LAROMA24.IT – (Federico Baranello) – Tutto inizia il 21 dicembre 2015: in panchina Luciano Spalletti. La Roma riceve il Chievo e lo annienta con un roboante 4 a 0: doppietta di Capitan Totti, poi le marcature di Perrotta e Taddei. Da questo momento in poi la Roma diventa un rullo compressore.
Nelle giornate successive i giallorossi collezionano ulteriori nove vittorie; battono il Treviso fuori casa, Milan e Reggina all’Olimpico. Poi fanno bottino pieno a Udine e liquidano con un secco 3-0 sia il Livorno all’Olimpico sia il Parma al “Tardini”. Vincono poi 4-3 contro il Cagliari sul neutro di Rieti. Vanno poi a Siena a prendersi i tre punti e altri tre li prendono all’Olimpico battendo l’Empoli. Siamo a 10 vittorie. Il record detenuto da Juventus (1931/32), Milan (1950/1951) e Bologna (1963/1964) è uguagliato. Purtroppo nel corso della partita con l’Empoli, a seguito di un brutto intervento di Vanigli, s’infortuna gravemente Totti.
Il calendario ha in programma ora il Derby e, come sempre, c’è grande attesa ma anche grande euforia. Il giorno precedente i tifosi giallorossi si danno appuntamento a Trigoria: si presentano in 5.000 per gli allenamenti. Tanti i cori d’incitamento rivolti ai beniamini presenti ma anche cori dedicati a quelli nati al “Pippanera”: “Sfonnamoli” e “Sparimoli” i più delicati.
Sulle maglie di molti tifosi la scritta: “Combattete per noi e per il Capitano”.
Totti, che non può camminare, entra su una Golf-Car a prendersi la sua razione di applausi. Poi l’ingresso di Spalletti e dei giocatori, che indossano la stessa maglia dei tifosi, per la sessione di rifinitura. A questo punto in tribuna appare una coreografia di cartoncini rossi, bianchi e arancioni sovrastati dalla stessa scritta sulle maglie, a ribadire quanto sia importante la vittoria per la supremazia cittadina, per il record e in particolare per il numero 10 giallorosso.
Il 26 Febbraio alle 20:45 tutto è pronto per la gara del posticipo serale, trasmessa in 130 paesi, che il calendario ha deciso sia una gara in trasferta per la compagine giallorossa. Totti segue la contesa a bordo campo, in una panchina vicino la Curva Sud.
La Roma subisce all’inizio la pressione degli avversari ma fa affidamento su una difesa rocciosa. Così al 31’ Taddei, su calcio d’angolo battuto da Mancini, è veloce ed astuto a saltare e colpire di testa infilando sul primo palo la porta di Peruzzi. Taddei festeggia portando la mano sotto la maglia e simulando il battito del cuore. Sugli spalti invece il cuore batte forte davvero. I compagni lo abbracciano, lo stringono e Cufrè ne approfitta per fare le “Corna” alla Curva Nord.
Il pallino torna agli avversari ma Mexes e Chivu continuano a giganteggiare in difesa.
Nel secondo tempo la Roma sfrutta al meglio il contropiede e al 64’ Mancini, ancora lui, dopo una serie di finte offre ad Aquilani un assist perfetto che il centrocampista infila alla destra di Peruzzi con un preciso rasoterra chiudendo, di fatto, la partita. La corsa di Aquilani, senza maglia verso la Sud, e poi l’abbraccio con Totti.
La Roma centra quindi il record di 11 vittorie consecutive e lo fa vincendo un Derby, “più bella cosa non c’è”.
Iniziano i festeggiamenti. Tutti i giocatori, oltre a Bruno Conti e Luciano Spalletti, indossano la maglia del numero 10 con scritto “Forza Capitano” e si dirigono verso la Sud dove Totti sventola una grande bandiera giallorossa. Di questa storica serata rimane il record anche se l’anno successivo, con 17 successi consecutivi, l’Inter stabilirà un primato ancora imbattuto. Di questa storica serata rimangono le dita di Cufrè, rimane il volto tirato di Mexes che zittisce la curva avversaria. Rimane la maglia di De Rossi che ricorda i punti di distacco agli avversari (-16). Soprattutto rimane il Capitano che esulta con una bandiera in mano sotto la Sud qualche mese prima di diventare Campione del Mondo.
La settimana successiva la Roma riceve l’Inter con l’intento di portare il record a 12 vittorie. Purtroppo non si andrà oltre il pareggio di 1-1.
Questo derby era nato con lo slogan della Sud “Combattete per noi e per il capitano”: così doveva essere e così è stato.