GLIEROIDELCALCIO.COM – Erano iniziati gli anni ’80 e l’Italia già sentiva aria di rivoluzione calcistica. La Serie A cominciava ad essere la lega cannibale, la più importante a livello mondiale e uno straniero in rosa, ormai, era poca roba.
Bisognava cambiare e anche in fretta. I presidenti delle più grandi squadre della massima categoria già avevano iniziato a tessere le fila per portare in Italia campionissimi provenienti da ogni dove. Anche la politica aveva deciso di fornire il proprio supporto decisivo, convinta ormai dal fatto che l’esborso di così tanti miliardi non avrebbe indebolito il nostro amato Paese ma, al contrario, lo avrebbe reso l’eldorado del pallone intercontinentale.
Così, con un Mondiale ormai alle porte e con un lungo elenco di talenti sparsi per il vecchio continente, erano partite le opzioni. La Juventus, nel Dicembre del 1981, sembrava ormai vicinissima all’acquisto del talentoso tedesco Schuster, ventunenne in forza al Barcellona e prospetto molto interessante tra tutti quelli di primissima fascia. Zibi Boniek, completo centrocampista offensivo del Widzew Lodz e pilastro della nazionale polacca, sembrava l’uomo giusto per la Fiorentina, da affiancare al numero 10 Antognoni, fermo in infermeria ma sempre punto di riferimento.
La più decisa sembrava l’Inter del presidente Fraizzoli, l’unica in grado di avere una qualche certezza d’acquisto di un tedesco di nome Hansi Muller, uno che sembrava dovesse prendere il posto dell’istrionico e tecnicissimo Beccalossi. E poi c’era la Roma di Viola, decisissima a formare il duo brasiliano delle meraviglie. All’ingegnere, infatti, piaceva l’idea di poter unire la fisicità di Falcao alla tecnica delicata di Zico.
Il tempo e l’apertura delle frontiere al doppio straniero, nel campionato 1982/83, confermarono quelle attese soltanto in piccolissima parte.
Le previsioni di mercato si rivelarono semplici sogni, anche se quasi tutti giocarono in Italia. Boniek saltò Firenze e finì a Torino; Schuster rimase nel Barcellona e si ritrovò al fianco di un giovanissimo Maradona; Zico fece la felicità dell’Udinese e il buon Hansi Muller passò da Milano per due stagioni, senza lasciare un grande segno.
Bei tempi, quando il nostro non era un campionato normale ma il centro del pallone mondiale.