La prima della Florentia Viola e di Rigagol
E’ il 15 settembre 2002. Terza giornata della Serie C2. La Florentia Viola gioca contro il Castel di Sangro. Florentia? Viola? Sì, perché, al termine della stagione 2001-02 della Serie A, la società, dell’allora Presidente Cecchi Gori, venne dichiarata fallita. Ma fu grazie, prima all’ex Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, che la rifondò nelle Florentia 1926, e poi ai fratelli Della Valle, che le diedero il nome sopra citato, che la Fiorentina (cioè Florentia Viola) non sparì dal calcio. In questa partita inizia il mito di Christian Riganò. Soprannominato anche Rigagol.
L’essere tifoso non è una questione di portafoglio. Tutto viene da dentro, tutto viene da quel muscolo involontario posto sulla parte sinistra del nostro petto. Quel 15 settembre 2002, lo Stadio Artemio Franchi ce n’ha di gente seduta sugli spalti. La Fiesole di certo non manca mai agli appuntamenti. Come il toro vede rosso, loro vedono viola e li corrono incontro.
Guai: “Ti sei seduto”. Risposta: “Quindi?”. Controrisposta: “Allora vai in tribuna coperta!”. Sì, perché sedersi è una mancanza di rispetto. Devi lottare con quelli in campo ed essere l’uomo in più. Devi essere la Fiorentina. Il suo cuore pulsante. La sua forza trainante.
Stare seduti rappresenta l’essere passivi e indifferenti. Se ti trovi in Curva Fiesole e, in quegli anni, sei un bambino, la partita la vedi sulle spalle di tuo padre, di tuo nonno. Uno spettacolo unico, per chi lo ha vissuto. Quella Florentia Viola (ma d’ora in poi la chiameremo col suo legittimo nome: “Fiorentina”) ha bisogno del bomber. Ha bisogno di quello che in campo è un leone. O, anzi, uno che è abituato a sporcarsi; uno che è abituato a respirare la polvere dei campi sbarbati; uno che, per vivere, fa il muratore.
L’arrivo a Firenze di Rigagol
Viene dalla Sicilia, precisamente da Lipari. Mosse i primi passi nel mondo del calcio con le Terme San Calogero, passando, poi, per 4 stagioni alla squadra della sua città natale: 99 presenze e 37 gol il suo rullino. A seguito di esperienze, importanti sotto il profilo realizzativo (soprattutto la seconda), col Messina e l’Igea Virtus fu notato e acquistato dal Taranto. Coi rossoblu centrò la promozione in Serie C1, sfiorando, la stagione successiva, la Serie B. In totale collezionò 74 presenze e 48 gol.
Proprio ai tempi del Taranto, l’allora Direttore Sportivo viola, Giovanni Galli, lo vide giocare e volle subito acquistarlo. Caspita! Questo segna. Segna tanto. Ha fame il bomber-muratore. Ne ha tanta. Lo sguardo della tigre che afferra la preda. Infatti, è nato nel 1974. Per l’Oroscopo Cinese: l’anno della Tigre. Invisibile alle maglie avversarie. Quando spunta all’improvviso, quando afferra la preda, la fa sua… Beh… Conosce il tempo e lo spazio, nel quale arriverà il pallone. Conosce anche il gesto atletico “giusto” attraverso cui impattare la sfera nel modo “giusto” e spingerla nell’angolo “giusto” della porta.
Inoltre, ha una freddezza… Sì, tira anche i calci di rigore. Poi un controllo del corpo, una sensibilità nello stoppare il pallone, nel saper utilizzare la sua stazza per proteggerlo… che, a quei livelli, non può essere costruita. Gioca per passione. Gioca per natura. Pensare che doveva fare il difensore.
Alla fine, un giorno, l’attaccante titolare si fece male e l’allenatore del Lipari non aveva il sostituto. Chi mise? Lui ovvio. Segnò la rete decisiva. Quel giorno, 15 settembre 2002, farà il suo esordio con la maglia della Fiorentina.
