LL’Anderlecht fa il bis anche in Supercoppa
Nella storia della Coppa dei Campioni, che attraversa il decennio preso in considerazione da questo libro in tre volumi, possiamo individuare tre cicli: un ciclo olandese (Feyenoord 1970, Ajax 1971-1973), un ciclo tedesco (Bayern di Monaco 1974-1976) e un ciclo inglese (Liverpool 1977-1978 e Nottingham Forest 1979-1980).
Nella Storia della Coppa delle Coppe degli anni Settanta, invece, le variabili sono state molto più numerose e nessuna “scuola nazionale” si è imposta di prepotenza (a parte forse nel triennio iniziale il calcio britannico). I vincitori del trofeo in questo decennio sono stati infatti: Manchester City, Chelsea, Glasgow Rangers, Milan, Magdeburgo, Dinamo Kiev, Anderlecht, Amburgo e Barcellona.
Per ciò che riguarda la Supercoppa Europea, la cui formula prevedeva appunto la sfida annuale tra i vincitori dei due citati trofei, la cosa interessante è che nella metà degli anni Settanta (1975 e 1976) si registrano le vittorie di quelle che, forse, si potevano considerare le squadre sfavorite, e cioè le detentrici della Coppa delle Coppe. Questo era successo con la Dinamo Kiev e con l’Anderlecht, club entrambi vincitori della sfida contro il Bayern di Monaco detentore della Coppa dei Campioni (rispettivamente nel 1975 e nel 1976).
Nel 1978, l’Anderlecht ripete l’impresa, questa volta ai danni del Liverpool, vincendo tre a uno in casa e limitando la sconfitta esterna con il risultato di due a uno a favore dei “reds”.
Fatta questa premessa, partiamo esaminando le reazioni della stampa inglese alla sconfitta nella finale di andata in Belgio subita dal Liverpool. Inizieremo riassumendo il resoconto della celebre testata “The Guardian”.
Il quotidiano inglese sottolinea l’encomiabile attitudine offensiva del Liverpool che non avrebbe meritato di subire una sconfitta per tre reti a uno all’Astrid Stadium. Un bilancio negativo reso ancora più pesante dal terzo gol belga, segnato da Rensenbrink all’ultimo minuto: una terza rete, quella dell’olandese dell’Anderlecht, che renderà veramente ardua la rimonta che il Liverpool dovrà cercare di ottenere al ritorno.
Nel prosieguo dell’articolo si legge che Mister Bob Paisley aveva lasciato in panchina Steve Heighway per problemi legati alle sue condizioni fisiche, lasciando il suo posto di titolare a David Johnson che, però, era stato sostituito proprio da Heighway dopo tredici minuti dall’inizio della ripresa.
Scorrendo l’articolo possiamo leggere che, oltre alla necessità di essere maggiormente incisivi in fase realizzativa, i principali problemi del Liverpool in un incontro che si è rivelato gradevole, sono stati quelli di fare fronte ai frequenti cross e ai contrattacchi dei belgi e di cercare di contrastare le incursioni di un eccellente difensore come Van der Elst, spina nel fianco del club inglese. Sottolineati i punti deboli nella prestazione dei “reds”, il cronista inglese segnala anche come i maggiori pericoli per i padroni di casa sono venuti da Jimmy Case che “è stato sempre pronto al tiro, ogni volta che è stato messo in condizione di vedere lo specchio di porta”.
Poi, in questo pezzo, si entra nella ricostruzione delle marcature. Il primo gol nasce da una “dormita” della difesa: Souness si fa rubare palla da Rensenbrink, il quale taglia diagonalmente l’area del Liverpool, Hughes e Kennedy fanno da spettatori, l’olandese dell’Anderlecht fa partire un assist che Clemence non riesce a intercettare e Vercauteren va in gol con un colpo di testa.
Dopo una decina di minuti e non pochi tentativi di andare a rete, Case raggiungeva il pareggio. L’azione nata da Souness, che in qualche modo rimediava all’errore da cui era nato il vantaggio belga, era stata continuata da Kennedy e conclusa appunto da Jimmy Case, con un tiro di esterno destro. Ma, il pareggio durava poco perché il trio Nielsen/Geels/Van der Elst imbastiva un’azione che portava al raddoppio dei padroni di casa.
Infine, in chiusura di articolo, una considerazione del giornalista che non lasciava molto spazio all’ottimismo: “il due a uno a favore dell’Anderlecht, avrebbe consentito comunque al Liverpool di sperare di poter ribaltare il risultato al ritorno. Ma la mossa finale di Rensenbrink, che aveva portato alla terza marcatura, aveva decisamente spostato l’ago della bilancia a vantaggio dei belgi”.
