Alla fine del diciannovesimo secolo era forte l’impulso attrattivo verso il nuovo sport, il calcio
Già esistente in forma primitiva, regolamentato dagli inglesi, diffuso in tutto il mondo dai loro marinai, la passione era sempre più montante, con questa la voglia di confrontarsi.
Fondata la Fifa, nel 1904 a Parigi, su impulso del giornalista Robert Guerin, fu nella mente di un altro francese, Jules Rimet, che “andava prendendo corpo l’idea di un torneo dedicato al solo calcio che coinvolgesse tutte le nazioni del mondo, o almeno quelle affiliate alla Fifa”.[1]
Detto fatto, superato l’orrore della Prima Guerra Mondiale, “la fine degli eventi bellici segnò la ripresa della vita sociale, e quindi anche dello sport”[2]: si sarebbe volato in Uruguay per la prima edizione del mondiale di calcio.
Non a caso: gli Orientales erano vincitori di due edizioni dei Giochi olimpici, Parigi 1924 e Amsterdam 1928, unico terreno di confronto internazionale, come tali sicuramente i più forti dell’epoca.
Si andava in Uruguay, quindi, per omaggiare i più forti e anche per festeggiare il Centenario dell’Indipendenza dei sudamericani, si andava dall’altra parte del mondo, con tutte le difficoltà, logistiche ed economiche, dell’epoca.
È qui, su questo lembo di terra che tanto ha inciso, misteriosamente, sulla storia del calcio, che si svolge la nostra storia, che parte, però, sempre dalla Francia: qui, a Saint-Meur-des-Fosses, un piccolo paese della Francia settentrionale, il 10 dicembre del 1907 aveva visto i natali Lucien Laurent, un nome, e un calciatore, che probabilmente si sarebbe perso nella polvere del tempo, se non fosse stato per questo avvenimento che andiamo a narrare.
Subito fu grande la sua passione per il pallone, tanto che a sedici anni giocava già in una squadra semiprofessionistica, il Cercle Athletique de Paris.
Il calcio, all’epoca, aveva una connotazione prettamente dilettantistica, fu anzi proprio la disputa tra professionismo e dilettantismo che portò i “puristi” inglesi a disertare l’imminente competizione mondiale, non prevedendo guadagni Laurent, presto soprannominato Lulu, ottenne un impiego alla Peugeot, passando al Sochaux, che era la squadra aziendale della casa automobilistica francese.
Qui mise in mostra le sue qualità di centrocampista, tanto da meritarsi la convocazione in nazionale di Raoul Caudron, primo CT dei transalpini, per quell’avventura al primo mondiale.
Ritorniamo, quindi, nel paese sudamericano, dove le due storie si intrecciano.
In occasione del grande torneo internazionale in Uruguay fu progettato lo Estadio Centenario, che però, causa anche le grandi piogge, non fu completato in tempo per l’inizio della manifestazione, per cui le prime partite furono dirottate allo Estadio Pocitos: un teatro anonimo per quella che sarebbe diventata la più grande avventura calcistica della storia.
Fu un caso, di certo il destino, che la prima squadra europea a scendere in campo per la prima gara in assoluto in una fase finale di un campionato del mondo di calcio fosse la Francia.
I transalpini, allora e negli anni successivi, produssero dirigenti ricchi di genio, capaci di inventare le più grandi competizioni calcistiche e sportive del mondo: Pierre de Coubertin i Giochi Olimpici moderni; Jules Rimet lo stesso mondiale di calcio; Henri Delauney la Coppa Europa per nazioni; Gabriel Hanot, e France Football, la Coppa dei Campioni per club.
Tutti francesi.
E dell’Esagono era anche Lucien Laurent.
Avversario dei francesi in quel primo storico match fu il Messico, queste le formazioni scese in campo:
Messico: Bonfiglio, Garza, Gutierrez R., Rosas M, Amezcua, Sanchez, Rosas F., Lopez, Ruiz, Mejia, Carreño, Perez. CT: Juan Luque de Serralonga[3]
I centroamericani opposero poca resistenza, la gara sarebbe terminata sul quattro a uno per i francesi, il minuto storico fu il diciannovesimo.
Non esistono immagini dell’azione che portò a quel gol, solo la descrizione che, anni dopo, fece lo stesso Laurent, attingendo ai suoi ricordi: azione individuale di Ernest Liberati, cross al centro dove Laurent è abile a incunearsi e a concludere al volo alla sinistra di Oscar Bonfiglio, portiere dei messicani.
L’azione del gol (Sottoporta.it)
L’altro protagonista di questa storia, perché se Lulu fu il primo marcatore, Bonfiglio fu il primo portiere a subire un gol mondiale.
In quel match avrebbero poi segnato Langiller e una doppietta Maschinot per i francesi, Carreño il gol dell’onore messicano, ma quello che sarebbe rimasto inciso nella storia per sempre fu quello di Laurent, immortalato anche in una lapide a ricordo.
La targa a ricordo del primo gol ai Mondiali del 1930 (Foto Steemit.com)
La Francia sarebbe comunque uscita al primo turno, Lucien Laurent avrebbe poi proseguito la sua carriera, facendo parte anche della spedizione mondiale a Italia 1934, pur non scendendo in campo.
Internato durante la guerra, dopo la liberazione continuò a giocare e poi ad allenare, vivendo la gioia di vedere la sua Francia diventare Campione del Mondo nel 1998.
Morì a Besançon l’11 aprile del 2005.
Non fu un fuoriclasse, Lucien Laurent, ma uno di quegli Eroi del Calcio, un eroe “oscuro”, scelto dal Destino per porre il primo mattone nella storia della competizione più bella e affascinante del mondo.
Uno di quegli eroi che non sono storia, ma fanno la storia.
[1] R. Ciccarelli, 80 voglia di vincere, Ed. CentoAutori, Villaricca (Na), 2010, p. 11
allenatore di calcio professionista, si dedica agli studi sullo sport, il calcio in particolare, dividendo tale attività con quella di dirigente e allenatore.
Giornalista pubblicista, socio Ussi e Aips, è membro della Società Italiana di Storia dello Sport (Siss), dell’European Committee for Sports History (Cesh), dell’Associazione dei Cronisti e Storici dello Sport (La-CRO.S.S.).
Relatore a numerosi convegni, oltre a vari saggi, ha pubblicato: 80 voglia di vincere – Storia dei Mondiali di Calcio (2010); La Vita al 90° (2011), una raccolta di racconti calcistici; Più difficile di un Mondiale – Storia degli Europei di Calcio (2012); Il Destino in un Pallone (2014), una seconda raccolta di racconti calcistici; Lasciamoli giocare-Idee per un buon calcio giovanile (Edizioni del Sud, Napoli 2016).
Per GliEroidelCalcio in convenzione S.I.S.S.