(RIVISTACONTRASTI.IT di Enrico Leo – Foto ALCHETRON)
Rivista Contrasti dedica un ritratto dettagliato alla storia di Billy Shankly, un mito del calcio inglese. Ve ne proponiamo un estratto.
[…] Il primo dicembre del 1959 il Liverpool FC comunica l’approdo sulla panchina della Prima Squadra di William “Bill” Shankly.
[…] Liverpool, molto più di Londra, è l’ombelico culturale di un intero continente, se non addirittura del mondo. Ben prima di Parigi, Praga, Los Angeles, Liverpool inizia ad armonizzare su di sé più voci e un’idea propria di identità che prende spunto anche dalle sue due squadre di calcio. Pazienza se il club più forte del mondo in quegli anni è la “Grande” Inter di Helenio Herrera e capitan Picchi. Difesa e contropiede hanno vita breve perché il Liverpool in Inghilterra anticipa la rivoluzione olandese che prenderà corpo a cavallo del decennio 60-70. Il lavoro di Shankly tra Melwood ed Anfield è un trattato di antropologia calcistico-sociale da tramandare ai posteri. […] Sulle rive del Mersey fin dal 1959, Shankly ha un solo obiettivo: riportare il Liverpool ai fasti del 1946-1947, primo campionato disputato dopo il secondo conflitto mondiale ed anno di grazia dell’ultimo titolo in casa Reds. […] In una dinamica simile, il pensiero fisso di Shankly è uno: riportare il Liverpool FC a guardare tutti dall’alto in basso. L’anno successivo sarà così e il Liverpool consegue il titolo segnando la bellezza di 92 gol in 42 partite, dimostrando come abbinare calcio offensivo – secondo miglior attacco della lega, dietro a quello del Tottehnam dell’ex rossonero Jimmy Greaves – con la migliore difesa.
[…] Quando nasce Bill, il 2 settembre 1913, la crisi che attanaglia il sistema industriale del luogo è oramai in stato avanzato. Il primo conflitto mondiale è pronto ad esplodere in tutto il suo fragore e nulla sarà più come prima.
[…] Anche altri due suoi futuri colleghi, sempre scozzesi e di un certo spessore nella storia del football mondiale, condividono esperienze simili alle sue, seppure a chilometri di distanza: Jack Stein e Matt Busby.
[…] Eppure per Busby, molto prima dei granata che troveranno la loro completa rivincita dopo Superga solo nel 1976 quando sfioriscono le viole di Rino Gaetano, c’è una seconda chiamata del destino. Dieci anni dopo Monaco di Baviera la seconda generazione dei Busby Babes, trascinati da un numero 7 di nazionalità nord-irlandese definito da qualche benpensante il quinto Beatle al secolo George Best, fanno impazzire l’intera Europa. Insieme a Denis Law, Bill Foulkes, Nobby Styles, Brian Kidd e il sopravvissuto Bobby Charlton, lo United e soprattutto il suo mentore scozzese conquistano la tanto agognata Coppa dei Campioni.
[…] Già da calciatore Shankly si segnala come un difensore di coscienza e spirito. La sua carriera si sviluppa in due club: Carlisle United e soprattutto. […] Shankly è considerato una leggenda del Preston e l’allenatore più amato della storia del Liverpool FC, in attesa di comprendere oggettivamente e con distacco il lascito di Jurgen Klopp.
[…] Per Shankly, dal 1959 sino al 1974, Red or Dead, rosso o morte, non è solo un motto o il titolo del romanzo di David Peace, assolutamente da leggere, bensì un mantra. È il primo comandamento da incidere nella pelle di ogni giocatore che indossa la gloriosa divisa rossa del Liverpool.
[…] I valori sono i capisaldi su cui si fonda una cultura o un metodo di lavoro ogni individuo. Per Shankly la cura della tecnica di ogni giocatore è l’aspetto più importante su cui lavorare. Prima ancora della tattica, il lavoro svolto per migliorare le abilità di tocco del pallone di ogni singolo interprete sono i fondamentali su cui poi viene inculcato l’insegnamento shanklyniano. Le parole chiave sono quattro: controllo, passaggio, movimento, velocità.
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