GLIEROIDELCALCIO.COM (Marco Cianfanelli) – Lo scorso 16 luglio il Consiglio Direttivo del Palermo ha ufficializzato la nuova denominazione dei rosanero. Si torna al tanto auspicato, dai tifosi, Palermo Football Club nominativo già assunto nel 1907. Un ritorno, pertanto, alle origini o quasi del Palermo, sodalizio fondato nel 1900. A latere, l’occasione offre spunti anche per parlare dei colori e simboli della squadra palermitana affrontando il tema con una retrospettiva sui gagliardetti utilizzati a partire dalla fine degli anni quaranta e fino ai giorni nostri. In primis è d’obbligo risalire alle motivazioni che hanno addotto la scelta dell’aquila e del rosa e nero sui gagliardetti. L’aquila è tratta dalle insegne del comune di Palermo e sulle sue origini esistono almeno due ipotesi. La prima, quella più accreditata, fa risalire tale simbolo all’aquila romana. Infatti, una testimonianza risalente ad un’opera del 1470 già riconduceva all’aquila e alle sue nobili origini. L’aquila era il simbolo per eccellenza di Roma imperiale e non soltanto. Essa era, infatti, anche l’emblema che contraddistingueva le legioni romane e che veniva difeso dai soldati di Roma fino all’estremo sacrificio. Con un balzo in avanti di diverse centinaia di anni arriviamo al 1900, alla nascita del Palermo. Ebbene, come citato nel libro di Giovanni Tarantino e Paolo Massimiliano Paterna “Una storia in rosa e nero – Ed. il Palindromo”, parlando in merito dei simboli della squadra, così viene riportato “…se si leggesse la storia degli albori della società in chiave ironica si potrebbe pensare che i primi presidenti non avrebbero potuto fare di meglio per confondere le idee ai posteri…”. Ironia a parte quanto sopra corrisponde senz’altro alla verità. Come potrebbe essere diversamente quando i colori della maglia originaria erano il rosso ed il blu mentre lo stemma, invece, è nei colori bianco e azzurro? La motivazione di questo risale al Presidente Valentino Colombo il quale nell’ideare, nel 1920, il logo della propria squadra pensò di utilizzare i colori di un’altra squadra di Palermo da lui diretta qualche anno prima. Ad ogni buon conto fu poi lui stesso, nel 1921, a modificare i colori dello stemma trasformandoli negli storici rosa e nero. Passiamo ora ai labari ed alle loro evoluzioni negli anni.
Nella stagione 1948 – 1949, trascorsa in serie A, il Palermo utilizza uno splendido gagliardetto con al centro un finissimo ricamo di un’aquila turrita. Tale labaro fu utilizzato in uno dei due incontri che il Palermo disputò contro la Triestina in quel campionato.
Gagliardetto stagione 1948-’49
Foto tratta dal “Calcio Illustrato” feb. 1949
Nella stagione 1953-1954, che i rosanero disputarono ancora in serie A, il gagliardetto cambia rispetto a quello in uso alla fine degli anni quaranta. Innanzitutto viene riportata la denominazione Palermo Calcio anziché Unione Sportiva Palermo. Per quanto riguarda l’aquila, invece non compare con le ali abbassate ma bensì nelle stesse fattezze del simbolo che il Palermo adottò nel 1932, annata della prima stagione in assoluto in serie A.
Gagliardetto della stagione 1953-’54
Proseguendo, nel 1965 i gagliardetti tornano all’antico. Riappare la denominazione Unione Sportiva Palermo e l’aquila, sempre rigorosamente ricamata a mano, torna ad essere analoga a quella presente nei simboli cittadini. A carattere generale i labari negli anni sessanta sono realizzati in questo formato alterando all’indicazione dell’annata quello della stagione sportiva, mantenendo sempre le stesse caratteristiche.
Gagliardetto utilizzato nel 1965
Si passa poi agli anni settanta con due diverse tipologie di gagliardetti. Con la prima, in uso agli inizi del decennio, sono riprese le analoghe caratteristiche degli gagliardetti degli anni sessanta
Gagliardetto in uso nei primi anni ’70
Nel 1979, invece, la geniale matita del compianto maestro Pietro Gratton, produce un nuovo simbolo in cui appare, all’interno di un rombo verde, il profilo stilizzato della testa di un’aquila rosanera con lo sguardo rivolto verso sinistra.
Gagliardetto in uso dal 1979
La dolorosa scomparsa del club nel 1986 e l’immediata ricostruzione nel 1987 inducono anche la realizzazione di nuovi gagliardetti. Essi hanno un’effige che raffigura su uno scudo la testa di un’aquila, rivolta verso destra ed in bianco, che si sovrappone ad una fascia in rosa nero. Sul gagliardetto viene anche indicato l’anno di fondazione, un’indubbia rarità poiché il Palermo ha apposto sui propri labari l’anno di fondazione davvero sporadicamente.
Gli anni novanta si aprono con un nuovo gagliardetto. Nel 1991, infatti, viene decisa la realizzazione di un nuovo emblema che riporta un’aquila con le ali spiegate insieme ad uno scudo a strisce verticale rosanero. Tale tipologia di stemma rimarrà nei gagliardetti fino al 1994.
Gagliardetto in uso dal 1991 al 1994
Dal 1994 la Società assume la denominazione U.S. Città di Palermo e, conseguentemente, le insegne societarie cambiano. L’aquila torna ad essere analoga a quella presente nell’araldica cittadina e riporta ai lati due semicirconferenze nei colori rosa e nero e con uno scudo nelle stesse tonalità.
Gagliardetto in uso dal 1994 al 2001
Si arriva al 2001 e lo stemma nei labari cambia ancora. Questa volta il simbolo dei rosanero diventa uno scudo con in capo la denominazione societaria ed il disegno di un’aquila dorata, con inserti bianchi, ripresa in fase di picchiata su un’ideale preda. E’ il labaro che accompagna il Palermo in Europa e rimane in uso fino al 2019.
Gagliardetto in uso fino al 2019
Il resto è storia recentissima, attualità. Dopo un’estate 2019 infuocata, il Palermo fallisce ed è costretto a ripartire dalla serie D. Lo fa con un nuovo simbolo ed una nuova denominazione. Sul gagliardetto viene difatti riportato, oltre il nome Palermo un logo con la testa di un’aquila a cui è affiancato il profilo di una lettera P.
L’inizio di una nuova era, di un periodo di rinnovate grandi tradizioni e vittorie. Tornerà a volare alto l’aquila rosanera!!
Gagliardetto in uso dal 2019
I gagliardetti appartengono alla collezione di Marco CIANFANELLI (www.pennantsmuseum.com)
Originario di Ariccia, nel bel mezzo dei Castelli Romani. Impegnato nel mantenere viva la memoria del calcio studiandone “i colori” che lo contraddistinguono. Studioso di Araldica. Tra i più grandi collezionisti al mondo di gagliardetti. Un sito, www.pennantsmuseum.com , per condividere con i calciofili, italiani ed esteri, il fascino intramontabile dei gagliardetti.