GLIEROIDELCALCIO.COM (Danilo Sandalo) – Il 19 settembre 2004, all’ età di quasi 30 anni, Riccardo Zampagna fa il suo esordio in Serie A durante Messina-Roma. Una partita che vedeva contrapposte due squadre che in comune avevano solo i colori sociali, notevole la differenza sia tecnica che di blasone. Una partita che si preannunciava senza storia dal momento che vedeva contrapposte “Davide contro Golia”, una mission impossible sulla carta che però i ragazzi di Bortolo Mutti riescono a tenere viva fino al 78’ minuto quando, sul risultato di 3-3, la palla arriva a Riccardo Zampagna che s’ invola da solo verso la porta di Pellizzoli e una volta trovatosi a tu per tu con l’ estremo difensore romanista il gigante buono non ci pensa due volte e fa quello che, anche a detta sua, era meno indicato e consigliato fare in quel momento: il pallonetto! Passano attimi interminabili che lasciano i presenti con il fiato sospeso prima che il pallone finisca in rete, momenti che racchiudono stupore e ammirazione e che strozzano l’ imminente urlo del “San Filippo” che da li a poco si sarebbe trasformato in una bolgia impazzita di gioia.
Un gesto impensabile quello fatto quel giorno dal ragazzone di Terni che racchiude in sé un mix di spensieratezza e pazzia, ma anche poesia e gioia di vivere, come anche la voglia di mettersi in mostra in quella vetrina calcistica che aveva raggiunto in età forse un po’ tardiva, ma non per questo motivo non meritevole di poterla vivere al massimo delle proprie possibilità, quasi come un veterano. In quel gesto si evince tutta la determinazione di voler regalare finalmente alla gente di Messina quelle gioie social popolari che solo il calcio sa donare, riuscendo a mettere da parte per un momento i tanti problemi che attanagliano una realtà di provincia del Sud Italia.
In tutto questo si potrebbe racchiudere l’ epopea di Riccardo Zampagna, l’ operaio del gol, nato a Terni il 15 novembre del 1974 e che oggi compie 46 anni. Un personaggio sopra le righe e fuori dagli schemi probabilmente arrivato troppo tardi nel calcio che conta.
Figlio di un operaio delle acciaierie di Terni, Riccardo cresce con il culto della lotta proletaria e all’ età di 23 anni, dopo aver militato in diverse squadre di categorie dilettantistiche, si ritrova a fare il tappezziere mettendo quasi definitivamente da parte il calcio fino alla chiamata del Pontevecchio, squadra che militava nell’ Interregionale, l’ attuale Serie D.
Da qui comincia la scalata a suon di gol verso le serie professionistiche fino ad arrivare a vestire la maglia della Ternana, in Serie B, realizzando il sogno di una vita. La militanza nella squadra della sua città gli vale il salto di categoria e così passa al Messina riuscendo finalmente a calcare il palcoscenico della Serie A.
Ma Zampagna viene ricordato soprattutto per essere stato l’autore dei gol impossibili, quelli di rovesciata che da uno col suo fisico difficilmente ci si aspetta eppure la sua gioia di giocare a calcio gli permetteva di mettere da parte i limiti fisici e tecnici, mettendo spesso e volentieri il cuore oltre l’ ostacolo.
Lo stesso cuore che in occasione di un Livorno-Messina nel 2005, lo portò a fare il pugno chiuso sotto la curva nord dei livornesi nei confronti degli stessi che erano gemellati con la tifoseria della Ternana, squadra della sua città natale di cui ne è anche tifoso. Un gesto che suscitò le critiche da parte di molti che in quell’occasione hanno paragonato l’accaduto al gesto del braccio teso fatto da Paolo Di Canio. Zampagna affermerà come quel gesto fu un semplice saluto rivolto a chi prima della partita lo aveva voluto incontrare per rendergli omaggio per le sue origini ternane.
Al di là di tutto però va considerato che Riccardo Zampagna, seppur per breve tempo, non fu una semplice apparizione o una meteora nel calcio professionistico dal momento che ancora oggi viene ricordato per i suoi pregevoli gesti tecnici che hanno regalato attimi di felicità interminabili a province talvolta dimenticate anche da Dio. Lui, al contrario di tanti altri, non ha mai voluto sostituirsi al divino ma semmai si è fatto interprete del mito dell’ eroe che conduce una battaglia solitaria contro il potere, in questo caso a suon di gol, e per questo motivo viene riconosciuto dal popolo come l’ interprete ideale per vincere battaglie impossibili.
Calcisticamente Riccardo Zampagna è stato questo, al di là delle chiacchiere che si sono dette, ed oggi non avere un condottiero simile ci rende tutti un po’ più orfani e talvolta anche indifesi, nei confronti dei soprusi che purtroppo aleggiano indisturbati e quasi in maniera abitudinaria sullo stato sociale. Per dirla un po’ parafrasando il “Don Chisciotte” di Francesco Guccini oggi più di ieri “c’è bisogno soprattutto di uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto” quello che a modo suo il ragazzone di Terni è riuscito a fare e trasmettere durante la sua carriera di provincia. A Riccardo Zampagna vanno i miei auguri, con un pugno al cielo sinonimo di libertà e uguaglianza, ma soprattutto simbolo di un salute per un eroe che non è stato di passaggio e non sarà mai dimenticato per la sua umanità e per la bellezza delle sue prodezze.
Buon compleanno e “hasta siempre comandante”!
Appassionato di filosofia, letteratura e sport con un passato da calciatore. Tecnico marketing di promozione e comunicazione turistica, laureato in Scienze Sociali per lo sviluppo e la cooperazione internazionale. Collabora con DilettantiPuglia24, CalcioWebPuglia (dove è incaricato di narrare le vicende dell'US Lecce), Metis Magazine, MondoCalcioNews e ora... con GliEroidelCalcio