Il Cruzeiro alza al cielo la Copa Libertadores … il racconto di Massimo Prati
Nel titolo ho fatto riferimento a Jairzinho perché probabilmente si tratta del giocatore, allora in forza al Cruzeiro, più noto al pubblico italiano. Lui aveva fatto grande parte della sua carriera nel Botafogo. Ma, dopo i Mondiali del ’74, era passato all’Olympique di Marsiglia, dove aveva raggiunto il suo amico Paulo César. L’inizio di quell’esperienza francese era stato entusiasmante: il giorno del suo primo allenamento col club marsigliese fu segnato dalla presenza di 10.000 tifosi entusiasti. Ma, per il brasiliano, la stagione si concluse con la macchia di una pesante squalifica per un’aggressione al guardalinee. Così, l’attaccante brasiliano fu costretto a rientrare nel suo paese, finendo al Cruzeiro. Nella stagione 1975-1976, il club di Belo Horizonte prendeva parte alla Copa Libertadores.
Il 30 luglio del 1976, alla fine di una competizione durata alcuni mesi, il Cruzeiro portava a casa il trofeo. In questo modo, i brasiliani interrompevano una supremazia, in questo torneo, dei club argentini (Indipendiente, Racing Club ed Estudiantes) e di quelli uruguagi (Peñarol e Nacional). E vale la pena di ricordare che particolarmente marcata fu la supremazia degli argentini, con dieci titoli vinti nelle dodici precedenti edizioni. Una supremazia dei club nei paesi del “Cono Sud” (fatta eccezione per il Cile) che durava appunto da dodici anni: prima del club di Belo Horizonte, l’ultima squadra brasiliana vittoriosa in Coppa Libertadores era stata quella del Santos di Pelé, che aveva vinto due edizioni di fila, nel 1962 e nel 1963.
Il Cruzeiro era un club fondato da operai emigrati italiani. Nacque il 2 gennaio del 1921. Per ciò che riguarda i fondatori, principalmente si trattava di muratori italiani impegnati nelle grandi opere civili in costruzione a Belo Horizonte in quegli anni. Originariamente il club si chiama “Sociedade Esportiva Palestra Itália” (nome simile ad un club fondato qualche anno prima a San Paolo: l’attuale Palmeiras, ovviamente anch’esso di origini italiane).
Ai tempi in cui il club aveva il nome di “Sociedade Esportiva Palestra Itália”, i colori sociali erano il verde, il bianco e il rosso. In effetti, solitamente, la squadra scendeva in campo con maglia verde, calzoncini bianchi e calzettoni rossi. Ma, tra il 1942 e il 1943, per questioni patriottiche legate alle vicende della Seconda Guerra Mondiale, il nome del club fu modificato appunto in “Cruzeiro”. Furono cambiati anche i colori e si passò all’azzurro (forse come soluzione di compromesso per mantenere comunque un richiamo cromatico alle origini italiche).
Il nome e il simbolo “Cruzeiro” sono invece fortemente legati all’identità brasiliana. Si riferiscono alla costellazione della Croce del Sud, presente anche nella bandiera verde-oro. Anche se in realtà, trattandosi di una costellazione associata all’emisfero australe, il simbolo della Croce del Sud è presente anche nelle bandiere di alcune nazioni dell’Oceania (Australia e Nuova Zelanda).
Fatte queste premesse, possiamo tornare allo specifico della Coppa Libertadores edizione 1976, che inizia il 25 febbraio e si conclude con la finale spareggio del 30 luglio. La formula del torneo era più o meno quella introdotta qualche anno prima: venti squadre (due per nazione) in cinque gironi iniziali di quattro squadre.
Cinque gironi, dunque, in cui ciascuna capolista passa alla fase della semifinale. Quindi cinque squadre, vincitrici dei gironi, a cui si deve aggiungere l’Indipendiente di Avellaneda che, in quanto detentore del titolo, entra in gioco solo a partire da quel momento della competizione. Di conseguenza, abbiamo un totale di sei squadre semifinaliste, suddivise in due triangolari, da cui usciranno le due sfidanti per la conquista del titolo. Ecco come erano stati formati i gironi.
