GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato Paolo Valenti, autore del libro “Da Parigi a Londra – Storia e storie degli Europei di calcio”, edito da Ultra Edizioni.
Paolo è un giornalista che coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che ama raccontare e praticare. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo in trasmissioni radiofoniche e televisive. Nel 2018 ha pubblicato con Ultra Edizioni “Ci vorrebbe un Mondiale”.
Il libro analizza il torneo continentale a partire dalla prima edizione, tenutasi nel 1960 in Francia, raccontando aneddoti, curiosità e statistiche di un evento sportivo che dal punto di vista tecnico ed emozionale ha poco da invidiare ai Campionati del mondo. Il tutto senza limitarsi al solo aspetto agonistico: ogni capitolo trova nella sua sezione iniziale un accenno al contesto storico, sociale e culturale nel quale gli Europei sono stati disputati, permettendoci di entrare in sintonia con l’atmosfera del periodo. Storie di uomini e di squadre ricordate e commentate anche da chi di quegli eventi è stato protagonista diretto: da Marco Tardelli a Franco Baresi, da Ruggiero Rizzitelli a Pierluigi Casiraghi, da Angelo Di Livio a Marco Amelia, da Antonio Candreva al monumento nazionale Dino Zoff, unico calciatore italiano a potersi fregiare del doppio titolo di campione d’Europa e del mondo, una schiera di grandissimi calciatori lascia alle pagine di questo libro testimonianze inedite che appassionano per la loro autenticità.
Una lettura che risulta intensa e coinvolgente e che prepara il lettore a conoscere al meglio una competizione unica.
Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista all’autore nelle prossime settimane due estratti del libro.
Si ringrazia la casa editrice Ultra Edizioni per l’opportunità.
Buona lettura.
Il team de GliEroidelCalcio.com
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Paolo, siamo di fronte ad una tua nuova opera: “Da Parigi a Londra” … quindi un viaggio dal 1960 ai nostri giorni … Come nascono e come si sono evoluti gli Europei?
A dire il vero hanno avuto una storia abbastanza travagliata. Pensa che già se ne parlava nel 1927, anno nel quale il suo ideatore, Henry Delaunay, aveva cominciato a pensare a una competizione tra nazionali del Vecchio Continente. La concomitanza di una serie di fattori ostativi, tra i quali le altre competizioni già in essere, la concorrenza dei mondiali e la seconda guerra mondiale, rallentarono il processo che portò dall’ideazione alla realizzazione del progetto. Finalmente la prima edizione degli Europei si concluse nel 1960 in Francia, con Unione Sovietica e Jugoslavia a contendersi la Coppa. Il titolo “Da Parigi a Londra” nasce proprio da questo percorso che attraversa il libro, che porta il lettore dalla prima finale giocata a Parigi a quella che si terrà a Londra il prossimo 11 luglio.
Il sottotitolo… “Storia e storie …” … quindi uomini, avvenimenti e aneddoti?
Assolutamente si. Scrivere un libro di sola storia degli Europei poteva essere ripetitivo rispetto agli avvenimenti che, con una ricerca nemmeno troppo articolata, sono agilmente rintracciabili sul web. Per realizzare un prodotto che potesse essere davvero interessante per appassionati di calcio e non, ho voluto dare molto spazio a tutte quelle curiosità, aneddoti, piccoli segreti di cui è piena la storia di questa competizione. Quando è stato possibile facendoseli raccontare direttamente da chi gli Europei li ha giocati indossando la maglia della nostra nazionale. Tanto per riportarne uno simpatico: Angelo Di Livio mi ha detto che nel 2000, negli spostamenti tra l’albergo e lo stadio, sul pullman gli azzurri vedevano sempre almeno una scena del film “Febbre da cavallo”. Aveva portato fortuna alla prima partita, andarono avanti così fino alla finale.
L’autore Paolo Valenti
Cosa hanno rappresentato, e rappresentano, gli Europei dal punto di vista sociale? E da quello sportivo?
Socialmente credo che abbiano la stessa funzione che esercitano i mondiali. Rappresentano un momento nel quale si facilitano gli incontri tra le persone, si fanno nuove conoscenze, ci si sente tutti allenatori della nazionale e si riscopre il fatto di sentirsi italiani. Dal punto di vista sportivo, come dice bene Stefano Meloccaro nella prefazione, sono un torneo che, tecnicamente, non ha molto da invidiare al Campionato del mondo. Se volessimo semplificare con un’equazione potremmo scrivere: “Europei = Mondiali – (Brasile + Argentina)”.
Arriviamo al libro … Quale il metodo utilizzato per la narrazione…
Ovviamente ho cercato di fare attenzione allo stile, provando a rendere la narrazione agile e allo stesso tempo attenta alla scelta delle parole migliori per rappresentare quello che il lettore deve immaginare a livello visivo ed emozionale. Strutturalmente il libro è suddiviso in quindici capitoli, uno per ogni Europeo. E ogni capitolo ha la stessa impostazione: contesto storico-sociale di riferimento, risultati delle partite disputate, aneddoti e curiosità, una breve cronaca della finale, i tre protagonisti più importanti dell’Europeo, le tre considerazioni finali della singola edizione e alla fine l’intervista con un calciatore che ha partecipato a quell’edizione della manifestazione. Sono capitoli modulari, nel senso che non è necessario andare in ordine cronologico per apprezzarli: se la curiosità ti spinge a leggere subito cosa successe agli Europei del 2012, lo puoi fare senza che ciò guasti la lettura degli altri capitoli.
Quanta ricerca c’è in un libro come questo … Quali segreti svela …
Ricerca ce n’è stata tanta. Scherzando, dico che scrivere questo libro è stato come una gravidanza perché ci ho messo nove mesi per ultimarlo! Di segreti ne propone molti. Te ne rivelo uno in anteprima: lo sai cosa fece la nazionale olandese nel 1988 alla vigilia della finale contro l’Unione Sovietica?
Sono tutto orecchie…
Gullit e compagni andarono serenamente ad assistere a un concerto di Whitney Houston! Prova a pensare cosa sarebbe successo se gli azzurri avessero fatto una cosa del genere…
Questo libro “cosa” è per te, “cosa” rappresenta…
Volevo riempire uno spazio editoriale che mi sembrava un po’ scoperto. Mentre la letteratura sui Mondiali è praticamente infinita, libri sugli Europei ce ne sono pochi. In ogni caso, per me ha rappresentato un arricchimento di conoscenze e, allo stesso tempo, un modo per assecondare la mia infinita passione per il calcio.
Perché andrebbe letto…
Perché dà la possibilità di conoscere storia, protagonisti e aneddoti legati agli Europei in maniera agile e divertente ma, nello stesso tempo, approfondita.
Concludiamo … dopo oltre 60 anni l’emozione e l’attesa di viverli è sempre la stessa?
Rispetto a sessant’anni fa emozione e attesa sono sicuramente cresciute. Considera che nel 1960 la copertura che davano i giornali italiani dell’evento era ridottissima, per non parlare della televisione. Oggi è tutto diverso: vedrai che in questo mese, almeno per quanto riguarda lo sport, si parlerà di poco altro, soprattutto se l’Italia andrà avanti nella competizione.
Classe ’68, appassionato di un calcio che non c’è più. Collezionista e Giornalista, emozionato e passionale. Ideatore de GliEroidelCalcio.com. Un figlio con il quale condivide le proprie passioni. Un buon vino e un sigaro, con la compagn(i)a giusta, per riempirsi il Cuore.