Il Liverpool vince la Coppa Uefa
Autunno 1975. Erano gli ultimi mesi della dittatura franchista che però ancora reprimeva il movimento operaio in Castiglia, nei Paesi Baschi e in Catalogna. E comunque, anche dopo la morte di Francisco Franco (20 novembre 1975), per alcuni mesi si registrarono ancora gravi episodi di repressione contro manifestazioni sindacali e democratiche. Ai tempi avevo 12 anni, quindi queste mie righe vanno prese con beneficio di inventario. Ma, se vado indietro nel tempo, mi vedo con mio padre andare a far visita alla nonna. Partivamo da Sampierdarena e andavamo nel quartiere del Molo, nei vicoli della città vecchia. In pratica percorrevamo, in auto o in bus, quasi completamente i 7 o 8 chilometri del porto di Genova.
Se ben ricordo, a Genova era il periodo delle Linee Canguro: navi che attraccavano a Calata Chiappella. Collegamenti con Spagna, Sicilia e Sardegna e, se non mi sbaglio il Canguro Bruno o il Canguro bianco, o forse entrambi in periodi diversi, battevano la linea di Barcellona e delle Baleari.
Mi sembra anche di ricordare che la Compagnia Unica (la compagnia degli scaricatori del Porto di Genova) boicottava le navi spagnole per protesta contro la dittatura franchista, come già due anni prima aveva fatto con le navi cilene e sette o otto anni prima con i mercantili della Grecia dei Colonnelli.
Questa rievocazione potrebbe apparire fuori tema, ma ha invece una certa pertinenza col principale evento sportivo trattato perché, come vedremo, si tratta di un ricordo legato alle cause che determinarono il passaggio di turno del Barcellona, ai sedicesimi di Coppa Uefa.
Le proteste contro il movimento franchista
Il movimento di protesta in Italia contro il franchismo, ben rappresentato dalla lotta dei portuali di Genova, era cresciuto e aveva coinvolto anche il mondo dello sport. La Lazio, destinata ad affrontare il Barcellona a Roma nell’ottobre di quell’anno, decise per protesta contro la dittatura spagnola di non partecipare all’incontro di andata all’Olimpico. Il club capitolino fu sanzionato con una sconfitta a tavolino per tre reti a zero. Tre reti che, sommate alle quattro subite al ritorno al Camp Nou, determinarono il passaggio agli ottavi del club catalano.
Ma, riavvolgiamo il nastro dall’inizio e partiamo dai trentaduesimi giocati nel settembre del 1975. A questa edizione della Coppa UEFA partecipano AIK, Ajax, AEK, Amburgo, Anversa, Aston Villa, Athlone Town, Avenir Beggen, B 1903, Bohemians, Carl Zeiss Jena, Club Bruges, Colonia, Cornomorec’ Odessa, Dinamo Dresda, Duisburg, Duna Rusev, Dundee United, Eskişehirspor, Feyenoord, Everton, Hibernian, Hertha Berlino, HJK, Holbaek, Honvéd, GAIS, Galatasaray, Glentoran, Grasshopper, Inter Bratislava, Ipswich Town, Keflavik, Lazio, Levski-Spartak, Linz, Lione, Liverpool, Milan, Molde, Olympique Marsiglia, Napoli, Östers, PAOK, Paralimni, Porto, Rapid Vienna, Real Saragozza, Real Sociedad, Roma, Slask Wrockau, Sliema Wanderers, Spartak Mosca, Sporting Lisbona, Stal Mielec, Stella Rossa, Târgu Mureș, Torpedo Mosca, Universitatea Craiova, Valerengen, Vasas SC, Vojvodina, Young Boys.
L’Italia partecipava dunque alla coppa con quattro squadre: Lazio, Milan, Napoli e Roma.
Da segnalare che, in quella prima fase di coppa, si registrava l’esordio internazionale di Savoldi con la maglia del Napoli. Non si trattò però di un esordio fortunato. il Napoli perse nel turno di andata quattro a uno con la Torpedo Mosca. Savoldi fu l’autore dell’unico gol partenopeo ma l’uomo partita fu Sergey Grishin che, oltre a conquistarsi un rigore, fu autore di due reti e un assist gol. Al ritorno ci fu un pareggio per uno a uno e il Napoli fu eliminato.
