La sapiente scrittura giornalistica del direttore Cannavò, esaltava il pensiero del sanguigno Sensi su Massimo Moratti, collega nerazzurro intento a ricostruire l’imbattibile Inter che fu del mai dimenticato padre.
Il calcio del 1999 è la sintesi estrema di quel paradiso chiamato Serie A, l’eldorado calcistico durato molto più dei 20 anni solitamente decantati. Mezzo secolo di calcio, dal dopoguerra alla fine del millennio, nel quale il pallone italiano ha rappresentato l’apice massimo di uno sport nel frattempo diventato planetario.
Il 1999 è però, anche, il giro di boa verso il declino lento ma inesorabile, al cospetto di campionati esteri sempre più ricchi.
Accade così che in un giorno di fine Dicembre del 1999, l’Inter acquisti una campione venuto dal Suriname e cresciuto in Olanda, uno di quelli che a metà del decennio aveva fatto parte del meraviglioso Ajax dei ragazzini, squadra costruita attorno ad un vivaio florido e quasi inesauribile.
Clarence Seedorf arriva a Milano dopo una veloce trattativa con il Real Madrid, corazzata non ancora galattica che può permettersi di fare a meno di un fenomeno in fase di costruzione. Terraneo e Oriali lo portano alla corte di Lippi per l’enorme cifra di 43 miliardi, di cui 25 netti da dare al giocatore in 4 anni.
Una operazione lampo, costruita con cura, in grado di bruciare sul tempo le più dirette concorrenti .
Ronaldo il Fenomeno, a pochi giorni dal suo matrimonio, si dirà molto soddisfatto dell’acquisto, definendolo “il centrocampista di qualità e quantità che mancava all’Inter” (La Gazzetta dello Sport del 25 Dicembre 1999); l’olandese, da parte sua, definirà il brasiliano “un’attrazione fatale”, il campione con il quale sognava da sempre di giocare.
L’avventura di Clarence alla corte di Moratti terminerà alla fine della stagione 2001/02, in quello scambio con Francesco Coco che fece le fortune del Milan di Carletto Ancelotti che si apprestava a dominare il decennio.
La prima pagina de La Gazzetta dello Sport del 25 Dicembre 1999
Classe '83, viaggiatore instancabile ed amante del calcio e dello sport tutto.
Una Laurea in Comunicazione, una tesi sul linguaggio giornalistico sportivo degli anni '80 ed una passione per il collezionismo, soprattutto quello inerente la nazionale italiana.
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