LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Nel calcio ci sono gesti tecnici che passano alla storia. Con il trascorrere del tempo si tramutano in momenti in cui, nel ricordarli, ci si vanterà di averli vissuti dal vivo con il classico “io c’ero”. Il gol di Totti a Marassi contro la Sampdoria del 26 novembre del 2006 è uno di questi.
La “Banda Spalletti” insegue la sua quinta vittoria consecutiva e vuole mettere pressione all’Inter capolista. I giallorossi partono forte e Pizarro scalda subito le mani del numero “1” blucerchiato Berti. Al 13’ la prima perla di Totti: verticalizzazione di De Rossi che apre un’autostrada al Capitano che in diagonale gonfia la rete. Neanche il tempo di esultare che la Samp trova il pareggio con Volpi. La Roma continua a macinare gioco e Perrotta da fuori area e Panucci da pochi metri riportano il risultato verso una più consona espressione dei valori in campo: 1-3 e tutti negli spogliatoi dopo la prima frazione di gara.
Nella ripresa la Roma continua a essere padrona del campo. Poi al 74’ la giocata che squarcia il cielo di Genova. Dagli sviluppi di un calcio d’angolo i giallorossi provano a forzare la difesa dei padroni di casa. La Samp riesce ad allontanare il pallone sul quale si avventa Cassetti. Totti, forse pregustando la possibilità di fare l’impossibile, alza il braccio destro per farsi vedere, per chiamare la palla verso di se. Cassetti alzo lo sguardo. Lo vede. Parte il lancio verso il numero “10” che occupa una posizione defilatissima sulla sinistra dell’attacco giallorosso. Qui la giocata che non ti aspetti. Il Capitano lascia scendere il pallone e poi di sinistro, la gamba con le viti, al volo lo scaglia verso l’angolo più lontano della porta difesa da Berti. La palla sembra telecomandata e s’infila in rete. Balistica e inerzia trovano un nuovo compromesso. Totti festeggia dirigendosi verso i propri sostenitori che proprio da quella parte sono collocati. E Marassi s’inchina al cospetto di una così magistrale interpretazione ed esecuzione. Parte la standing ovation, per lui solo applausi, anche dagli avversari. Ancora applausi da tutto lo stadio, quando dopo pochi minuti lascia il posto a Montella.
Una dedica polemica a fine gara: “Dedico i miei due gol uno a Platini e l’altro a Matarrese. Così vengono a vedere la Roma e non parlano a sproposito”. Un riferimento al vicepresidente dell’UEFA e al presidente della Lega, che lo avevano criticato per aver lasciato la Nazionale.
Il Capitano giallorosso ci lascia una giocata che in molti sognano di poter fare. Una giocata che in pochi hanno il coraggio di provare. Totti, “The King of Rome”, ha la capacità di riuscirci.