Il cammino della Roma e delle altre italiane
La Roma, pur perdendo al ritorno uno a zero con i bulgari del Dunav Ruse, passò il turno grazie alla vittoria casalinga dell’andata per due a zero. I marcatori furono Pellegrini (5′) e Petrini (21′).
Il Milan, all’andata pareggiò zero a zero a Liverpool contro l’Everton. Al ritorno, invece, una rete di Egidio Calloni al 68′ regalò la qualificazione ai rossoneri.
La Lazio subì tantissimo nell’incontro di andata ad Odessa contro il Cornomorec’ e fu sconfitta uno a zero. Autore della rete sovietica, secondo alcune fonti, fu Doroschenko. Ma, per esempio, “L’Unità” indica come marcatore “l’ala sinistra Schevcenko”. Nel titolo di quell’articolo possiamo leggere che “In campo si è vista una sola squadra. Un palo colpito dai sovietici. Il portiere biancoazzurro merita la nazionale maggiore”. E nel resoconto del match si ribadisce che: “La Lazio è riuscita, nell’incontro di andata con i sovietici del Cornomorec’, a limitare i danni con tanto affanno, con molta fortuna e grazie anche alle prodezze di Pulici”. Al ritorno però i laziali passarono il turno, grazie ad una vittoria per tre reti a zero. Una vittoria nel segno di Giorgio Chinaglia: sua la tripletta, con un gol su rigore.
Il Liverpool e le altre qualificate ai sedicesimi
Ai sedicesimi arrivano: Ajax, AEK, Amburgo, Anversa, Athlone Town, Barcellona, Carl Zeiss Jena, Club Bruges, Colonia, Dinamo Dresda, Duisburg, Dundee United, Hertha Berlin, Honvéd, Galatasaray, Inter Bratislava, Ipswich Town, Levski-Spartak, Lazio, Liverpool, Milan, Östers, Porto, Real Sociedad, Roma, Slask Wrockau, Spartak Mosca, Sporting Lisbona, Stal Mielec, Stella Rossa, Torpedo Mosca, Vasas SC.
Per quanto riguarda le squadre italiane, il Milan dopo aver pareggiato all’andata in trasferta con gli irlandesi dell’Athlone Town, si impone al ritorno per tre reti a zero. Nel primo tempo a San Siro i rossoneri avevano fatto fatica a opporsi alla forza atletico-agonistica degli irlandesi. Poi, nella ripresa, al 18′, il Milan aveva sbloccato il risultato con un gol di Francesco Vincenzi che aveva sfruttato efficacemente un traversone proveniente dalla fascia di destra. Sette minuti dopo, il Milan aveva raddoppiato grazie a un potente calcio di punizione tirato da Romeo Benetti, da una distanza di quasi una trentina di metri. Infine, gol del tre a zero, ancora di Benetti, questa volta su penalty.
La Roma, quell’anno alla sua prima partecipazione in Coppa Uefa, passò il turno dopo avere ribaltato il risultato dell’andata: perse uno a zero in Svezia con l’Östers (rete di Evesson al 27′), ma si impose per due reti a zero all’Olimpico, grazie ai gol di Stefano Pellegrini e di Loris Boni.
La vicenda riguardante la Lazio
E veniamo alla già anticipata vicenda riguardante la Lazio. Come abbiamo visto, alla fine del settembre 1975, in Spagna sotto la dittatura franchista si eseguivano le ultime condanne a morte. Nelle settimane seguenti in Italia era cresciuta una campagna di mobilitazione contro la Spagna che aveva comportato anche la richiesta alla Lazio di non disputare la partita di Coppa Uefa con il Barcellona.
Il Presidente laziale, Umberto Lenzini, aveva cercato di trovare alternative, avanzando l’ipotesi della disputa dell’incontro in campo neutro, ma di fronte al rifiuto della Federazione non ebbe altra scelta se non quella di non far scendere in campo la propria squadra. Alla fine fu un tre a zero a tavolino a favore del Barcellona. I tre gol dell’andata, assegnati dalla giustizia sportiva si aggiunsero ai quattro effettivamente segnati dal Barcellona nel match di ritorno. I marcatori furono Sotil (6′), Cruijff (43′), Neeskens (79′), Fortes (82′). A seguito del risultato complessivo di sette a zero, ovviamente la Lazio fu eliminata.