Gruppo uno: gli argentini di Estudiantes e River Plate insieme ai venezuelani di Portuguesa e Deportivo Galicia. Gruppo due: gli ecuadoriani della Liga de Quito e del Deportivo Cuenca più i boliviani del Bolívar e del Deportivo Guabirá. Nel terzo gruppo: i brasiliani del Cruzeiro e dell’Internacional, con i paraguayani dell’Olimpico e dello Sportivo Luqueño. Gruppo quattro: Alianza Lima e Alfonso Ugarte in rappresentanza del Perù, Millonarios e Santa Fe per la Colombia. Mentre nel quinto: gli uruguagi di Peñarol e Nacional e i cileni di Unión Española e Palestino.
Nel gruppo uno il River Plate si qualifica arrivando a 10 punti, con un punto di vantaggio sui connazionali dell’Estudiantes. Il club bonarense, guidato da Ángel Labruna, pochi mesi prima aveva vinto il campionato argentino e schierava una serie di giocatori che sarebbero divenuti Campioni del Mondo nel ’78: il portiere Ubaldo Fillol, i centrocampisti Norberto Alonso e Oscar Ortiz, l’attaccante Leopoldo Luque e un giovane difensore, allora ventiduenne, Daniel Passarella.
Dal gruppo due esce vincente quella che era la squadra ecuadoriana più forte di quel periodo, la Liga Deportiva Universitaria de Quito (due titoli nazionali nel 1974 e 1975), una squadra che aveva al suo interno un buon numero di uruguayani e argentini: Juan José Pérez, Miguel Ángel Leyes, Walter Maesso, Luis de Carlo e Carlos Gomez.
Del Gruppo tre, ad accedere alla fase di semifinali è appunto il Cruzeiro. In quel girone, i club paraguayani non potevano essere considerati come squadre particolarmente temibili. Sulla carta, gli unici avversari che potevano impensierire erano i connazionali dell’Internacional di Porto Alegre. Club -quest’ultimo- che tra l’altro aveva vinto il campionato in Brasile alla fine del 1975 e che quindi era il club brasilero campione in carica. Ma, il Cruzeiro vinse le due sfide del girone: sia quella dell’andata che quella del ritorno. Particolarmente avvincente fu la partita casalinga del Cruzeiro, giocata il 7 marzo del 1976, con risultato incerto fino al 90′. Alla fine, fu un 5 a 4 per i padroni di casa. Il Club di Belo Horizonte era andato in vantaggio al 5′ con gol di Palinha, che aveva finalizzato una discesa sulla sinistra e relativo assist di Jairzinho.
Cinque minuti dopo, Palinha andava ancora in gol, controllando di petto un pallone lanciato da una trentina di metri e facendo partire un forte tiro di destro dal limite dell’area avversaria. Ma, al 14′, Lula aveva accorciato le distanze: si impadronito di un pallone respinto sulla fascia sinistra e aveva fatto partire un forte tiro di sinistro da 30 o 35 metri. Dopo circa un quarto d’ora, il Cruzeiro conduceva dunque due a uno.
Al 31′, i padroni di casa riallungavano le distanze e si portavano sul tre a uno con Joãozinho, bravo a rubare palla anticipando un avversario, entrare in area, evitando un intervento su di lui, per poi superare il numero uno del club di Porto Alegre con un tiro di sinistro dall’interno dell’area piccola. A livello di successione dei gol, comunque, sembrava di essere sulle montagne russe: Joazinho aveva allungato le distanze al 31′ e Valdomiro le riaccorciava segnando un gol al 41′, con un tiro dal centro dell’area avversaria su assist di Lula.
