GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – La Juve, sotto la presidenza di Boniperti e sotto la guida tecnica di Vycpálek, vince il quattordicesimo scudetto della sua storia. Va detto d’entrata però che, quell’anno, il campionato è molto equilibrato. Infatti, alla fine, la Juve arriva prima in classifica con un solo punto di vantaggio sul Milan e sul Torino.
La squadra allestita da Boniperti è per metà composta da ragazzi poco più che ventenni: Spinosi, Cuccureddu, Marchetti e Bettega. E anche Pietro Anastasi che, rispetto a quel gruppo di giovani compagni di squadra, è di poco più vecchio, all’inizio di quella stagione comunque non è ancora ventiquattrenne.
Come ho già avuto modo di dire, nelle intenzioni di Boniperti, questo “progetto giovani” avrebbe dovuto essere diretto da Armando Picchi. Ma la prematura scomparsa del livornese fece sì che l’allenatore delle giovanili, Vycpálek passasse alla guida tecnica della prima squadra dei bianconeri. Ed è forse anche in ragione della giovane età media del gruppo se, nella parte iniziale del campionato, gli juventini fanno un passo falso già alla seconda giornata, perdendo con il Verona. Ma, alla quinta, riconquistano la testa del gruppo che è in fuga, fianco a fianco con Milan e Inter e, alla sesta del girone d’andata, si ritrovano da soli primi in classifica.
Ripresasi dalla sconfitta con i gialloblu veronesi, la Juve infatti continua la sua marcia spedita, verso la conquista del titolo. Il team bianconero inizia così una serie di nove risultati positivi di seguito: sette vittorie e due pareggi. Alla tredicesima di campionato, in virtù di una sconfitta subita a Cagliari, si verifica la seconda battuta d’arresto della squadra guidata dal mister cecoslovacco. La sconfitta, però, è seguita da due vittorie, con Fiorentina e Vicenza. Vittorie che permettono quindi alla Juventus di laurearsi Campione d’inverno.
Va anche detto che Toro e Milan reggeranno il passo della Juventus, tallonandola per tutto il girone di ritorno, fino all’ultima di campionato. Nel caso dei granata, poi, nelle ultime quattro o cinque giornate ci fu anche un aggancio ed un momentaneo sorpasso. In effetti, tra il 12 marzo e 16 aprile del ’72 il Toro, che già era ai vertici della classifica, vince cinque partite su cinque: alla venticinquesima raggiunge la Juve, capolista, a 35 punti e nel turno dopo, come ho anticipato, c’è addirittura il provvisorio sorpasso, poiché il Toro, vincendo con l’Atalanta, sale a 37 e la Juve, pareggiando col Mantova, si assesta a 36. Purtroppo per i granata, nel turno dopo, ci sarà la sconfitta col Milan a San Siro e la Juve, vincendo in casa con l’Inter, riprenderà la testa della classifica. Una posizione da capolista che la squadra di Vycpálek non perderà più.
Nella classifica dei cannonieri, della stagione 71-72, in testa troviamo Roberto Boninsegna (Inter) con 22 gol; poi Gigi Riva (Cagliari) con 21 gol; Alberto Bigon (Milan) a 14; Pietro Anastasi (Juventus), Mario Maraschi (Lanerossi Vicenza) e Giuseppe Savoldi (Bologna) pari a 11; seguono Roberto Bettega (Juventus) e Sergio Clerici (Fiorentina) con 10 gol ciascuno; poi, ancora, Gianni Bui (Torino) e Fabio Capello (Juventus) con 9 gol; dietro a questi ultimi due, José Altafini (Napoli) a 8. Infine, ancora più in basso, ci sono Magistrelli (Atalanta), Sandro Mazzola (Inter), Orazi (Verona), Claudio Sala (Torino), Spelta (Catanzaro) e Zigoni (Roma): tutti con 7 gol.
Nella sua formazione tipo, perlomeno ad inizio stagione, come per esempio nella partita del 24 ottobre del 1971, giocata con l’Atalanta, la Juve schierava: Pietro Carmignani, Sandro Salvadore, Luciano Spinosi, Francesco Morini, Gianpietro Marchetti, Franco Causio, Giuseppe Furino, Fabio Capello, Helmut Haller, Pietro Anastasi, Roberto Bettega.
Nel prosieguo del campionato, a causa di malanni e infortuni furono anche impiegati altri uomini a disposizione in rosa. I primi che vengono in mente sono Piloni e Novellini, Gianluigi Savoldi e Fernando Viola.
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