Le formazioni:
FIORENTINA: Ivan, Guzzo, Minieri, Nicodemo, Ripa, Longo, Di Livio, Masitto, Riganò, Bonomi, Quagliarella. Allenatore: Pietro Vierchowod.
CASTEL DI SANGRO: Di Quinzio, Di Bari, Scotti, Mengoni, Mucciante, Ferraresi, Ruscitti, Marinucci, Ciotti, Atzeni, Federici. Allenatore: Roberto Alberti Mazzaferro.
Il bancario milanese, Mauro Tonolini, fischia il calcio d’inizio.
La viola è subito aggressiva. Vuole vincere. Vierchowod punta tutto sul duo composto da Quagliarella (altro che ne scriverà di pagine calcistiche) e il bomber di Lipari. Infatti, al minuto numero 14’: corner. Alla battuta va Soldatino Di Livio. Il capitano dei gigliati mette il pallone in area di rigore. Davanti a Di Quinzio si forma una platea bella folta di giocatori in maglia giallorossa e bianca. L’estremo difensore degli ospiti pensa che la palla non arrivi a nessuno. Si sposta indietro, lasciando il primo palo e posizionandosi alle spalle della mischia. E’ sicuro. Dannatamente sicuro che il pallone terminerà tra le sue braccia.
Si sbaglia, perché sì, la traiettoria è troppa alta, ma non ha calcolato un fattore. Dentro l’area ci sarebbe anche la Tigre. Il terzo tempo, lo stacco, l’elevazione sono tutti calcolati, tutti ben misurati. Il bomber di Lipari colpisce di testa. Il bomber di Lipari porta in vantaggio la Fiorentina. Sarà la sua prima rete per la viola, anche se con la casacca bianca.
La Tigre corre. Corre sotto la Fiesole. Corre da quel pubblico che lo vedrà segnare vagonate di gol. Che lo vedrà riportare la squadra di Firenze dove le spetta. Certo, sarà Fantini l’autore delle due reti nello spareggio col Perugia. Due reti che riporteranno la Fiorentina in Serie A. Lui era infortunato, ma, se ci fosse stato, avrebbe “timbrato il cartellino”. Forse più di una volta.
Buon compleanno Rigagol
Il calciatore di cui parliamo si chiama Christian Riganò conosciuto anche come Rigagol. Oggi compie 48 anni. Con la maglia gigliata siglerà tra Serie C2, B e A la bellezza di 57 in 97 presenze. E’ una sentenza: “Dio perdona, Riga-nò”. La prima frazione si conclude col punteggio di 1-0. Nel secondo tempo, però, la Fiorentina deve reagire. Dopo 5 minuti, il Castel di Sangro pareggia i conti. Punizione non un granchè, ma la difesa gigliata non libera bene. Il pallone va a finire sul piede destro di Ciotti. Al volo colpisce di collo pieno. Ivan non può nulla. La palla si insacca all’incrocio.
Qui bisogna aprire una breve parentesi. La prima giornata, cioè quella tra Fiorentina e Forlì, venne rimandata al 9 ottobre. Nel match contro la Sangiovannese della seconda giornata, Riganò non giocò. Tenendo conto che il campionato fosse iniziato, per la viola, proprio nella sfida alla compagine di San Giovanni Valdarno e che la Tigre non avesse giocato… Beh… Avrà fame, no?
Dunque, nulla di strano in quello che sta per accadere sul campo del Franchi. Minuto numero 53’: Turchetta, appena subentrato, tenta l’avventura sulla fascia destra della Fiorentina. Palla alta addomesticata, corsa forsennata fin quasi sulla linea di fine campo e poi cross. Il pallone attraversa tutta l’area di rigore. Sul secondo palo, tra difensore e difensore, indovinate chi c’è? Proprio lui che, predatore, balza sul pallone. Di Quinzio ci prova, ma la palla è impattata alla maniera “giusta” e viaggia alla velocità “giusta”. I gigliati sono di nuovo in vantaggio.
