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“Si è visto un Foggia in formato Maranello, capace di ritmi vertiginosi dal primo al novantesimo minuto”
Lo sguardo di uno Zeman più silenzioso che mai sanciva la resa di uno squadrone in formato sprint. Mandato fuori dal prego si accomodi di Sguizzato, dopo il 3 a 0 juventino.
Nonostante un risultato largo, acquisito grazie alla tripletta dell’incredibile numero 10 juventino, il Foggia di Zeman, quel giorno di inizio Febbraio del 1992, fu capace di mettere in campo una prestazione tra le migliori di tutto il campionato. Una squadra velocissima, collaudata, con gli schemi provati e riprovati ed un Signori formato Nazionale.
Il vantaggio bianconero arrivò grazie al doppio calcio di rigore concesso dal direttore di gara per falli commessi dall’arcigno Padalino. Il primo, in tutta onestà, c’era: atterramento in area del Divino, con tocco decisivo sul piede destro. Il secondo, invece, fu più un rigorino da sbilanciamento, con Di Canio buttato giù dopo uno spalla-spalla vicino alla porta rossonera.
Il terzo gol, invece, fu un capolavoro balistico di un Baggio ispiratissimo. Un controllo su una delle sue zolle preferite e un tiro a giro, di controbalzo, che si andò a conficcare all’incrocio opposto, con Rosin sconsolato e inerme.
La riscossa di Zemanlandia non si fece attendere. Petrescu firmo l’1 a 3 con un colpo di testa da pochi passi, il 2 a 3 grazie ad una realizzazione di Signori (salvo poi essere annullato per fuorigioco di Rambaudi).
Casiraghi portò il definitivo parziale sul 4 a 1, con uno dei suoi colpi di testa precisi e calibrati.
Intervistato alla fine dell’incontro dai giornalisti Rai, il sempre pungente Tacconi ebbe a dichiarare:
“Devo fare i complimenti al Foggia, la squadra più forte incontrata da noi fino ad ora”