GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto) – Per capire il carattere e il temperamento di Matthaus basta (ri)vedere il gol al Pisa –il primo in Serie A- del 16 ottobre 1988, data del debutto nel nostro campionato: l’Inter aveva ormai vinto in rimonta sui toscani quando nelle battute finali Ramon Diaz colpì un doppio palo. La palla stava ormai per finire tra le mani del portiere avversario ma il tedesco si avventò per primo sulla sfera siglando il 4-1 finale. Quella squadra da record è stata costruita mattone su mattone, ma Lothar e Brehme portarono alla Pinetina una certa mentalità. Furono in tutto 40 le reti di Matthaus nel campionato italiano. L’ultima (anche con la maglia del Biscione) il 23 febbraio 1992, alla Lazio, quando concluse poi anzitempo la stagione a causa di un infortunio al ginocchio. Fu un addio amaro quello dei teutonici alla Beneamata, con lo spogliatoio spaccato e un’annata deludente. Nella stagione della prima Coppa Uefa nerazzurra mise a segno sei reti.
Sul numero di Sport Week dello scorso 19 febbraio c’era un’intervista al commissario tecnico delle Maldive Francesco Moriero. Quattro giorni prima dal venticinquesimo anniversario dell’ultima rete con la Roma dell’ex ala salentina (23 febbraio 1997). Giunto a Trigoria nell’estate ’94 dal Cagliari, rimase tre stagioni nella capitale. Otto reti nei campionati con la squadra capitolina: l’explicit con la maglia della Lupa il giorno successivo alla vittoria dei Jalisse al Festival di Sanremo. La squadra di Carlos Bianchi ospitava la Reggiana e all’Olimpico terminò 2-2. Quella partita è ricordata anche per il riconoscimento di Enrico Annoni (diretto al Celtic Glasgow) verso i supporters, con un aereo che gironzolava sull’impianto del Foro Italico trainando la scritta “Tarzan saluta i tifosi della Roma”. L’ex difensore di Como e Torino era in campo il 19 marzo dell’anno precedente, quando Moriero realizzò una doppietta allo Slavia Praga con i giallorossi che accarezzavano la qualificazione alle semifinali di Coppa Uefa.
A 85 anni, il 23 febbraio del 2000, muore Stanley Matthews. L’inglese era nato il primo giorno di febbraio del 1915 a Stoke on Trent, nell’Inghilterra del Nord, una cittadina grigia ed operaia, figlio di un barbiere. La sua carriera terminò nel 1965, quando aveva 50 anni e dopo aver giocato solo in due squadre, quella della sua città e nel Blackpool, oltre che in nazionale. Rinunciò ad ingaggi molto alti per poter restare fedele ai suoi colori vincendo solo una FA Cup nella memorabile partita del 1953, quando con la maglia del Blackpool, sotto per 1-3 a venticinque minuti dalla fine contro il Bolton, a trentotto anni, disputò un finale di partita strepitoso e con tre assist vincenti permise ai suoi di aggiudicarsi la manifestazione. Era un’ala classica, tecnico, veloce ed imprevedibile, un autentico mago del dribbling, chiamato “the magician” oppure “the wizard of dribble” (mago del dribbling), vincitore del primo pallone d’oro della storia.