Il derby della Lanterna: torniamo indietro nel tempo
Il racconto del calcio è fatto da tante parole ricorrenti, ognuna delle quali cela una piccola impresa. Tra queste come non citare il “derby della Lanterna”. Altre, invece, possono descrivere un gesto tecnico, un’azione, una partita.
“Zona Cesarini”, “rabona”, “rovesciata”, “colpo di tacco”, “sforbiciata”, e via andando, lessico caro a chi fa l’epica di questo sport. C’è una parola, però, che una volta sviscerata e analizzata in tutte le sue declinazioni, rivela forse il senso implicito del calcio stesso, una forza che può nascondere uno dei motivi del successo planetario di questo sport: derby. Gli appassionati di ippica, nobile sport, conoscono bene il significato di questa parola, che indica le grandi classiche delle corse dei cavalli.
Ma non è da qui che il calcio ha mutuato il termine, facendone uno dei più fascinosi del proprio vocabolario. Bisogna risalire fino al XVII secolo, quando per i giochi del Martedì Grasso si sfidavano interi paesi, i cui uomini dovevano portare palla da una parrocchia all’altra. Il più famoso, e combattuto, si disputava a Derby, paesino (all’epoca) delle Midlands orientali nella contea del Derbyshire, quando a sfidarsi erano i parrocchiani della chiesa di All Saints e quelli della chiesa di Saint Peter.
Una breve storia che ci fa capire come queste sfide tra “campanili”, negli anni siano traslate nelle sfide stracittadine, ricordando uno dei punti cardine della forza del calcio, il senso di appartenenza difeso con orgoglio, per primeggiare in ambito paesano in tempi antichi, nelle città oggi. In Italia con il termine derby si indicano quelli di Torino, di Milano, di Roma, tutte quelle sfide che vedono coinvolte le stesse città, gli stessi paesi, con uno che spicca su tutti e sintetizza una rivalità nazionale, il cosiddetto derby d’Italia tra Inter e Juventus, le due squadre più blasonate sul suolo patrio.
La storia del derby della Lanterna
Ce n’è uno in particolare che vive una dicotomia temporale, perché nello stesso tempo è il più antico e il più recente: il derby di Genova, o anche il derby della Lanterna.
C’è da dire che la prima stracittadina in assoluto si giocò in contemporanea con il primo campionato italiano che si svolse in un’unica giornata, l’8 maggio 1898, e vide di fronte l’Internazionale Torino e la Torinese, che poi si fusero dando vita al Torino, oggi il derby della Lanterna è identificato nella sfida tra Genoa e Sampdoria, ma già agli albori stessi del calcio la città era teatro di confronti “fratricidi”, il primo già nel 1902 tra i rossoblu e l’Andrea Doria.
Poi ci furono le sfide con la Sampierdarenese, diventata Liguria nell’intermezzo fascista, fino ad arrivare all’immediato dopoguerra, e ancora con la Dominante, altra squadra cittadina, anche se con questa non ci furono gare ufficiali. Il Paese è ricoperto di macerie, ancora vive sono le ferite dovute agli eventi bellici e si piangono i morti di una guerra assurda, come assurde sono tutte le guerre.
L’Italia si deve ricostruire. Il primo atto è stato esiliare la monarchia che ha trasformato lo Stato in Repubblica, il 2 giugno del 1946. Il primo presidente eletto è il napoletano Enrico De Nicola, che sarà un protagonista indiretto anche della nostra storia. Per incentivare alla ricostruzione e al ritorno alla normalità, per infondere fiducia nel popolo, riprende anche il campionato di calcio, è il 3 agosto del 1946 quando a Genova Sampierdarenese e Andrea Doria si fondono in Samp-Doria (con rigoroso trattino), partecipando al campionato di nuovo a girone unico, dopo quello di guerrae quello diviso in Alta Italia e Centro-Sud.
