GLIEROIDELCALCIO.COM (Paolo Laurenza) – Antônio de Oliveira Filho, detto “Careca” è tra i maggiori rappresentanti della” colonia” di brasiliani che popola il campionato Italiano degli anni ’80, un elenco che comprende tra gli altri Junior, Alemao, Juary, Dirceu, Zico, Falcao, Casagrande, Cerezo, Socrates, Alemao, Dunga, nazionali brasiliani che giocavano tra Verona, Napoli, Ascoli, Roma, Avellino.
Careca nasce nel 1960 a Araraquara, nello stato di San Paolo, deve il suo soprannome alla madre ed alla zia che lo trovavano simile al clown “Carequinha”. Esordisce nel Guarani, nella città di Campinas, non lontano dalla sua città natale, e non è un esordio qualsiasi: il Guarani vince uno storico Titolo Nazionale, storico non solo perché l’unico della società, ma perché oltre al blasonato Santos ad oggi il Guarani è l’unico club di una città non “capitale di stato” ad aver vinto un titolo nazionale.
Il calcio brasiliano alla fine degli anni ‘60 è in una situazione simile a quella che l’Italia visse sotto il fascismo: una dittatura che riforma campionati al fine di dargli un carattere nazionale. Ancora nel 1978 il formato ed i regolamenti somigliano però più a quelli che avevamo in Italia agli albori; si parte con un primo turno eliminatorio composto da 74 squadre divise in 6 gironi regionali alcuni da 12 ed altri da 13 squadre con partite di sola andata. I due turni successivi sono sempre a gironi che una volta terminati decretano le 8 squadre che si affrontano ad eliminazione diretta partendo dai quarti di finale.
La vera particolarità di queste prime edizioni forse ci aiuta a comprendere meglio il calcio brasiliano di quegli anni: l’edizione del 1978-79 è l’ultima nella quale si assegnano 3 punti anziché 2 per le vittorie con almeno 3 gol di scarto (nelle precedenti edizioni ne erano sufficienti 2).
Il giovanissimo Careca con 13 reti (4 doppiette) ed il gol vittoria nella finale di ritorno vinta per 1 a 0 contro il Palmeiras (l’andata si era chiusa con lo stesso risultato), è un protagonista di questa impresa e si confermerà nei campionati immediatamente successivi. Tele Santana nel 1981 lo convoca e l’anno seguente sembra intenzionato ad inserirlo nei 22 che andranno in Spagna per i Mondiali, ma un infortunio lo ferma. Nel 1986 sempre con Tele Santana è tra i titolari e tra i protagonisti e sarà il secondo marcatore dietro Lineker nel mondiale del 1986. Nel 1983 si era trasferito al San Paolo con il quale sempre nel 1986 vince il suo secondo campionato brasiliano (al quale si sommano due vittorie nel campionato Paulista).
E’ questo il curriculum che porta il Napoli a trovare in lui il compagno ideale per Maradona così da difendere il titolo nazionale e provare l’assalto alla Coppa dei Campioni.
Se i tifosi napoletani accolgono con motivato entusiasmo la notizia di mercato lo stesso non si può dire per i giocatori che non vedono di buon occhio la presenza di Careca il 10 maggio al San Paolo per la partita con la Fiorentina decisiva per lo scudetto (al Napoli basta un punto in due partite). Le voci di mercato giravano già da molti mesi prima e la cosa non fu particolarmente gradita allo spogliatoio, che si schierò con Carnevale, che con Careca avrebbe fatto fatica ad essere titolare.
Il Napoli parte con i favori del pronostico e sembra volerlo confermare con un cammino che lo vede capolista solitario già alla terza giornata e mantenere un discreto vantaggio sulle inseguitrici. In Coppa invece la sorte non arride ai partenopei che pescano il Real Madrid al primo turno e non riescono a sfruttare il vantaggio di giocare in un Bernabeu senza pubblico, forse anche per l’assenza di Careca infortunato.
Careca trova la sua prima rete alla V giornata sua prima rete nel 6 a 0 inflitto al Pescara e a fine stagione sarà secondo solo a Maradona nella classifica marcatori, senza rigori all’attivo; sarà poi tra gli ultimi ad arrendersi in quel finale di stagione nel quale il Napoli quasi si spense perdendo la testa della classifica dopo averla mantenuta dalla 3a alla 27a giornata, a 3 turni dalla fine del torneo.
