GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – E’ il 2 marzo 1980 quando viene ufficialmente intitolato lo stadio di San Siro a Giuseppe Meazza.
Uno stadio importante quello meneghino, emblema del calcio di Milano ma potremmo dire del calcio italiano in Europa e nel mondo. Lo stesso Meazza rappresenta un grande prodotto del calcio nostrano, un idolo delle folle interiste e un autentico trascinatore e rappresentante della Nazionale italiana campione del mondo nel 1934 e 1938.
Eppure la storia di questa intitolazione rivela che non fu né facile né scontata.
Dopo la morte del grande campione ci fu una persona che, non appena avuta la notizia della scomparsa, prese molto seriamente la questione dell’intitolazione, il giornalista Mario Natucci.
Con un’iniziativa lanciata dalle colonne della “Notte”, una testata all’epoca tra le più lette a Milano, Natucci persegue questo obiettivo che diventa tale già la sera stessa della triste notizia.
Meazza è un campione che certamente è ricordato con la maglia della Nazionale ma anche con quella dell’Inter. Pochi ricordano invece che ha vestito per due stagioni, dal 1940 al 1942, la maglia anche del Milan, che in quel periodo si chiamava Milano. E questo era certamente un punto a favore dell’iniziativa …ma c’era qualche ostacolo.
Alla burocrazia, purtroppo tipica nella nostra penisola anche all’epoca, si aggiungeva una difficoltà ulteriore: a Milano in quel periodo vi era una giunta socialista, di sinistra che si opponeva all’intitolazione ad un uomo che era identificato e inquadrato in un periodo storico ben definito, un periodo di vittorie mondiali sotto gli stemmi del fascismo. Inoltre Meazza si “portava dietro” un soprannome davvero scomodo per “sperare” in una intitolazione dello Stadio di San Siro: “Balilla”. Questo soprannome gli fu dato in occasione di una partita in cui l’allenatore Weisz lesse nello spogliatoio la formazione annunciando la presenza in campo del giovane Meazza nell’undici iniziale. Uno dei calciatori più anziani, Leopoldo Conti, esclamò allora: «Adesso facciamo giocare anche i balilla!». Come sappiamo l’Opera Nazionale Balilla raccoglieva tutti i bambini dagli 8 ai 14 anni e al “vecchio” Conti venne spontaneo apostrofare in quel modo il giovane Meazza.
Natucci insieme al responsabile dei Servizi Sportivi de “La Notte” Enrico Crespi, promuove l’iniziativa di intitolazione di San Siro al grande campione, pubblicando sulle pagine del quotidiano una scheda che i lettori avrebbero dovuto riempire dichiarandosi quindi favorevoli all’iniziativa. Ne arrivarono migliaia, più di quanto i fautori stessi si sarebbero mai immaginato. Ovviamente furono fatte vedere al sindaco dell’epoca Carlo Tognoli, ma la situazione era in stallo.
Poi il colpo di genio… uno di questi tagliandini fu fatto firmare a Paride Accetti che all’epoca ricopriva l’incarico di “Assessore allo Sport e al Tempo Libero”. La scheda così firmata venne pubblicata sul quotidiano accompagnata da un titolo forte, dal forte riferimento ai poemi omerici, a supporto dell’iniziativa: “IL GIUDIZIO DI PARIDE, anche lui è favorevole”. Il quotidiano cavalca in maniera importante la questione e l’amministrazione pubblica, con il Sindaco in primis, si rende conto che sarebbe ormai impopolare non farlo.
Fu così che il 2 marzo 1980 lo stadio di San Siro, teatro di mille battaglie, diventa lo Stadio Giuseppe Meazza. Per l’occasione viene commissionata una scultura a Paolo Todeschini, ex calciatore di Milan, Bologna, Lazio e Napoli solo per citarne alcune che, laureato in Architettura, ha sempre alternato l’attività di calciatore prima e allenatore poi con quella di scultore.
Meazza, Natucci, “La Notte” e gli sportivi hanno vinto.