LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 27 settembre 1976 nasce Francesco Totti. E questa non è certo una notizia. In tutto il mondo si sa che oggi il Capitano della Roma compie quarantadue anni, e proprio ciò indica quanto il suo nome sia entrato nella leggenda.
Il viaggio di Francesco in prima squadra comincia a Brescia nel marzo 1993 quando ha poco più di sedici anni: “Mi tremavano le gambe, mi si era fermato il cuore. Boskov, a Brescia, mi disse: scaldati. Pensavo che ce l’avesse con Muzzi, che era vicino a me. Invece…” (cit. La Roma, aprile 1994). Un viaggio che arriva sino al suo 250° gol in serie A.
Fare l’elenco di tutti i record detenuti dal ragazzo nato a Porta Metronia sarebbe riduttivo per spiegare la sua carriera, forse addirittura offensivo. Allora bisogna partire da cosa rappresenta. E cosa rappresenta Francesco può spiegarlo chiunque, non è necessario essere un tecnico del mondo del pallone. Possiamo chiederlo al nostro meccanico di fiducia, al “pizzicarolo” sotto casa, all’impiegato di banca, al nostro medico di fiducia o al grande manager d’azienda. Si, perché per spiegare un sentimento non è necessario conoscere il mondo del pallone. Chiunque è in grado di spiegare la voce del proprio cuore, a suo modo, con le sue parole. Francesco Totti è universale, conosciuto da tutti, anche da chi è distante anni luce dal mondo del calcio. Anche da chi è dall’altra parte del mondo. E questo non capita a tutti, è onore di pochi eletti. Francesco è il bambino che immagina di giocare per la propria squadra del cuore con una palla fatta di scotch e carta. La scrivania è la porta e la finestra è la curva dove si va ad esultare. Quella stanza è lo stadio più bello e grande del mondo. Francesco rappresenta questo, il sogno da bambino. Rappresenta la rivalsa di ciò che a volte non si riesce a raggiungere nella vita. Francesco è nella quotidianità romana, è nelle mura della città. È sulla copertina di Topolino o su un biglietto dell’autobus. È nel gladiatore di duemila anni fa. È un “po po po po po po” sul gradino più alto del mondo dopo un grave infortunio. Si, perché nella vita si cade, si soffre e ci si rialza. Francesco è un uomo del popolo ma allo stesso tempo è il “Marchese del Grillo” che è in ogni romano, burlone e scanzonato. Francesco è un padre di famiglia che da solo sotto la pioggia si scalda perché spera di entrare e risolvere la partita.
Francesco è quell’orgoglio che noi tutti proviamo quando siamo all’estero e dici che vieni da Roma: ti guardano e dicono “Roma…Totti”. Si, perché pochi come lui rappresentano la città eterna. È un’associazione quasi inevitabile, Totti=Roma. E questo non vale per Del Piero-Torino o Maldini-Milano. Vale solo per lui. In nessun luogo del mondo c’è una associazione così forte tra un giocatore e la città. Totti o il Colosseo, pari sono. E questo ormai lo sanno tutti. C’è tanto giallo e tanto rosso in ciò che rappresenta.
Buon Compleanno Capitano!