Per lasciare un segno indelebile nella storia degli “Azzurri” Careca aspetta l’anno seguente, quando sarà protagonista nella vittoria in Coppa Uefa. Nel primo turno una sua rete nel ritorno in Grecia contro il Paok mise il Napoli al sicuro dopo l’uno a zero dell’andata. Nei turni finali però le sue firme si fecero ancor più consistenti. Nel “derby” italiano contro la Juventus nei quarti di finale si procura il rigore ad inizio partita ed al 119° dopo un caparbio recupero palla su calcio d’angolo riesce a mettere in mezzo il cross che permette a Renica di segnare il 3 a 0 evitando così i rigori e ribaltando il 2 a 0 dell’andata.
In semifinale contro il Bayern Monaco segna 3 reti tra andata e ritorno, all’andata apre le marcature al 40°, al ritorno in Germania pone fine al discorso qualificazione con il gol dell’1 a 0 al 63° e dell’1-2 al 76°
Nella doppia finale contro lo Stoccarda il Napoli riesce ad aver ragione dei tedeschi dopo essere passato in svantaggio al 17°, un (discusso) rigore di Maradona e ad un rocambolesco e caparbio gol di Careca ribaltano il risultato, con il San Paolo che esplode e si riempie di fumogeni anche nelle tribune.
Il ritorno grazie al gol iniziale di Alemao sembra essere in discesa, il pari dello Stoccarda tiene vive le speranze dei tedeschi e le ansie degli italiani, ma prima De Napoli poi il solito Careca segnano l’1-2 ed il 2-3 che rendono il finale di partita quasi una passerella per gli uomini di Ottavio Bianchi.
Il marchio di Careca sugli anni d’oro del Napoli non si esaurisce con la Coppa UEFA, nella stagione 1988-89, quella del secondo Tricolore partenopeo, nonostante una serie di infortuni darà il suo decisivo apporto al successo, così come con una doppietta lascia un segno importante nel successo per 5 a 1 sulla Juventus nella Supercoppa.
Gli anni d’oro del Napoli si chiudono idealmente con l’addio di Maradona nel 1991, Careca sarà tra i principali artefici del buon quarto posto ottenuto dal Napoli nella stagione seguente, per poi avviarsi nel 1992-93 al suo addio per andare in Giappone al Kashiwa Reysol dove rimarrà fino al 1997 segnando 31 reti in 60 presenze.
Tornato in Brasile a 37 anni dopo un stagione al Santos ha ancora voglia di giocare e si trasferisce al Campinas ed al São José nelle serie minori.
Il 23 febbraio del 1999 giocherà la sua partita di addio al calcio al San Paolo, mista brasiliana contro mista Napoli degli anni d’oro (assente Maradona), la partita è anche l’occasione per commemorare il portiere del secondo scudetto Giuliani, morto tre anni prima. La partita termina con il risultato di 3 a 1 per il Napoli e passerà alla storia per aver ospitato l’esperimento del doppio arbitro (Longhi e Fucci) e dei guardalinee sulla linea di fondo campo, “cacciatori impettiti e vigili dei gol fantasma” che avranno invece maggior successo.
Careca in realtà non si fermò quel giorno, nel 2004 a 44 anni tornò a giocare qualche partita con il Campinas nella serie B2 del campionato Paulista, a dimostrazione della tenacia e dalla voglia di giocare che ha fatto sognare tifoserie ed appassionati di calcio.
Nato a Roma nel 1975 si appassiona ben presto al calcio ed allo sport in generale. La prima partita di calcio che vede in diretta è Italia-Germania dell'82, il primo "libro" che consuma è l'Almanacco Illustrato del calcio di quello stesso anno. Vive con la sua compagna ed i suoi 2 figli a Roma e di professione è informatico. A chi sottolinea gli errori altrui o si deprime per i propri risponde con una frase di Newton "Non ho fallito, ho solo scoperto una soluzione che non funziona". Da oltre 10 anni collabora con Wikipedia, da lettore de "Gli Eroi del Calcio" ne diventa collaboratore.