GLIEROIDELCALCIO.COM – Se ad un neozelandese chiedete che cosa sia per lui il calcio, probabilmente vi risponderà in maniera scocciata, sicuramente distaccata.
A quelle latitudini il pallone più importante non è sferico. Lì, in una delle tante ex colonie britanniche, lo sport nazionale è il duro ed elegante rugby, giocato con ferocia sportiva fin dalla tenera età e vissuto come un vero stato d’animo, un modo di essere.
La Nuova Zelanda è rugby, si sa. Il calcio, però, seppe ritagliarsi uno spazio importante nel lontano 1982. Era il 10 Gennaio di quell’anno e la nazionale guidata dall’inglese Adshead riuscì a staccare il biglietto per il Mundial spagnolo.
Uno spareggio all’ultimo colpo contro la Cina, giocato sul campo neutro di Singapore. Una vittoria per 2-1 ottenuta dopo una sontuosa prestazione, tutta fisico, tattica e cuore.
Di quella squadra facevano parte calciatori che avevano calcato i campi inglesi e che nella madrepatria ci erano anche nati; Steve Woddin e Bobby Almond erano nativi di Liverpool e Londra, poi emigrati oltreoceano. E poi ancora Steve Summer, capocannoniere della fase di qualificazione con 16 gol, e Murphy (ex Everton).
A siglare il gol decisivo fu un destro al fulmicotone di Rufer.
Quella di 40 anni fa fu una vittoria storica che riuscì a permettere al Paese dei Maori di dare una svolta decisiva alla propria storia calcistica.