GLIEROIDECALCIO.COM (Andrea Gioia)
Un cucchiaio delizioso
Panenka il precursore, Totti lo “sfrontato”, Poborsky l’inaspettato.
L’Europeo del 1996, si era presentato come il primo trofeo del vecchio continente impostato sull’esempio del mondiale. Numero delle squadre aumentato e competitività elevata al massimo livello. Ai nastri di partenza, tra le tante pretendenti al titolo, la solidissima Germania di Sammer, la sempre ostica Italia di Sacchi, la sorprendente Croazia di Suker e Boban. Tra tutte le reginette, con l’Inghilterra padrone di casa a fare la parte della vincitrice annunciata, anche una squadra venuta dall’est: la Repubblica Ceca.
Nessuno conosceva il reale valore dei ragazzi di Uhrin, nessuno poteva immaginare un cammino entusiasmante che avrebbe condotto fino alla finale di Wembley.
Il 23 Giugno di 25 anni fa, Nedved e compagni affrontano il Portogallo di Rui Costa e Figo, assi futuri alla ricerca di una consacrazione internazionale, dopo i fasti delle trafile giovanili. Il teatro della partita è il raccolto ma accogliente Villa Park di Birmingham. Chi vince va in semifinale contro la Francia del fenomeno Zidane.
Non succede quasi nulla, almeno fino al minuto 53′, quando un riccioluto centrocampista dello Slavia Praga, tale Karel Poborsky, decide di prendere palla e di involarsi verso la porta di Vitor Baia. Un contrasto vinto fortunosamente e l’area di rigore che si spalanca davanti. Tiro calibrato (d’altronde la proprietà tecnica c’era: vedere le punizioni) oppure rasoterra sul primo palo? Scelta difficile, ma non per Karel. Lo stadio inglese rimane ammutolito quando vede partire una palla calibrata magistralmente con il collo del piede, accarezzata quel giusto che basta a battere il sorpreso estremo portoghese e a consegnare, al calcio mondiale, il cucchiaio più bello mai visto su un campo di pallone.
Quella magia varrà la semifinale alla bellissima Repubblica Ceca. Una semifinale che verrà vinta ai calci di rigore contro i transalpini, futuri campioni del mondo.
Il sogno dell’est si infrangerà contro Oliver Bierhoff e contro la fortunata Germania di Vogts.