E’ il 29 aprile del 1970 … il Manchester City alza al cielo la Coppa delle Coppe
In quella edizione, l’Italia era stata rappresentata dalla Roma di Helenio Herrera.
Tra i giallorossi di quella stagione, che l’anno prima avevano vinto la seconda Coppa Italia nella storia dei giallorossi, vanno sicuramente citati Ginulfi, Santarini, Spinosi, Capello, Cordova, il capitano Peirò e Braglia (lo sfortunato Taccola era mancato l’anno prima).
Nella squadra inglese, invece, diretta da Joe Mercer e dal suo secondo (di pari rango) Malcom Allison, gli elementi di spicco erano almeno quattro Colin Bell, Mike Summerbee, Francis Lee e Neil Young.
Bell, figura storica del Manchester City, era un centrocampista dalle eccellenti capacità realizzative: una paio di anni prima della vittoria in Coppa delle Coppe si era rivelato essere il capocannoniere della squadra, con una quindicina di gol, mettendo a segno anche una tripletta.
Summerbee era un’ala destra, descritto dai suoi stessi compagni come giocatore instancabile e dal forte temperamento. Lee, altro attaccante dalle grandi capacità realizzative e rigorista della squadra (ne trasformò uno proprio nella finale di Coppa delle Coppe) e fu il miglior marcatore del Manchester City dal 1970 al 1974. Young era un centrocampista avanzato dotato anch’egli del fiuto del gol. Era ben più che una figura storica dei Citizens, visto che era nato a 800 metri dallo stadio del Manchester City ed era cresciuto nelle sue giovanili.
Il torneo annoverava squadre prestigiose: Athletic Bilbao, Dinamo Zagabria, Dukla Praga, Olympiakos, Olympique Marsiglia, PSV Eindhoven, Ranger Glasgow, Rapid Vienna, Roma, San Gallo, Shalke 04, Steaua Bucarest e Slovan Bratislava, club -quest’ultimo- che era il detentore del titolo.
I finalisti furono il Manchester City (dopo avere battuto in casa, per 5 a 1, lo Shalke 04 nel match di ritorno in Inghilterra ) e i polacchi del Górnik Zabrze (che, dopo tre pareggi con la Roma, passano il turno grazie ad un sorteggio, sotto forma di un lancio della monetina che li decreta vincitori della partita). Nel caso dei giallorossi si può dire che il fato tolse ciò che aveva concesso qualche tempo prima: negli ottavi di finale la Roma aveva vinto in casa uno a zero contro il PSV Eindhoven e aveva perso con l’identico risultato in Olanda. Il passaggio del turno per i capitolini era stato determinato proprio da un lancio favorevole della monetina (ai tempi non erano previsti i rigori in caso di parità alla fine dei supplementari). Con il Górnik Zabrze in semifinale si ripete una situazione simile ma il destino arride ai polacchi e a giocarsi la conquista del trofeo saranno loro contro il Manchester City.
Il programma della gara
In finale gli inglesi, privi di Summerbee a causa di un infortunio risalente al mese precedente, partono subito bene e continuano meglio per tutto il primo tempo: dapprima con Lee che si libera da solo in area, scavalcando con un colpo di tacco il difensore avversario e, tirando al volo verso la porta, costringe il portiere polacco ad un grande intervento; poi, all’11’, con il vantaggio inglese di Neil Young che mette a rete su una respinta di Kostka; infine, al 43′, con il raddoppio, ancora grazie a Young, che sulla sinistra ruba palla, entra in area e costringere il portiere polacco al fallo da rigore. Rigore che, come già detto, fu trasformato da Francis Lee. Nel secondo tempo, ad una ventina di minuti dal termine, i polacchi rientrano in partita con un gol di Oslizlo. Ma alla fine la vittoria sarà degli inglesi che conquistano appunto quella che loro chiamano la “Cup Winners’ Cup”: la Coppa dei vincitori della Coppa (nazionale).
Concludo la parte dedicata a questo evento sportivo con due annotazioni di colore:
1) Oltre alla tradizionale maglia blu chiaro (celeste), in quegli anni i “citizens” avevano adottato la maglia a strisce rossonere. Questo, su iniziativa di Mike Allison che era stato positivamente suggestionato dalle imprese del Milan, di quel periodo, e riteneva che indossare il rossonero sarebbe stato di buon auspicio anche per la squadra di Manchester. In effetti, la maglia rossonera fu indossata dai “citizens” anche nella finale di Coppa delle Coppe. I risvolti di questa vicenda sono spiegati in un articolo di David Clayton, pubblicato sul sito “Mancity.com”.
Secondo questo articolo, Allison vide vincere il Milan nella Coppa delle Coppe del 1968 e fu preso dalla suggestione che quei colori avrebbero portato bene anche al Manchester City. Quell’anno il Manchester City aveva vinto il campionato inglese e Allison si proponeva di iniziare un ciclo europeo. Invece al primo turno di Coppa dei Campioni, il 2 ottobre del ‘68, fu eliminato dal Fenerbahçe (pareggio per zero a zero all’andata in Inghilterra e sconfitta per due a uno in Turchia, dopo che gli inglesi erano andati in vantaggio per uno a zero). Tre giorni dopo, in una partita di campionato, il Manchester City scese in campo al Goodison Park contro l’Everton indossando le maglie rossonere. Vinse la squadra di Liverpool per due a zero e i tifosi del City ovviamente accolsero l’uscita pubblica delle nuove maglie con poco entusiasmo. Ma Allison confidava che sul lungo periodo le cose sarebbero andate bene e, effettivamente, il Manchester vinse la Coppa d’Inghilterra del 1969 e la Coppa delle Coppe del 1970 scendendo in campo con le maglie rossonere.
2) Una decina di anni dopo la conquista di quel prestigioso trofeo continentale, Mike Summerbee avrebbe fatto parte del cast di “Fuga per la Vittoria”, il celebre film di John Huston interpretato da Sylvester Stallone, insieme a Pelé, Ardiles, Bobby Moore, Deyna ed altri calciatori come Werner Roth, Soren Linsted, Hallvar Thoresen, Co Prins, più una serie di atleti dell’Ipswich Town: John Wark, Kevin O’Callaghan, Russel Osman, Laurie Sivell, Robin Turner e Kevin Beattie. Infine, da notare che qualche anno dopo la vittoria del “City” in Coppa delle Coppe, anche il sopraccitato Deyna avrebbe fatto parte dei citizens.