GLIEROIDELCALCIO.COM – È il 26 agosto 1979, allo Stadio Renato Curi il Perugia si accinge ad affrontare la Roma per l’incontro valevole per il primo turno di Coppa Italia per quello che è anche l’esordio ufficiale nella stagione 1979/80. L’incontro terminerà 1-0 per i giallorossi con rete di Agostino Di Bartolomei su punizione. Una gara che porterà poi, a fine stagione, a conquistare la Coppa Italia proprio dai giallorossi.
Questo il risultato… ma c’è dell’altro… guardate bene l’immagine della squadra del Perugia schierata nella classica foto pre-partita
… potete notare come i calciatori biancorossi indossino delle maglie recanti sul petto il logo dello sponsor, quello della Pasta Ponte. Il logo è in realtà “mascherato” come fosse una marca di abbigliamento sportivo, Ponte Sportswear, per “aggirare” i limiti imposti dai regolamenti federali in vigore in questo periodo. Regolamenti che consentono, entro certe misure prestabilite, solo il marchio appunto di quelli definiti “sponsor tecnici”, fornitori cioè dell’abbigliamento necessario per l’allenamento e le gare.
“Il Perugia ha concluso un contratto pubblicitario con il Pastificio Ponte, sede Ponte San Giovanni, il terzo in Italia per fatturato. Nel pomeriggio, contro la Roma, la squadra ha fatto fronte ai suoi primi impegni nei confronti dello sponsor indossando indumenti di gioco con il nuovo marchio sulla maglietta e sui pantaloncini” (Cit. Stampa Sera, 27 agosto 1979)
Come può il pastificio Ponte rientrare nella categoria degli sponsor tecnici? Come si suol dire… fatta la legge, trovato l’inganno.
“L’azienda alimentare ha concesso il proprio marchio a una industria di abbigliamento, la Mdp, per il lancio di una linea che si chiamerà Ponte Sport Swear. Ed è proprio questo marchio, nelle dimensioni previste del regolamento, che il Perugia ha cucito sulle sue maglie da gioco. La Mdp, Manifattura di Pietralunga, società per azioni, ha tra i suoi maggiori azionisti Francesco D’Attoma, figlio del presidente, ed il cerchio dunque si chiude […] La scappatoia legale, semplice, ripetiamo, serve ad aprire alla pubblicità la divisa di gioco […] Per un anno il Pastificio Ponte verserà al Perugia 400 milioni di lire da pagarsi in dieci rate mensili. Il contratto scadrà nel giugno prossimo, ma è rinnovabile per una stagione ancora alle stesse condizioni. È stato stipulato per un solo anno in osservanza dei regolamenti Federali […]” (Cit. Stampa Sera, 27 agosto 1979)
Ora guardate di nuovo la foto e Paolo Rossi…
“Mentre i giocatori del Perugia già contro la Roma hanno indossato la divisa col nuovo marchio, il centravanti è stato esentato sino alla fine dell’anno, quando scadrà il suo contratto personale, e in esclusiva, con un’altra azienda del settore alimentare, la Polenghi Lombardo. È nota la presa di posizione della Polenghi. circa un mese fa, di fronte al problema. Nel corso di una conferenza stampa i responsabili dell’azienda avevano diffidato Paolo Rossi ed il Perugia da qualsiasi contratto pubblicitario con una industria che operasse nello stesso settore…”.
Insomma, siamo agli albori degli sponsor sulle maglie con tanti risvolti ancora da perfezionare… ma il dado è ormai tratto.
Il Perugia e il suo intraprendente Presidente D’Attoma, passano alla storia: il Perugia è la prima squadra ad “esporre” uno sponsor.