GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Stagione maledetta quella del Milan 1981/82, stagione di una retrocessione amara giunta nell’anno del Mondiale. Una squadra che soltanto tre anni prima aveva saputo conquistare lo Scudetto della stella, in quell’annata si trovava a fronteggiare una crisi d’identità, di gioco, di prestazioni.
Quello che accadde il 21 Marzo 1982 sul campo del Como fu il punto di non ritorno di una parabola discendente terminata con il quattordicesimo posto in campionato.
Allo Stadio Sinigaglia erano giunti 20.000 tifosi rossoneri. 20.000 sui 25.000 di capienza massima. Un trasferimento biblico, con i tifosi meneghini decisi a spingere i propri beniamini al grido Serie A, Serie A.
I cugini del Lago, a dire il vero, non erano irresistibili. Avevano ottenuto la salvezza nel 1981, giungendo al 13esimo posto, dopo la vittoriosa campagna di B del 1980.
C’erano insomma tutte le premesse per vedere un trionfo del Milan di Radice. E invece fu una sorta di tragedia sportiva.
I goleador di quella partita furono due giovanissimi attaccanti che non erano considerati dei veri e propri bomber. Mossini aveva segnato la sua prima rete in A contro l’Ascoli, due domeniche prima; Mancini aveva fatto la gavetta tra C e B con i comaschi, mettendo a referto soltanto una realizzazione.
E proprio dopo il 2 a 0 successe quello che segnò il destino di quel Milan. Alcuni tifosi esagitati, in preda alla rabbia per una sconfitta che diventava sempre più certa, che avrebbe spinto ancor di più i rossoneri nei bassifondi, si accalcarono dietro la porta difesa da Piotti alla ricerca di una invasione di campo.
Respinti dalle forze dell’ordine, fecero partire una sassaiola che trovò nel capitano Collovati la vittima quasi designata. Al giocatore, trasportato in barella negli spogliatoi, vennero applicati quattro punti di sutura a causa di un cubetto di porfido piovuto sulla sua testa. Quello, probabilmente, fu l’episodio che segnò la fine del rapporto tra il calciatore ed il suo Milan.
Rivera, presente in tribuna, fu aspramente criticato.
I rossoneri (che sbagliarono anche un rigore con Antonelli) riuscirono a lasciare lo Stadio Senigaglia soltanto un’ora e un quarto dopo la partita, scortati dalla Polizia a bordo di un pullman danneggiato dalla rabbia dei tifosi.
Su La Gazzetta dello Sport del 22 Marzo 1982 le dichiarazioni a caldo dei protagonisti:
“Non ho capito da dove arrivasse quel sasso. So soltanto che ho avuto una grande paura perché ho sentito un male infernale” (Collovati)
“Volevo vedere cosa avesse il mio compagno di squadra, ma ho dovuto tornare indietro perché arrivavano sassi da tutte le parti” (Baresi)
“Abbiamo rischiato di essere colpiti anche noi che stavamo soccorrendo Collovati” (Dott. Monti)