Al minuto numero 72’ Ripa triplicherà con la rete del 3-1, ma, ciò che ci interessa, succede al minuto numero 82’. Riganò (Rigagol) esce, sommerso dagli applausi, per far posto a Evacuo, che metterà a referto le reti del 4 e 5 a 1. Abbiamo detto che essere tifoso viene dal cuore. Abbiamo detto che la Fiesole è il cuore della Fiorentina, il cuore del Franchi. Quindi: “Era un bravo muratore, ora è il nostro goleador. Riganò! Riganò! Era un bravo muratore, ora è il nostro goleador. Riganò! Riganò!”.
Uno dei tanti cori a lui dedicati. Uno dei tanti cori dedicati a questo calciatore che ha scritto pagine storiche della Fiorentina e non solo. Nella stagione 2006-07 tornerà, dopo una parentesi non proprio eccelsa con la maglia dell’Empoli, nella propria terra natia: la Sicilia. In Serie A, ad oggi, è il calciatore più prolifico della storia del Messina. Ha siglato 19 reti in 27 presenze. E bisogna anche contare un mese d’assenza, causa infortunio all’adduttore della gamba destra.
Ha avuto una breve esperienza in Spagna col Levante: 13 presenze e 4 gol. Un’altra al Siena: 17 presenze e un gol. Infine, Ternana e Cremonese. Torniamo sempre dove tutto è iniziato Anche per lui è stato così: tornato nelle categorie che lo hanno lanciato, che gli hanno dato le basi per sbocciare nel calcio, aristocratico e chiuso, della Serie B e A. Ha terminato la carriera nell’Incisa (3 presenze e 7 gol), Prima Categoria.
Rigagol: un calciatore d’altri tempi
Un calciatore d’altri tempi. Un calciatore vero. L’amore per la palla. L’amore per il gioco. Lottare… Quanto ha lottato. Come quando, per le sue “poche” presenze nella massima lega del calcio professionistico italiano, non gli veniva dato il permesso di prendere il patentino da allenatore per squadre di A e B. Patentino ottenuto col sudore nel 2015. E’ arrivato in alto il Riga. In alto sì, proprio dove gli spettava di arrivare e di stare. Eppure vengono rimpianti calciatori come, ad esempio, Dusan Vlahovic. Elevati a idoli delle masse.
Perché controllare la coscienza storica? Perché eliderla e non raccontare la verità? Il calcio è fatto di eroi e non di oggetti economici. Ci lamentiamo del gioco, ma il problema calcistico italiano è identitario. Il calcio non si fa nelle Scuole Calcio. Quelli sono istituti. Si impongono movenze da ripetere a memoria. L’estetica e non la bellezza. La disciplina e non la costanza. La differenza e non la diversità. La curiosità e non la conoscenza. L’obiettivo e non la determinazione.
Riganò o Rigagol e altri eroi come lui potrebbero esporre tutto ciò che manca. E ascoltare e raccontare ai giovani. Farli crescere con dei contenuti e non mantenerli simili a recipienti vuoti, pronti per essere riempiti con pensieri e intepretazioni. Dare a loro man forte nel riflettere, nel carpire la realtà di questo gioco. Potrebbero aiutarli a prendere le parti di se stessi, a conoscere loro stessi e a cogliere i frutti della loro creatività. Potrebbero ridare sensazione al calcio. Almeno: italiano. Comunque, buon compleanno Rigagol. Sempre nei cuori di chi ti ha visto giocare.
Ah! Altra cosa. Di record e di storie ne ha fatte, ma vogliamo dire l’ultima? Mister Christian Riganò, il 15 maggio 2022, ha portato l’US Affrico in Promozione. Per questa squadra è la prima volta nella sua storia. Complimenti e ancora auguri.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Manuel Cordero)