Per la rubrica “Libri” abbiamo raggiunto e intervistato un amico de GliEroidelCalcio, Massimo Farina, esperto di sport piacentino ed autore del libro “1971 Campionesse!”, edito da Officine Gutenberg.
L’opera ripercorre la storia del calcio femminile piacentino e celebra il cinquantennale dello scudetto vinto dalla Brevetti Gabbiani Piacenza.
Un triplo appuntamento per noi: oggi l’intervista all’autore e nelle prossime settimane due estratti del libro.
Buona Lettura.
Il team de GliEroidelCalcio.com
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Come nasce l’idea di dedicare un libro sulla storia del movimento calcistico femminile a Piacenza?
“L’idea nasce dal fatto che da bambino andavo a vedere le partite casalinghe della squadra, accompagnato da qualche adulto e ne diventai tifoso, anche perché le donne che giocavano a calcio a me sembravano delle marziane, ero affascinato dal fatto che facessero una cosa per me impensabile. Una decina di anni fa mi sono reso conto che di quello scudetto nessuno ha mai più parlato a Piacenza e mi capitò di scrivere un articolo per un sito Internet a proposito della squadra femminile scudettata. A quel punto pensai che se nessuno voleva far rivivere quel glorioso evento sportivo…… lo avrei fatto io.”
Puoi descriverci il lavoro di ricerca e documentale che hai fatto per realizzarlo?
“Per mia fortuna il quotidiano di Piacenza seguì il calcio femminile già dalle primissime partite amatoriali del 1966 e continuò a seguirlo negli anni successivi e soprattutto dal 1968, quando ebbe luogo il primo campionato pubblicando tabellini completi, classifiche, ecc. Per cui la base di partenza è stata da subito molto solida ed ho poi consultato la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport per i necessari confronti sui tabellini ed in generale sull’aspetto statistico. Ed ho inoltre consultato qualche periodico sportivo piacentino e qualche volume sul calcio femminile. E mi è stato utile anche il sito “Gli Eroi del Calcio”!
Infine vorrei sottolineare anche la disponibilità con la quale le giocatrici mi hanno accolto durante le interviste e mi hanno accontentato con fiducia nella mia richiesta di loro fotografie prese dai loro album personali. Probabilmente ci può essere stata qualche titubanza iniziale ma una volta resesi conto che la mia ricerca era appassionata ed approfondita mi hanno aiutato in ogni modo. “
L’autore Massimo Farina con la sua opera
Come è strutturato il libro?
“Il libro, dopo un preambolo sulla nascita del calcio femminile in Inghilterra e poi in Francia ed in Italia, si concentra sugli albori del calcio a Piacenza con la squadra della Pro Loco Travo che iniziò per gioco e poi partecipò al primo campionato e più tardi si ricollocò a Piacenza città e in seguito diventò Brevetti Gabbiani. E poi per ogni stagione sportiva a partire dal 1968 ho scritto un capitolo di introduzione al campionato seguito dall’aspetto puramente statistico con le formazioni ed i risultati giornata dopo giornata, corredato da molte fotografie. E per finire le interviste alle protagoniste di quel campionato 1971.”
Che cosa ha rappresentato la squadra del Brevetti Gabbiani per Piacenza?
“Difficile dirlo: erano altri tempi, tempi in cui il calcio femminile faceva fatica ad emergere e benché la Brevetti Gabbiani giunse ad essere Campione d’Italia, furono fondamentalmente solo le poche centinaia di tifosi che le seguivano che si riempirono di orgoglio per il risultato conseguito. Era la prima vittoria a livello nazionale di una squadra sportiva piacentina. Quella immediatamente successiva ci sarà quasi 40 anni dopo!”
Ed in generale quale è stato il rapporto tra il calcio femminile e la città emiliana?
È stato un rapporto piuttosto duraturo, circa 20 anni, ma mai sbocciato completamente perché se i seguaci della squadra sono aumentati nel tempo non hanno mai raggiunto i numeri sperati. In effetti dopo il 1977 la dirigenza non riuscì più a trovare un finanziatore e dopo 5 anni in questa condizione la società andò spegnendosi. Segno evidente che nei fatti nessuno credeva veramente nel calcio femminile. Non era una problematica che riguardava solo Piacenza: praticamente ogni squadra dell’epoca ha avuto vita solo fino a quando qualche imprenditore illuminato ha dato credito a questa attività sportiva. E poi è tornata nell’ombra.”
Il 1971, come rimarca anche il titolo, è stato l’anno clou per il calcio femminile piacentino. Quale fu l’elemento chiave o il segreto dietro alla vittoria del tricolore?
“Credo che il segreto sia stata la crescita della squadra di anno in anno dal 1968, mantenendo a grandi linee sempre la stessa rosa con piccole aggiunte di nuove calciatrici locali. Ovviamente avere in squadra quelle tre o 4 giocatrici (Meles, Rocca, Bandini e più avanti Fabbri) che facevano la differenza è stato determinante. E certamente l’atmosfera familiare che prima il direttore sportivo Paolo Gabbiani e poi soprattutto il presidente Dante Gabbiani (i due erano soltanto omonimi) erano riusciti a costruire influì molto positivamente.”
Quali sono le calciatrici che più ti hanno impressionato o che hai apprezzato?
“Beh, quando iniziai a vedere la squadra avevo 10 anni e le mie cognizioni sul calcio erano ancora molto incerte. Sicuramente mi impressionavano quelle che facevano molti gol quindi Stefania Bandini, le sorelle Luciana e Tiziana Meles ed Aureliana Croce.“
Ci sono aneddoti particolari?
“Mi vengono in mente le descrizioni dei lunghissimi viaggi in pullman, dei 7 gol realizzati dalla Bandini alla Reggina, del portiere Ligabue che tira un rigore accordato al Piacenza e lo realizza, del portiere di riserva che non gioca mai, nemmeno in assenza della titolare (ma che poi, in un altra squadra, si dimostra capace), del presidente della società che accompagna in auto a casa qualche giocatrice che abita lontano, minorenne e quindi non patentata, di un dirigente del Piacenza maschile che storce il naso vedendo la squadra femminile giocare sullo stesso rettangolo verde.”
Che “Cosa” è questo libro per te e perché andrebbe letto?
“La volontà di “dissotterrare” un bel momento di sport per la città. E l’occasione di ricordare una Italia che non c’è più, ormai lontanissima nel tempo, che vista oggi sembra ben più lontana dei 50 anni che sono trascorsi. Inoltre potrebbe essere utile agli “storici” del calcio (e ce ne sono molti in Italia) che leggendo i tabellini possono avere un aiuto nella ricostruzione di carriere o ritrovare risultati andati perduti.”
Ingegnere palermitano con la passione per il giornalismo e il calcio femminile. Autore di due libri: "Le pioniere del calcio. La storia di un gruppo di donne che sfidò il regime fascista" e "Quando le ballerine danzavano col pallone. La storia del calcio femminile".