Tra i club stranieri, degna di nota anche la prestazione dell’Amburgo, soprattutto nel match in Germania. I tedeschi pareggiarono uno a uno a Belgrado contro la Stella Rossa. Ma si imposero per quattro a zero al ritorno in casa loro. I marcatori furono Ettmayer, Memering e Reinmann (autore di una doppietta). Molto bello il gol di Ettmayer che scartò il portiere e due difensori serbi andando in porta con il pallone.
Il cammino delle future finaliste: Liverpool e Club Brugge
Quanto alle future due finaliste, Liverpool e Club Brugge, entrambe passarono i sedicesimi con risultati eclatanti. Il Liverpool dopo avere vinto tre a uno in trasferta, contro il Real Sociedad, rifilò ben sei reti agli spagnoli nel match di ritorno (reti di Toshack, Fairclough, Heighway, Neal e doppietta di Kennedy). I belgi dopo avere perso tre a zero all’andata dall’Ipswich Town, ribaltarono il risultato con un quattro a zero al ritorno.
Dopo questi primi due turni, in lizza per la competizione restano: Ajax, Amburgo, Barcellona, Club Bruges, Dinamo Dresda, Inter Bratislava, Liverpool, Levski-Spartak, Milan, Porto, Roma, Slask Wrockau, Spartak Mosca, Stal Mielec, Torpedo Mosca, Vasas SSC.
Della serie di incontri tra queste squadre, vorrei ricordare la sfida tra Milan e Spartak Mosca. All’andata a San Siro i rossoneri vinsero quattro a zero con doppietta di Egidio Calloni e con altre due reti segnate da Bigon e Maldera. La partita di ritorno ebbe risvolti epici per le condizioni meteo e, conseguentemente, per le condizioni del terreno di gioco. Il Milan riuscì a limitare i danni perdendo solo due a zero (reti di Viktor Papaev su tiro potente e raddoppio di Evgeny Loetchev su colpo di testa). Ma il quattro a zero di San Siro permise ai rossoneri il passaggio del turno.
Club Brugge: l’ammazza italiane
La Roma invece fu eliminata dal Bruges: doppia sconfitta per uno a zero. All’andata, rete di Cools al 42’, con un tiro rasoterra angolatissimo che fa la barba al palo. Al ritorno, per citare un titolo di un articolo dell’epoca, “il Bruges è più forte anche all’Olimpico”. Roma zero Bruges uno: rete di Lambert dopo venticinque minuti dall’inizio della ripresa.
Per ciò che riguarda il Liverpool, il club inglese vinse le due sfide di andata e ritorno imponendosi sui polacchi dello Slask Wrockau con un punteggio totale aggregato di cinque a uno (due a uno in Polonia e tre a zero in Inghilterra).
Il Bruges, dopo avere eliminato negli ottavi la Roma, eliminò anche il Milan nei quarti. Il Liverpool uscì vittorioso dal doppio confronto con la Dinamo Dresda. Le altre due semifinaliste furono l’Amburgo e il Barcellona. All’andata in Belgio il Milan era stato sconfitto per due a zero e, secondo “La Gazzetta dello Sport” i rossoneri avevano rischiato la disfatta, anche se il quotidiano sportivo sottolineava la recriminazione per un gol annullato a Sabadini. Le reti erano state segnate da Ulrich Le Fevre nel primo tempo e da Eduard Krieger nella ripresa.
Molto bello il primo gol belga: assist dalla destra di Cools, filtro in area milanista di un belga e forte tiro a rete di destro di Le Fevre da distanza ravvicinata. Nella partita di ritorno il Milan si era portato sul due a zero con reti di Bigon al 32’ e Chiarugi al 66’ (bel gol su calcio di punizione). Ma, il Bruges aveva accorciato le distanze al 74’, grazie ad una rete di Hinderyckx che garantiva il passaggio del turno alla squadra belga.
Il Liverpool raggiunge l’ultimo atto eliminando il Barcellona
Nelle semifinali il Liverpool passa il turno grazie ad una vittoria esterna ed un pareggio interno col Barcellona e il Bruges si qualifica in virtù di un pareggio esterno e una vittoria casalinga. In entrambi i casi le vittorie sono per uno a zero e i pareggi di uno a uno.
