Dalla consultazione di un quotidiano che esce in Abruzzo, terra di adozione di Curi, scopriamo che il giocatore era nato a Montefiore dell’Aso, comune in provincia di Ascoli, il 20 settembre del 1953. In giovanissima età il futuro calciatore si era trasferito a Pescara con la famiglia. La sua carriera calcistica era iniziata da ragazzino nell’Associazione Sportiva Marconi, squadra di calcio dilettantistico della città di Pescara. Poi, nel 1969, a sedici anni, era passato al Giulianova. Il club, al momento dell’arrivo di Renato Curi militava nel Girone D del campionato di Serie D. Nell’anno della partenza di questo giocatore, nella stagione 1972-1973, era arrivato secondo nel Girone B del campionato Serie C, dietro la SPAL.
Nella stagione 1973-1974, Curi fa un altro salto di categoria, passando al Como di Pippo Marchioro, squadra che partecipa al campionato di Serie B. Salvo errori da parte mia, nella consultazione dei tabellini online, presenti nella pagina internet del Museo del Como, la prima partita di Curi con i lariani è quella di Coppa Italia a Genova con la Sampdoria, giocata il 29 agosto del 1973 e finita con un pareggio per zero a zero. I blucerchiati si erano schierati con: Cacciatori, Santin, Rossinelli, Lippi, Prini, Lodetti, Badiani, Boni (77’, Petrini), Maraschi, Salvi, Improta (Allenatore: Vincenzi). Il Como aveva risposto con: Rigamonti, Callioni, Melgrati, Savoia, Cattaneo, Casone, Curi, Correnti, Traini, Pozzato, Russo (Allenatore: Marchioro).
L’esordio di Renato Curi in Serie B
L’esordio di Renato Curi in Serie B invece risale al 9 dicembre 1973, 11ª giornata di campionato, in occasione della vittoria casalinga del Como per uno a zero, contro la Reggina, quando subentra a partita in corso, al 69’, al posto di Roberto Casone. Nel turno successivo, quello tra Avellino e Como, Curi è in panchina. Poi, a partire dalla 13ª di campionato, cioè a partire dal match tra Bari e Como, giocato il 23 dicembre del 1973 e terminato con un pareggio per zero a zero, Curi entra in campo dal primo minuto e, da quell’incontro, si guadagna più o meno stabilmente il posto di titolare (solo tre assenze nel maggio ‘74).
Quel giorno le due squadre erano scese con le formazioni seguenti:
Bari: Mancini, Cazzola, Generoso, Consonni, Spimi, Garzelli, Martini, Scarrone, Casarsa, D’Angelo, Florio. A disposizione: 12) Merciai. 13) Tendi. 14) Zamparo. Allenatore: Carlo Regalia.
Como: Rigamonti, Melgrati, Gamba, Correnti, Cattaneo, Casone, Pozzato, Curi, Traini, Vannini, Galuppi (67’, Rossi). A disposizione: 12) Mascella. 13) Savoia. Allenatore: Pippo Marchioro.
Dal Como al Perugia
Dopo l’esperienza al Como, Renato Curi passa al Perugia insieme al compagno di squadra, e di reparto, Franco Vannini. È la stagione 1974-1975 e per il Perugia, allenato da Castagner, quel campionato di Serie B si concluderà con l’ottenimento del primo posto e la promozione dei grifoni umbri in Serie A.
L’anno seguente, l’impatto con la Serie A del Perugia è più che positivo e alla fine del campionato gli umbri si piazzano all’ottavo posto, ad un solo punto dalla zona UEFA. Proiettandoci un po’ avanti nel tempo ed arrivando agli anni immediatamente seguenti, possiamo dire che il Perugia sfiorerà ancora la zona UEFA nei campionati 1976-1977 e 1977-1978, ottenendo rispettivamente un un sesto e un settimo posto e Renato Curi è una delle stelle del club.
Poi, nella stagione 1978-1979, gli umbri raggiungeranno il loro massimo risultato arrivando secondi, dietro il Milan che conquista la Stella. L’anno dopo, ci sarà ancora un onorevole settimo posto e poi il ciclo virtuoso terminerà con la partenza di Castagner nel 1980 e con la retrocessione in Serie B del Perugia nel 1981.
Il gol alla Juventus
Ma, per tornare alla stagione 1975-1976 e a Renato Curi, di quell’anno si ricorda un suo gol alla Juventus. Era il 16 maggio 1976 e, come abbiamo visto in un capitolo precedente, quel gol causò in qualche modo la sconfitta nella corsa allo Scudetto che i bianconeri avevano ingaggiato con i “cugini” del Toro. Alla vigilia del match (quindicesima di ritorno), i granata erano primi a 44 punti e i bianconeri secondi a 43.
I verdetti dell’ultima giornata portarono un pareggio casalingo del Toro contro il Cesena e, appunto, la sconfitta esterna della Juve a Perugia. Con tali risultati, il campionato si concluse col Toro primo a 45 punti e la Juve seconda a 43. La rete di Curi fu molto bella: un tiro al volo di esterno destro da distanza ravvicinata su bel cross di Novellino che, a conclusione di una triangolazione, aveva fatto partire un assist dalla fascia di destra. Quel giorno Curi era stato il migliore in campo.
Il tabellino della partita tratto da “La Gazzetta dello Sport”
I destini di Renato Curi e della Juventus si incontreranno per l’ultima volta a Perugia poco più di un anno dopo: il 30 ottobre del 1977.
Alla vigilia del match, giocato alla sesta giornata di andata, la classifica dice che il Milan è in testa a sette punti col Genoa (ma mai un inizio di campionato fu più bugiardo per i rossoblù genovesi: quell’anno il Genoa retrocederà da terzultimo per un solo gol di differenza reti rispetto alla Fiorentina). In testa alla classifica insieme a Genoa e Milan ci sono proprio Juve e Perugia che quindi si scontrano da prime della classe. Il Perugia veniva da una vittoria per tre a due in trasferta a Bologna e la Juventus aveva inflitto una sonora sconfitta per cinque a uno ai viola in casa a Torino.
A pochi minuti dall’inizio della ripresa, avviene la tragedia
Nel primo tempo della partita giocata, il 30 ottobre del 1977, dal Perugia contro la Juve nello Stadio di Pian di Massiano, su un terreno reso pesante dalla pioggia autunnale, Renato Curi è tra i migliori in campo per impegno e manovra. Ma, al quinto minuto della ripresa, il giovane centrocampista degli umbri si accascia. I giocatori della Juve che gli sono vicini si accorgono subito della gravità della situazione e richiamano l’attenzione dell’arbitro e dei soccorsi. Il giocatore è portato fuori in barella. Si tentano tutte le cure ma Curi non riprende coscienza e viene portato via in ambulanza.
Mentre la partita si concludeva con un pareggio sul punteggio di zero a zero, all’ospedale si registrava il decesso di Renato Curi. Lasciò una figlia di pochi anni e un bambino che ancora non era nato: la moglie era incinta di alcuni mesi.
La morte di Renato Curi scosse l’intera nazione. Aldilà delle vicende legali e delle questioni riguardanti le cause e le responsabilità della sua morte, rimane la figura di un giocatore che è ricordato con grande affetto dagli sportivi italiani.
Estratto in anteprima di Massimo Prati, “Il Calcio Anni ’70. Secondo Volume 1975-1977”. Urbone Publishing, libro non illustrato, in uscita a novembre.
Il primo volume (1969-1974) è già in vendita da un anno.