(PIANETAGENOA1893.NET di Stefano Massa)
In questo articolo il sito Pianetagenoa1893.net racconta la storia di Augusto Morganti, un guardalinee ucciso sul campo esattamente 100 anni fa. Eccone un estratto.
[…] Era in programma in quel famigerato 2 maggio 1920 l’incontro di ritorno della Semifinale del trofeo messo in palio dal Comitato Regionale Toscano tra lo Sporting Club Viareggio e l’Unione Sportiva Lucchese. […] Andati al riposo con uno 0-2 al passivo, i lucchesi, che schieravano tra le loro fila due attaccanti […] del calibro di Ernesto Bonino II e Giovanni «Johnny» Moscardini […], reagirono, riuscendo a riportarsi in parità con una rete a una decina di minuti dal termine su una punizione dal limite dell’area di rigore concessa – secondo i viareggini in maniera ingiusta – dall’arbitro dell’accesa sfida, il quale, come spesso accadeva, non era quello designato.
[…] Mercoledì 19 giugno 1968 la Rai trasmise nella sua rubrica “Almanacco” un lungo filmato sui fatti di quarantotto anni prima a Viareggio, in cui intervistò gli ormai attempati Paolo Guidi ed Elisio Barsanti.
[…] Barsanti dichiarò: “Al secondo goal della Lucchese ci furono [sic!; fu] un sacco di fischi dei tifosi [viareggini], perché non parve regolare; allora [da] un giocatore della Lucchese venne fatta una mossa [di scherno] al pubblico [di casa] non troppo corretta, al che il Morganti, che era guardalinee, lo riprese così con la bandierina [mimando il gesto della percossa], più che altro uno stecco di bandiera; beh, insomma, bastò quello perché si accendessero discussioni e [poi] successe quel che successe”.
[…] Vista la situazione da Far West che si era creata, l’arbitro, […] fischiò la fine dell’incontro con un paio di minuti d’anticipo […] il direttore di gara e i calciatori ospiti vennero scortati negli spogliatoi dai dirigenti viareggini.
[…] Il carabiniere Natale De Carli […] pensò male di non riporre nella fondina la pistola d’ordinanza, ma di esibirla agli ormai pochi astanti per invitarli a disperdersi, andando sciaguratamente a farne sentire materialmente la presenza a una spalla di Morganti: dopo averla toccata con la canna per due-tre volte, partì il colpo di pistola che, fracassandogli la mascella, nel giro di pochi minuti pose fine alla vita di Morganti.
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