In finale arrivano dunque Liverpool e Bruges. I match di andata e ritorno sono fissati per il 28 aprile in Inghilterra e per il 19 maggio del 1976 in Belgio.
La finale di andata
Dopo un solo quarto d’ora, il Liverpool si ritrova sotto di due reti in casa sua. I marcatori del Bruges sono Lambert che segna al quinto minuto e Cools che raddoppia dieci minuti dopo. Lambert era stato bravo ad anticipare il portiere dei “Reds”, con un tiro ravvicinato di sinistro, mentre il numero uno inglese stava ricevendo un retropassaggio di testa da parte di un suo compagno della difesa (dalle immagini sembrerebbe trattarsi di Phil Neal). Cools, invece, aveva raccolto un rimpallo sul limite dell’area inglese e con il sinistro aveva impresso al pallone una traiettoria diagonale terminata sul sette alla sinistra di Clemence. Si era pertanto andati al riposo con gli ospiti in vantaggio per due reti a zero.
La ripresa inizia con un cambio di giocatore tra i padroni di casa: Jimmy Case sostituisce John Toshack. Sarà un cambio azzeccato perché alla fine il sostituto risulterà tra i marcatori del Liverpool. Interessante, a questo proposito, la ricostruzione a posteriori di Jimmy Case: “non è che Tosh avesse giocato male, ma il Mister aveva la sensazione che bisognasse cambiare qualcosa: bisognava rompere gli schemi”
Nel secondo tempo cambia la partita…
E, in effetti, nel secondo tempo cambia il corso della partita. Al 59’, arriva la prima rete del Liverpool. Siamo nell’area del Bruges. Keegan colpisce di testa all’indietro per Heighway che è sulla fascia sinistra. Heighway crossa al centro della trequarti. Lì c’è Ray Kennedy che fa partire un forte tiro di sinistro da fuori area, con il pallone che gonfia la rete di Birger Jensen. Per la rievocazione del secondo gol possiamo nuovamente rifarci a Jimmy Case che realizzò la rete dopo che l’ennesimo tiro di Ray Kennedy si era infranto sul palo: “per un attimo pensai che il pallone sarebbe entrato.
Ma mi resi conto rapidamente che, a seguito del rimpallo sul palo, il pallone stava venendo verso di me. Un rimbalzo troppo alto avrebbe potuto impedirmi di andare al tiro. Ma istintivamente mi avventai sulla palla e mi riuscì di calciarla a rete”. In effetti, l’azione era stata iniziata da Keegan e finalizzata da Kennedy. Il suo tiro aveva colpito il palo ed era rimbalzato verso Jimmy Case in un modo che non agevolava il suo eventuale tiro in porta, tanto che dalle immagini si ha quasi l’impressione che il numero 12 del Liverpool stia per inciampare. Invece, alla fine, riesce a sospingere la palla in porta. Il terzo gol arriva su rigore. Heighway sta per entrare nell’area del Bruges, punta Bastijns che interviene su di lui fallosamente.
La conquista più dura e difficile possibile
Dalle immagini sembra che il fallo sia stato chiaramente commesso fuori dall’area. Ma l’arbitro concede il rigore. Siamo al 65’, sul dischetto va Keegan. Palla a sinistra del portiere che invece si sposta alla sua destra. Liverpool tre Bruges due. Negli ultimi venticinque minuti il Liverpool ha ancora un paio di grandi occasioni : un colpo di testa di Keegan, imbeccato splendidamente da Fairclough, è fermato sulla linea da Volders a portiere battuto. Poi, un insidioso tiro nato da un corner del Liverpool è deviato provvidenzialmente da Birger Jensen. Il risultato non cambierà più. Ma, in cinque minuti (dal 59’ al 64’), i “reds” hanno cambiato il corso della partita.
L’indomani, in un articolo sul match, Paul Wilcox del “The Guardian” titolerà “Liverpool, sul filo del rasoio”. Nell’inizio del suo pezzo si può leggere “Se il Liverpool vincerà la sua seconda Coppa UEFA in questa stagione, nessuno potrà negare che la conquista del trofeo sarà avvenuta nella maniera più dura e difficile possibile”. Altri titoli della stampa dell’epoca inneggianti alla vittoria sono: “Raffica di tre gol mette i belgi a posto.” Ed anche: “Liverpool: viaggio all’inferno e ritorno” e “Vittoria miracolosa del Liverpool”.