In modo molto più sintetico, questa ricostruzione del match si trova anche nelle dichiarazioni che l’allenatore del Liverpool, Bob Paisley, rilascia a Michael Charters del “Daily Post”: “Abbiamo perso un’occasione, siamo scesi in campo senza la giusta attitudine, non abbiamo avuto la giusta concentrazione. L’Anderlecht è una grande squadra, sempre proiettata in avanti, ma noi non abbiamo attaccato come avremmo dovuto. Il nostro approccio alla gara è stato piuttosto sbagliato e abbiamo smarrito la nostra capacità di finalizzare che invece abbiamo avuto a grandi livelli nelle fasi precedenti della stagione. Dobbiamo mettere ordine al nostro interno in vista del match casalingo. Spero che la sconfitta che l’Anderlecht ci ha inflitto sarà di sprone per avere un giusto approccio di cui avremo bisogno nel match di ritorno”.
E dopo queste lunghe e dettagliate anticipazioni della stampa britannica, possiamo passare ad una rapida ricostruzione dell’incontro che nasce dalla visione integrale del filmato della partita. Un match che inizia con un rapido attacco di Van der Elst: situazione che si ripeterà spesso nel corso dei novanta minuti di gioco.
E in effetti, al terzo minuto il difensore belga si rende nuovamente pericoloso con un’altra incursione. La partita è giocata su buoni ritmi e con frequenti capovolgimenti di fronte ma anche con poche situazioni di reale pericolo per entrambi i portieri che, nel primo quarto d’ora di gioco, non sono chiamati a grandi interventi. Poi, al 17’, l’Anderlecht va in vantaggio: Rensenbrink ruba palla a Souness nell’area inglese, spalle alla porta, si gira, si lancia sulla sua destra verso il fondo del campo e fa partire un traversone in direzione del lato opposto, sul secondo palo. Lì, più o meno all’altezza del vertice dell’area piccola, c’é Vercauteren che colpisce di testa e supera Clemence.
Passano circa dieci minuti e arriva il pareggio dei “reds”. Su assist di Emlyn Hughes, Jimmy Case mette la palla sul lato alla destra del numero uno dei belgi, con un tiro di esterno, da oltre una ventina di metri. Al 35’ è invece l’Anderlecht a rendersi pericoloso: Coeck tira un bolide da una trentina di metri e costringe Clemence alla deviazione in corner. Sono le prove generali del raddoppio belga che avverrà meno di tre minuti dopo. Il due a uno dell’Anderlecht nasce al termine di una lunga azione manovrata che vede la partecipazione di più di mezza squadra: De Bree, Coeck, Rensenbrink,Van der Elst, Nielsen, Vercauteren, Thissen, ancora Nielsen e poi nuovamente Van der Elst, con quest’ultimo che va a rete grazie a un bel tiro effettuato all’interno dell’area inglese.
Negli ultimi minuti del primo tempo c’è da segnalare un calcio di punizione inglese non sfruttato a dovere e un’azione offensiva belga che si conclude in un nulla di fatto. Infine, un tiro di Van der Elst che sfiora il sette alla destra di Clemence. E così, la prima frazione di gioco del match termina sul due a uno a favore dei padroni di casa.
Secondo tempo. Dopo quattro minuti dall’inizio della ripresa, c’è già una prima occasione di andare a rete per l’Anderlecht. Rensenbrink è nell’area piccola inglese e sfrutta bene un traversone proveniente da destra: colpisce magistralmente di testa (anche se subisce una carica) e dà una traiettoria molto angolata al suo tiro. Il pallone supera Clemence, in direzione del suo palo sinistro. Ma un compagno di squadra del numero uno dei “reds” interviene provvidenzialmente sulla linea di porta.
Al 7’, c’è un tiro molto forte di McDermott da una ventina di metri. Tiro forte, però centrale e de Bree riesce a respingere agevolmente. All’8’ è invece l’Anderlecht a farsi pericoloso con un tiro di Nielsen da distanza ravvicinata, che finisce di poco a lato. Nel primo quarto d’ora della ripresa, comunque, si gioca più nella metà campo del Liverpool che in quella dell’Anderlecht, come al 12’, quando Rensenbrink getta scompiglio nell’area inglese anticipando un’uscita di Clemence e rubandogli palla.
