni, figlio del lavoro meticoloso di un ingegnere silenzioso e visionario, capace di portare nella capitale un certo Falcao, riccioluto brasiliano dal fisico longilineo e dal piede vellutato.
Oggi sono 20 anni da quel 17 Giugno del 2001, dal giorno in cui l’Olimpico si vestì di giallorosso. Una partita senza storia, con i capitolini desiderosi di stravincere davanti ai propri tifosi ed il Parma per nulla impaurito dal ruggito degli 80.000 accorsi in massa allo stadio.
Totti, Montella e Batistuta firmeranno le reti del trionfo. Il primo gol del Pupone arriverà dopo una fucilata dall’interno dell’area di rigore che non lascerà scampo al fenomenale Buffon; l’aeroplano, poi, raccoglierà una respinta del numero uno parmense dopo un tiro ravvicinato della punta argentina; lo stesso Batistuta, infine, riuscirà a vincere la sua personale sfida con Gigi e a trafiggerlo con un sinistro a fil di palo.
Sarà lo scudetto di tutti e, soprattutto, sarà l’unico scudetto di Francesco Totti. L’amore di un capitano per la sua maglia.