Il tabellino della finale di andata
Liverpool, Anfield Stadium, mercoledì 28 aprile 1976, ore 19.30. Spettatori: 56.000.
Liverpool-Bruges 3-2
Marcatori: 5’, Raoul Lambert (B); 15’, Julien Cools (B); 59’, Ray Kennedy (L); 61’, Jimmy Case (L); 64’, Keegan su rigore (L).
Arbitro: Ferdinand Biwersi (Germania Ovest).
Liverpool F.C. Ray Clemence, Phil Neal, Tommy Smith, Phil Thompson, Ray Kennedy, Emlyn Hughes (c), Kevin Keegan, David Fairclough, Steve Heighway, John Toshack (Jimmy Case, 46′), Ian Callaghan. Allenatore: Bob Paisley.
Club Brugge: Birger Jensen, Fons Bastijns (c), Eddie Krieger, Georges Leekens, Jos Volders, Julien Cools, René Vandereycken, Daniel de Cubber, Roger van Gool, Raoul Lambert, Ulrik Le Fèvre. Allenatore: Ernst Happel.
La finale di ritorno tra Liverpool e Club Brugge
Rendendo omaggio ai vincitori, partiamo da qualche resoconto della stampa britannica. All’indomani del successo dei “reds”, il quotidiano “The Guardian” esce con un articolo che inizia collegando la vittoria della Coppa Uefa alla precedente conquista del trofeo da parte del Liverpool nel 1973: “Ieri sera il Liverpool ha ripetuto l’impresa del 1973, quando aggiunse la Coppa Uefa nella propria bacheca”. Poco più in basso si può leggere che “riesce davvero difficile trovare un punto critico nel metodo e nell’organizzazione di gioco del Liverpool, tanto più se si considera che dopo soli 11 minuti dall’inizio del match di ritorno aveva perso il vantaggio acquisito all’andata”.
Nel prosieguo del pezzo, il cronista sottolinea come “il piano del Liverpool avesse subito una battuta d’arresto quando Smith aveva fatto un fallo di mano da rigore a favore del Bruges e i belgi non avevano perso l’occasione di aprire le marcature. Ma ci vollero solo quattro minuti per ristabilire il vantaggio inglese, grazie ad un Kevin Keegan superbo. Poi, Thompson e Hughes erano stati capaci di impedire ogni tentativo di attacco effettuato dai belgi, anche grazie al contributo dell’attacco inglese che accorreva sistematicamente in aiuto della propria difesa”.
Fatte queste riflessioni, nel prosieguo del pezzo, si ritorna al momento della concessione del penalty. Una serie di deliziosi passaggi, tra Lambert e Cools avevano portato un serio pericolo all’area inglese. A conclusione di questa azione belga, Cools stava per andare al tiro, ma il pallone era stato intercettato di mano da Smith. Senza la minima esitazione, l’arbitro aveva indicato il dischetto e Lambert aveva trasformato il rigore. Tiro alla destra di Ray Clemence che aveva intuito la direzione ma si era forse mosso con un leggero ritardo e non era riuscito a impedire la rete.
Il cambio di mentalità del Liverpool
Il gol belga aveva in qualche modo obbligato il Liverpool a rivedere la sua iniziale attitudine difensivista. Gli inglesi avevano ripreso ad attaccare, inizialmente fermati dai difensori del Bruges. Poi, un fallo per gioco pericoloso di Krieger aveva permesso a Hughes di battere la punizione e di servire a Keegan il pallone che avrebbe mandato in porta con un forte tiro di destro da una ventina di metri. Era tutto quello che serviva al Liverpool per tornare in modalità difensiva e cercare di controllare il match. Come già detto, Thompson e Hughes furono costretti agli straordinari.
Van Gool creò una bella occasione da gol. Ci furono altri pericoli per il Liverpool, soprattutto scaturiti dalla catena di destra dei belgi. Ma va anche detto che, in uno dei loro rari attacchi, i “reds” non furono fortunati. Tra il 23’ e il 30’ della ripresa, il Bruges fece due cambi: Hinderyckx per De Cubber e Sanders per Lambart. Ma, il Liverpool continuò ad annichilire quasi ogni tentativo di attacco dei belgi.