La difesa dei Reds ci mette una pezza. Subito dopo, comunque, è Dalglish ad avere una buona occasione ma l’attaccante del Liverpool non è fortunato: riesce ad anticipare l’uscita di de Bree, ma il suo tiro termina di poco a lato. La partita comunque è ricca di capovolgimenti di fronte e in una rapidissima ripartenza un tiro belga tocca la base del palo alla destra del numero uno dei “reds”.
Al 21’ del secondo tempo, si registra un corner a favore dei padroni di casa. Ne nasce un colpo di testa di Vercauteren che però non centra la porta, anche se il suo tiro termina fuori di poco. Ormai siamo arrivati intorno alla mezz’ora della ripresa. L’aspetto positivo del match è che si vedono due squadre affrontarsi in modo corretto a viso aperto, senza tanti tatticismi. L’aspetto meno avvincente è che nessuno dei due contendenti ha creato grandissime occasioni da gol. Di conseguenza, non ci sono grandi emozioni. Al 36’, su sponda di testa di un compagno, Kennedy prova un tiro dalla lunga distanza che -in questo caso- passa di poco sopra al sette alla destra del portiere dell’Anderlecht.
Una ripresa, dunque, senza tante emozioni che però ne riserva una molto grande nel minuto finale del match: Haan fa partire un diagonale da centrocampo verso il lato sinistro della trequarti avversaria, in direzione di Rensenbrink. Questi entra in area, dribbla Hansen e supera Clemence con un tiro di sinistro teso e angolato che si infila alla sinistra del numero uno inglese. Poco dopo, l’arbitro fischia la fine dell’incontro. Nell’economia dei due incontri, il terzo gol dell’olandese delll’Anderlecht si rivelerà decisivo.
Il tabellino della finale di andata (fonti: pagine internet di lfchistory.net e soccernostalgia.blogspot.com).
Bruxelles, 4 dicembre 1978, Stadio Émile Versé. 35.000 spettatori.
Anderlecht-Liverpool 3-1.
Marcatori: 13’, Franky Vercauteren (A); 27’, Jimmy Case (L); 38’, François Van der Elst (A); 87’, Robbie Rensenbrink (A).
Arbitro: Károly Palotai (Ungheria).
Anderlecht: Nicolaas de Bree, François Van der Elst, Hugo Broos, John Dusbaba, Jean Thissen, Benny Nielsen, Arendt Haan, Ludo Coeck Franky Vercauteren, Geert Geels, Robbie Rensenbrink (capitano). Allenatore: Raymond Goethals. A disposizione: Jacki Munaron, Ronny Martens, Gilbert Van Bist, Matty Van Toom.
Liverpool: Ray Clemence, Phil Neal, Alan Kennedy, Emlyn Hughes (capitano), Ray Kennedy, Alan Hansen, Kenny Dalglish, Jimmy Case, David Johnson (54’), Terry McDermott, Graeme Souness. Allenatore: Bob Paisley. A disposizione: Steve Ogrizovic, Steve Heighway (54’), David Fairclough, Sammy Lee, Brian Kettle.
Per la finale di ritorno, ci baseremo sui resoconti giornalistici di vari quotidiani: “Liverpool Echo”, “Gazet van Antwerpen” e“Daily Telegraph”.
Una quindicina di giorni dopo la prima sfida all’Astridpark, Liverpool e Anderlecht si incontrano nuovamente, questa volta all’Anfield Stadium. A causa della spessa coltre di nebbia, lo svolgimento dell’incontro è incerto fino all’ultimo momento. Nel reportage del “Liverpool Echo”, possiamo leggere che “La scelta dell’arbitro di fare disputare la Finale di Supercoppa all’Anfield è una decisione controversa che resterà negli annali. Ma, l’uomo che aveva l’ultima parola -l’arbitro romeno- Nicolae Rainea non ha avuto dubbi[1]”.
“È stata una decisione molto difficile”, ha detto il direttore di gara, “In primo luogo, ho dovuto prendere in considerazione se io e i miei assistenti saremmo stati in grado di controllare gli sviluppi del gioco e, in secondo luogo, se gli spettatori sarebbero stati in condizione di seguire il match. Entrambe le cose per me erano importanti. Quando sono sceso in campo, subito prima del calcio d’inizio, mi sono reso conto che riuscivo a vedere sufficientemente bene e così ho deciso che si sarebbe potuto giocare. Purtroppo, temo che molti spettatori non siano stati in grado di vedere nitidamente gli sviluppi del gioco. Ma non c’era troppo tempo per pensarci su e alla fine ho deciso che non si doveva rinunciare all’incontro. Comunque, considerate le circostanze, penso che sia stato un bel match e sono rimasto impressionato anche dal pubblico”.
