GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – Negli anni settanta, si diceva che in America tutti fossero ricchi e tutto fosse nuovo, tutto tranne il calcio che, in quel periodo e fino agli anni novanta, in quella zona geografica era considerato la “periferia” del pallone, visto che la nazionale non si qualificava mai ai mondiali ed era il luogo dove qualche ex campione si rifugiava per qualche dollaro in più a fine carriera.
Agli inizi degli anni novanta, le cose cominciarono a cambiare e nell’estate del ’94 ci furono i mondiali. La nazionale di casa, nonostante non arrivi in finale, fa una bella figura arrendendosi solo agli ottavi di finale con i futuri campioni del Brasile. In quella nazionale non ci sono moltissimi talenti, ma il gruppo è affiatato e ben organizzato, gioca bene, si diverte con un gioco lineare e semplice.
Uno dei pilastri di quella nazionale è il difensore centrale Alexi Lalas, giocatore famoso non tanto per le sue prestazioni, ma per il look: capelli lunghi mossi e rossi con baffoni e barba lunga.
Di origini greche, ma nato nel Michigan nel 1970, è un difensore bravo di testa e bravo a spazzare via il pallone, guida la difesa con personalità e quando esce dal campo suona rock con la sua band i “Ginger”. In quel periodo in Italia, c’è una squadra di serie B tornata in A dopo 32 anni e dopo uno spareggio all’ultimo sangue contro il Cesena, è il Padova di Sandreani – Stacchini.
È proprio questa coppia di allenatori che, guardando i mondiali in USA, si innamorano di questo difensore e chiedono alla società di portarlo in Veneto.
In fondo il Padova si appresta a giocare il campionato di serie A del ’94/’95 con lo stadio Euganeo nuovo di zecca e con un difensore appena arrivato in Italia che non parla italiano e che sbarca in aeroporto il 27 luglio 1994, con la chitarra sulle spalle, ride sempre e conquista numerose pagine dei quotidiani sportivi italiani.
Alexi Lalas infatti, è il primo statunitense a giocare nel campionato italiano, visto che i precedenti erano due italoamericani nella Fiorentina degli anni trenta.
Il campionato inizia male per il Padova, che perde le prime partite, un 5-0 a Genova contro la Sampdoria, uno 0-3 in casa contro il Parma, un 2-0 a Torino e un 0-2 in casa contro il Bari. La squadra sembra senza carattere e pronta a tornare in B.
Lalas, anche in Italia, è più famoso per il suo look che per le prestazioni. In campo urla ordini in inglese e negli spogliatoi intrattiene la squadra con canzoni americane.
Il primo punto del Padova arriva alla quinta giornata con la rimonta da 1-3 a 3-3 contro il Napoli, grazie ai due gol del centravanti Maniero. Nella giornata successiva ospitano il Milan campione d’Italia e d’Europa e, di fronte ad uno stadio Euganeo pieno zeppo e ad un avversario glorioso, proprio Lalas di piatto segnerà il suo primo gol a Sebastiano Rossi. Lo stadio impazzisce e Lalas che salta i cartelloni per andare a festeggiare sotto la tribuna dei suoi tifosi, viene ammonito dall’arbitro. La partita finirà 2-0 per il Padova, con il gol di Gabrieli.
A fine partita le telecamere e i microfoni sono tutti per il difensore americano, che non vede l’ora di fare il suo show. In effetti, la stampa italiana abituata ai giocatori seri e musoni, ha pane per i suoi denti. Lui ride e dichiara in italiano: “fatto gol, vinto, bene, bene” e quando gli chiedono dell’ammonizione risponde ancora “These are the rules?” Cioè “sono queste le regole?” E con una sonora risata conclude con un “Ah, ok!”.
Alexi Lalas era così, per lui il calcio era un divertimento, non un mestiere. Nel frattempo il Padova si riprende ed è lui a condurre la difesa, fino ad arrivare a giocarsi lo spareggio salvezza contro il Genoa a Firenze vincendolo ai calci di rigore.
Lalas è un idolo a Padova, la gente lo ferma e gli chiede foto, autografi e lui è sempre sorridente e disponibile con tutti.
Il campionato ’95/’96 è più difficile per il Padova che, perdendo il suo pezzo forte Maniero andato alla Samp, a fine stagione retrocede in B.
Lalas non vuole giocare la B e torna degli Stati Uniti per giocare nei New England Revolution, nei New York Metrostars, nel Kansas City e nei Los Angeles Galaxy dove chiuderà la sua carriera calcistica nel 2003 e di cui sarà dirigente fino al 2008.
Si conclude così la sua carriera da calciatore. Ora Alexi Lalas è sposato e ha figli e continua a fare musica. Ha una laurea conseguita nel 2014 dopo oltre 20 anni di studi, presa per dimostrare ai bambini che nella vita non bisogna mai arrendersi. A Padova invece, è ancora un idolo, una parentesi simpatica in anni ricchi di tensioni e malumori.
Romana e romanista di nascita, trasferita in Friuli Venezia Giulia per sbaglio. Una laurea in scienze della comunicazione, un lavoro come responsabile marketing e un figlio portiere mi riempiono la vita. La mia grande passione è il calcio, la sua storia e tutto quello che ne fa parte.