Gli articoli dei giornali
E dopo l’articolo pubblicato su “The Guardian“, possiamo passare alla lettura di quello del “Daily Mirror“. Il quotidiano londinese dedica alla Liverpool un titolo che, facendo riferimento alla precedente vittoria nel 1973, si potrebbe tradurre in: “Il Liverpool si afferma nuovamente in Coppa Uefa.” Nel sottotitolo dell’articolo possiamo leggere: “Emlyn Hughes, il timoniere della squadra, era talmente trionfante ed euforico, quando ha ricevuto la Coppa Uefa da mettere in bacheca vicino al trofeo del campionato di Lega Inglese, che quasi la faceva cadere”. Il pezzo inizia sottolineando la portata dell’impresa dei “reds”: “Non ci sono molte squadre europee meglio attrezzate del Bruges. Eppure il Liverpool, di fronte a questa delicata sfida, partendo dall’incerto vantaggio di tre reti a due dell’andata, ha portato a termine l’impresa con tranquillità e freddezza, conquistando la Coppa Uefa per la seconda volta in tre anni”.
La cronaca dell’incontro
Poi, si passa alla cronaca dell’incontro: “Il Liverpool sarebbe potuto affondare, quando all’11’ Tommy Smith aveva commesso il fallo di mano in area inglese che sanciva la concessione del rigore al Bruges, con trasformazione in rete da parte di Lambert. Quel gol avrebbe potuto essere letale per i reds, visto che era stato segnato nei primi minuti di gioco e aveva portato il punteggio aggregato (andata e ritorno) sulla parità di tre reti a tre. Ma in cinque minuti il Liverpool ha saputo uscire da quella situazione pericolosa segnando il gol che ha deciso le sorti del match.
Da un calcio di punizione concesso proprio sul limite dall’area del Bruges (in un punto in linea retta rispetto al dischetto) Hughes, di fronte al muro della difesa dei belgi, passa un pallone a Kevin Keegan e l’attaccante del Liverpool colpisce di destro mandando implacabilmente il pallone in rete e portando sull’1 a 1 il risultato del match di ritorno (tiro teso, basso e angolato alla sinistra di Birger Jensen).
Il valore di quel gol è ancora più grande se si considera che, per l’intero torneo, la porta del Bruges era rimasta sempre inviolata nei match casalinghi. Il Liverpool ha poi dovuto tenere sotto controllo Lambert e Van Gool ma lo ha fatto con una fiducia crescente, contrattaccando ogni volta che gli è stato possibile. Da segnalare un’occasione gol per Smith e una per Lambert. In generale, i reds hanno rischiato in alcuni frangenti ma hanno anche saputo fare fronte diligentemente alla situazione. E quando a quattro minuti dalla fine, i difensori del Liverpool non sono riusciti a fermare un attacco dei belgi, ci ha pensato Ray Clemence. L’estremo difensore ha salvato il risultato con una parata all’altezza della sua reputazione.”
Il tabellino della finale di ritorno
Bruges, 19 maggio 1976, Jan Breydel Stadium, ore 19.30. Spettatori: 32.000 circa.
Bruges- Liverpool 1-1
Marcatori: 11’, Raoul Lambert (B) su rigore; 15’, Keegan (L).
Arbitro: Rudolf Glöckner (Germania Est).
Club Brugge: Birger Jensen, Fons Bastijns (c), Eddie Krieger, Georges Leekens, Jos Volders, Julien Cools, René Vandereycken, Daniel de Cubber (68’), Roger van Gool, Raoul Lambert (75’), Ulrik Le Fèvre. Allenatore: Ernst Happel. Sostituzioni: Dirk Hinderyckx (al 68’ per Daniel de Cubber); Dirk Sanders (al 75’ per Raoul Lambert).
Liverpool F.C. Ray Clemence, Phil Neal, Tommy Smith, Phil Thompson, Ray Kennedy, Emlyn Hughes (c), Kevin Keegan, Jimmy Case, Steve Heighway, John Toshack, Ian Callaghan. Allenatore: Bob Paisley. In panchina: Peter McDonnell, David Fairclough, Brian Hall, Joey Jones, Terry McDermott
GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)
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