LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 20 ottobre 1935 nasce a Trento Fabio Cudicini. Sarà l’estremo difensore dell’As Roma per ben 8 stagioni, di cui sei da titolare, dal 1958 al 1966. Con lui tra i pali la compagine giallorossa vince l’unico trofeo internazionale, la Coppa delle Fiere nel 1961, e la prima Coppa Italia nel 1964. Una dinastia di calciatori la sua: il padre Guglielmo, difensore della Triestina negli anni ’30, e il figlio Carlo, portiere come lui tra l’Italia e l’Inghilterra.
“Cudicio”, così soprannominato nella capitale, è alto 191 cm, altezza non usuale per un portiere a cavallo degli anni 50/60; un portiere agile, concreto, efficace che lascia poco spazio agli interventi spettacolari e dotato di gran senso della posizione.
Esordisce in serie B nel 1955/56 con l’Udinese conquistando la promozione nella massima Serie dove colleziona, nella sua prima stagione, 13 presenze. Nel 1958 approda alla Roma per svolgere il ruolo di “secondo” a Panetti, ma dopo due anni il tecnico Alfredo Foni lo lancia tra i titolari.
A conferma della splendida stagione precedente gli viene assegnato il premio Combi nel Gennaio del 1962, istituito dalla Juventus in ricordo dell’omonimo portiere bianconero, come miglior “numero Uno” della serie A.
Considerato tra i migliori portieri di sempre tra quelli espressi dal nostro calcio, a Roma non ebbe l’opportunità di avere di fronte a se una grandissima squadra in grado di lottare per le posizioni di alta classifica. Si distinguerà in maniera particolare durante la finale d’andata in Coppa delle Fiere il 27 Settembre del 1961 contro il Birmingham (2-2) in Inghilterra, risultato mantenuto grazie alle sue prodezze: “Eroe, certo, per lo sport è una parola un po’ grossa: ma quello che ha fatto stasera a Birmingham Cudicini, merita gli elogi più assoluti. Semplicemente prodigioso, il portiere giallorosso ha sventato almeno quattro tiri da gol, quattro tiri che nessuno all’infuori di lui sarebbe mai riuscito a fermare” (Cit. Corriere dello Sport, 28 settembre 1961). A fine gara incasserà anche i complimenti del tecnico inglese Gill Merrick, ex portiere della nazionale Inglese. L’11 Ottobre successivo la Roma riceve all’Olimpico il Birmingham e completa l’opera: 2-0. Mille fiaccole sugli spalti e Coppa delle Fiere in bacheca.
Nel 1964 la compagine capitolina si aggiudica anche la prima Coppa Italia. In semifinale la Roma affronta la Fiorentina e dopo i primi novanta minuti il risultato è di 1-1. Anche i tempi supplementari finiscono in parità; si da inizio quindi alla lotteria dei calci di rigore. L’arbitro fa battere sei calci di rigore per parte e la Roma li segna tutti, cinque con Manfredini e uno proprio con Cudicio, la Fiorentina ne segnerà solo due: la Roma è in finale con il Torino.
Il 21 gennaio 1962 Cudicini si rende protagonista, suo malgrado, di un episodio curioso. Va in scena Roma-Juventus (3-3) e il numero uno giallorosso subisce un forte colpo in testa all’inizio del secondo tempo ad opera dello Juventino Stacchini. Si rialza e gioca in stato confusionale sino al termine della partita. “Rientrato negli spogliatoi, il portiere giallorosso ha avuto una crisi: sdraiato sul lettuccio non riconosceva gli amici che gli erano vicini e cadeva in uno stato di completo intontimento. Dopo una prima affrettata visita i sanitari della società decidevano di farlo trasportare al Policlinico Italia, per un esame radiografico al cranio. A due ore di distanza però le conseguenze del fortuito incidente apparivano meno gravi..” (Cit. La Stampa, 22 gennaio 1962).
Nel 1966 la Roma è in Australia e a Cudicini viene comunicato, dopo 210 partite ufficiali, che avrebbe dovuto lasciare Roma e la Roma: lui pianse. Alcuni contrasti con il tecnico Oronzo Pugliese risulteranno decisivi per il suo trasferimento a Brescia, dove riuscirà a conquistare la salvezza dopo un campionato travagliato. Proprio in questo campionato riesce a togliersi anche una piccola soddisfazione: “Verso la fine del campionato ’66-’67 andammo all’Olimpico a giocarci la permanenza in Serie A contro la Lazio. Io fui schierato titolare, vincemmo 2-0 in trasferta e loro al termine della stagione andarono in B. Non male per un romanista come me…” (Cit. Asroma.it, 22 giugno 2014).
Dopo la parentesi di Brescia vestirà la maglia del Milan per cinque stagioni dove vincerà tutto ciò che era possibile vincere, guadagnandosi oltremanica l’appellativo di Black Spider, il Ragno Nero. Vincerà, infatti, in quei cinque anni Scudetto, Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale.