LAROMA24.IT (Federico Baranello) – L’amore dei tifosi della Roma raggiunge in alcune occasioni dei punti talmente elevati che solo gli stessi tifosi giallorossi possono poi raggiungere o superare di nuovo. È una continua dimostrazione di un amore senza eguali.
Il 27 aprile 1986, dopo una settimana dall’incomprensibile, e mai troppo digerita, sconfitta in casa con il Lecce, in oltre 4.000 decidono di percorrere i 650 chilometri che separano Roma da Como per sostenere, nonostante tutto, i colori del sodalizio giallorosso. I suoi “eternamente innamorati” si presentano su quel ramo dorato del lago di Como srotolando uno striscione cui ogni ulteriore commento risulterebbe superfluo: “Como: una presenza che vale più di uno scudetto”. Uno striscione che pare strettissimo parente di quel “Chi tifa Roma non perde mai“, esposto durante Roma-Chievo, ultima giornata del campionato 2009/2010, dopo aver sfiorato – anche lì – lo scudetto.
Dopo nemmeno un minuto dall’inizio della contesa lo svedese Corneliusson spegne anche quel lumicino di speranza che si era conservato sotto l’acqua e il vento del “Giuseppe Sinigaglia”.
Si conclude così un campionato contrassegnato da una cavalcata storica da parte dei giallorossi che ha consentito di recuperare gli otto punti di distacco ma che non è riuscita a trasformare un sogno in realtà.
L’unica nota positiva rimane il titolo di capocannoniere per il “Bomber” Pruzzo che può, nell’ultima giornata, ufficialmente fregiarsi del titolo. Sono 19 le reti effettuate in una stagione in cui spicca la cinquina rifilata all’Avellino. Non solo, sempre in questa stagione inaugura una nuova esultanza. Il 16 Marzo precedente all’Olimpico il Bomber segna di testa il gol del raddoppio alla Juventus. S’invola verso la Sud, si sfila la maglia e la agita come una bandiera. E’ la prima volta, come anche lui rivendica, che un giocatore esulta in questo modo.
A fine partita Pruzzo dichiara: “Quest’anno ho vinto solo io, solo io ho vinto qualcosa, e per questo dico grazie ai compagni che mi hanno aiutato. Dico grazie a loro e bravo a me perché un simile risultato a 31 anni è qualcosa di importante davvero (…) Sono stato bravo, siamo stati bravi. Io ho fatto 19 gol in 24 partite, non lo avrei mai creduto possibile, invece è finita così; e siamo stati bravi tutti, perché abbiamo giocato un grande campionato perso solo alla penultima giornata per l’imponderabilità del fato” (Cit. Il Messaggero, 28 aprile 1986).
È il terzo titolo di Capocannoniere da parte del Bomber (1980/81, 1981/82 e 1985/86) impreziosito dal fatto di essere l’unico italiano tra i primi 5 marcatori.
Lode a te Roberto Pruzzo.