Per ciò che riguarda le formazioni, va segnalata l’importante assenza di Clemence, infortunatosi alla caviglia durante un allenamento. Al suo posto viene schierato Steve Ogrizovic: “Big Oggie” (1.96 d’altezza) ai tempi è poco più che ventenne ma nel corso di questa finale di ritorno si metterà in luce per quattro interventi da grande portiere. In compenso, sempre tra gli inglesi, si registra il rientro di Phil Thompson. Un paio di cambi, rispetto all’andata, anche per l’Anderlecht: Van Bist e Van Toom sono schierati al posto di Broos e di Nielsen.
E dopo avere fatto questa premessa sulle condizioni meteo di quella giornata, sulle assenze e sulle presenze di giocatori vari, possiamo passare alla sintesi dei momenti più importanti della finale di ritorno di Supercoppa.
Nella speranza di un miglioramento delle condizioni di visibilità, si inizia con quindici minuti di ritardo. Ma, il rinvio dell’inizio non comporta nessun benificio: nebbia era e nebbia rimane.
Il canovaccio prevede un Liverpool votato all’attacco nel tentativo di recuperare le due reti di svantaggio. Ed effettivamente i padroni di casa segnano un primo gol al 13’, quando Emlyn Hughes mette dentro un pallone inizialmente respinto da de Bree su precedente tiro di Jimmy Case (dalle cronache risulterebbe che al, momento della rete, dalla Kop si sarebbe levato il coro: “Oggy, Oggy, dicci chi ha segnato)”.
Per buona parte della prima frazione di gioco, i padroni di casa continuano ad avere il controllo del match, grazie ad un eccellente lavoro a centrocampo, in primo luogo di Terry McDermott, ma anche di Souness. Comunque, il primo tempo si chiude sull’uno a zero per i padroni di casa.
Al rientro in campo si registra un cambio nelle file dei belgi: è uscito Geels e al suo posto è stato schierato Martens. La ripresa segna anche un cambio di passo da parte degli ospiti che al 71’ riescono a pareggiare con Van der Elst dopo uno scambio con Rensenbrink. Poi, verso il finale, arriva il raddoppio del Liverpool con una rete di Fairclough su assist di Kenny Dalglish. Ma il risultato aggregato di quattro a tre a favore dell’Anderlecht assegna il trofeo ai belgi.
Concludo, rievocando il rammarico (misto forse a qualche sfumatura polemica) di Bob Paisley, Mister dei reds: “Non si può giocare in simili condizioni. È una cosa ridicola. Non mi sto lamentando del risultato. Il problema è che non si è trattato di una vera partita. Non sono stato in grado di fare delle sostituzioni perché non potevo vedere cosa stavano facendo i miei giocatori. Qualcuno mi ha chiesto cosa pensassi di un buon intervento di Ray Clemence che non stava neppure giocando. Penso che un match di questo livello, tra due grandi club, si sarebbe dovuto giocare in migliori condizioni meteo. Magari ad aprile. Anche se so che sarebbe stato difficile trovare una data. Ma è farsesco che giocatori di questo livello siano stati costretti a vagare in mezzo alla nebbia, senza riuscire a vedersi l’un l’altro”
Liverpool, 19 dicembre 1978, Anfield Stadium. Spettatori: 24.000 circa.
Liverpool-Anderlecht 2-1
Marcatori: 13’, Emlyn Hughes (L); 71’, François van der Elst (A); 85’, David Fairclough (L).
Arbitro: Nicolae Rainea,
Liverpool: Steve Ogrizovic, Phil Neal, Emlyn Hughes (capitano), Phil Thompson, Ray Kennedy, Alan Hansen, Kenny Dalglish, Jimmy Case, David Fairclough, Terry McDermott, Graeme Souness. Allenatore: Bob Paisley. A disposizione: Ray Clemence, David, Johnson, Steve Heighway, Sammy Lee, Brian Kettle.
Anderlecht: Jacques Munaron; Gilbert Van Bist, Mathijs van Toorn, John Dusbaba, Jean Thissen, François Van der Elst, Arendt Haan, Ludo Coeck, Franky Vercauteren, Geert Geels (46’), Robbie Rensenbrink (capitano). Allenatore: Raymond Goethals. A disposizione: Nico de Bree, Ronny Martens (46’).
[1]In realtà, come si può constatare dalla continuazione di questo stesso articolo, l’arbitro ebbe alcuni dubbi di diversa natura. Alla fine, però, decise di fare disputare l’incontro comunque.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)