Genoa e Sampierdarenese De Vecchi (a sinistra) e Carzino (a destra), i due capitani di Genoa e Sampierdarenese, prima di una stracittadina del 1926 fonte:wikipedia
Il primo derby della Lanterna
Il clou per la città della Lanterna è previsto per il 3 novembre. Il calendario ha in programma proprio il derby tra Samp-Doria e Genoa. Una giornata speciale per la città, dunque, ma non solo per quel motivo: proprio quel giorno nel capoluogo ligure, infatti, è in programma la visita del neo Presidente della Repubblica, De Nicola. il neo Presidente, quel pomeriggio, ha in agenda di assistere alla partita, per dare anche un segnale di vicinanza e di conforto al popolo.
In piena estate di San Martino, è il 3 novembre, il colpo d’occhio dello Stadio Marassi è di quelli che riscaldano il cuore. Oltre al colpo d’occhio dello stadio c’è quel sole novembrino a riscaldare il cuore. Tornando alla partita e allo stadio vedere quarantamila anime che nonostante le difficoltà, nonostante le macerie, sono presenti a quel primo derby della Lanterna della nuova era, è stato veramente emozionante. Tutti uniti per vivere un pomeriggio di spensieratezza e di sport.
Il Presidente viene accolto dagli applausi al suo arrivo. Un segnale di fiducia verso la nuova realtà repubblicana dopo secoli di monarchia. De Nicola si trova ad entrare allo stadio quasi contemporaneamente al vantaggio doriano siglato da Giuseppe Baldini. Qui le cronache ci tramandano un grande gesto dell’attaccante genoano Juan Carlos Verdeal, la stella della squadra. Lui si avvicina a Baldini per complimentarsi e stringergli la mano. Un gesto che va oltre i limiti del campanilismo e rappresenta la pura sportività.
Il Genoa ha potuto far poco quel giorno. L’allenatore era ancora William Garbutt, già vincente di tre campionati con i rosso blu. Lui, “mister” per antonomasia da cui il sostantivo attuale per designare gli allenatori. Ritornando al match, già alla fine del primo tempo i doriani raddoppiarono con Fabio Frugoli. Nella ripresa, Fiorini, ha chiuso i conti.
primo derby della lanterna fonte: museo della sampdoria.com
GenovaStadio “Marassi”3 novembre 1946 Samp-Doria – Genoa
Genoa: Cardani, Cappellini, Sardelli, Cattani, Servetto, Bergamo, Vitali, Trevisan, Verdeal, Chizzo, Della Torre. All.: William Garbutt
Arbitro: Generoso Dattilo di Roma
Marcatori: 26’ Baldini (S), 42’ Frugoli (S), 48’ Fiorini (S)
Quello è stato il primo derby della Lanterna. Un match che statisticamente vede avanti proprio i doriani nel numero di vittorie (quarantacinque a trentuno, quarantasette i pareggi). Questo derby, forse, è il derby più inglese che si giochi in Italia.
allenatore di calcio professionista, si dedica agli studi sullo sport, il calcio in particolare, dividendo tale attività con quella di dirigente e allenatore.
Giornalista pubblicista, socio Ussi e Aips, è membro della Società Italiana di Storia dello Sport (Siss), dell’European Committee for Sports History (Cesh), dell’Associazione dei Cronisti e Storici dello Sport (La-CRO.S.S.).
Relatore a numerosi convegni, oltre a vari saggi, ha pubblicato: 80 voglia di vincere – Storia dei Mondiali di Calcio (2010); La Vita al 90° (2011), una raccolta di racconti calcistici; Più difficile di un Mondiale – Storia degli Europei di Calcio (2012); Il Destino in un Pallone (2014), una seconda raccolta di racconti calcistici; Lasciamoli giocare-Idee per un buon calcio giovanile (Edizioni del Sud, Napoli 2016).
Per GliEroidelCalcio in convenzione S.I.S.S.