Il 2 ottobre 1935 nasceva Omar Sivori, uno dei giocatori più forti della storia della Juventus
“E’ da due anni che ti aspettiamo”
“E pensare che sono 5 anni che aspettavo che la Juventus mi acquistasse”
Parole e musica, una dichiarazione d’amore corrisposta da altrettanto cieco amore quello fra la Vecchia Signora, rappresentata dal Presidente Umberto Agnelli, ed il fuoriclasse argentino Omar Sìvori.
Il prolifico attaccante sud americano era innamorato della Juventus anche grazie ai racconti del suo tecnico del River Plate, Renato Cesarini. Lo scopritore di Sìvori infatti aveva militato per tanti anni alla Juve, nella fattispecie durante gli anni del quinquennio d’oro (1930-1935).
Il 1957 è l’anno della svolta: El Cabezon(per via della sua notevole testa) viene portato a Torino. Saranno 8 anni d’amore per “il grande mancino”. Dall’Argentina lascia “il trio degli angeli dalla faccia sporca” (che comunque ritroverà in Italia: Maschio al Bologna, Angelillo all’Inter), per ritrovarsi al centro di un altro formidabile attacco: Sìvori-Boniperti-Charles. Il trio verrà definito ‘magico’. Alla prima di campionato segnano tutti e tre. E’ il segnale di qualcosa di grande.
Sotto la Mole, Sìvori vince tre campionati. Nelle otto stagioni marca 174 reti in 259 match. Speciale l’annata 1960/61. 28 goal in 29 partite. Numeri e giocate pazzesche che gli regalano il Pallone d’Oro. Nel 1965 si accasa al Napoli, però. I rapporti col tecnico paraguayano Heriberto Herrera si logorano e alle pendici del Vesuvio può continuare la sua vita calcistica di genio e sregolatezza.
Andiamoci a vedere qualcuna delle sue magie. Dribbling secchi, tanta classe, ottimo colpo di testa, grande velocità e qualità nel palleggio. E poi che numeri in sforbiciata e tiri al volo. Tutto questo era Omar Sìvori, nato il 2 ottobre 1935 e spirato il 17 febbraio 2005.