Si andava negli spogliatoi con i padroni di casa in vantaggio per tre reti a due. All’inizio della ripresa arrivava il pareggio. Da un attacco dell’Internacional sulla destra, nasceva un pallone spiovente nell’area piccola del Cruzeiro. Zé Carlos interveniva per passare il pallone al proprio portiere o forse per farlo uscire sul fondo e invece era autore di un autogol: tre a tre e palla al centro. Poco dopo, però, segnava nuovamente Joãozinho, azione nata sulla sinistra, proseguita nell’area avversaria e conclusasi con un forte tiro che piegava le mani al portiere dell’Internacional e si infilava in porta: si andava sul quattro a tre ai danni del club di Porto Alegre.
Poi, al 70′, nuovo pareggio degli ospiti, grazie ad un colpo di testa di Ramón, su mischia in area. Infine, all’85’, quando il Cruzeiro era in inferiorità numerica a causa dell’espulsione di Palinha, Joãozinho conquistava un rigore a seguito di una sua incursione nel lato sinistro dell’area degli ospiti. Sul dischetto andava Nelinho e la sua esecuzione era perfetta: Manga si buttava alla sua destra mentre il pallone si insaccava a sinistra. Questa rapidamente riassunta era la prima partita in assoluto del Gruppo tre. Alla fine di quel girone, come anticipato, fu il Cruzeiro ad accedere alla fase di semifinale.
Nel Gruppo quattro troviamo i peruviani dell’Alianza di Lima e quelli del Club Deportivo Alfonso Ugarte insieme ai colombiani dei Millonarios e del Santa Fe. Di questo gruppo merita sicuramente una citazione la partita tra i vincitori del girone, cioè l’Alianza di Lima e il Sante Fe di Bogotà. In occasione dell’incontro di ritorno, giocato il 4 aprile del 1976 a Lima, viene realizzato infatti quello che è considerato “el gol más rápido” nella storia della Coppa Libertadores, segnato dopo solo sei secondi di gioco. Nella registrazione dell’inizio della radiocronaca, si ha solo il tempo di sentire: “Buenas tardes. Avanza Alianza. Remata” …e poi il grido: …”Gooool!!!”. Il marcatore è Félix Suárez, attaccante dell’Alianza di Lima. La partita finisce 3 a 0 per i padroni di casa e due settimane dopo, all’ultima giornata di quel girone, l’Alianza di Lima si ritrova prima in classifica a 8 punti.
Del Gruppo cinque fanno parte i due celebri club di Montevideo, Nacional e Peñarol e i cileni dell’Unión Española e del Palestino. In questo gruppo gli uruguayani partono piuttosto male. La prima giornata del girone registra un pareggio nel derby di Montevideo e una vittoria dell’Unión Española nell”incontro tra i due club cileni. Poi il Peñarol parte per due trasferte in Cile, prima con l’Union Española e poi con il Palestino, con il negativo bilancio di un pareggio nel primo incontro e di una sconfitta nel secondo. Unica consolazione per i “carboneros” gialloneri e che i loro rivali del Nacional fanno anche peggio, infatti i “tricolores” di Montevideo perdono entrambi i match con le squadre cilene. Alla fine del girone di andata, il 18 marzo del 1976, la classifica dice: prima Unión Española a 5 punti, secondo Palestino a 4, terzo Peñarol a 2, ultimo Nacional a 1.
Il derby di ritorno, giocato il 24 marzo del 1975, nell’economia del torneo diventa quindi una questione di vita o di morte per i club di Montevideo. In effetti, con ancora tre partite da giocare e quindi sei punti a disposizione per squadra, un’eventuale sconfitta nella stracittadina uruguagia, combinata ad un possibile risultato pieno, in Cile, a favore dell’Unión Española, avrebbe potuto significare la matematica certezza dell’eliminazione dal torneo per i perdenti della sfida nella capitale uruguayana.
E ora passiamo alla cronaca di quell’incontro: al Peñarol viene espulso un uomo intorno al 30′: Pizzani. Inoltre, i carboneros gialloneri subiscono un gol verso il finale del primo tempo. Eppure, anche se in inferiorità numerica e sotto di un gol, il Peñarol è capace di una grande rimonta nel secondo tempo e vince due a uno. Al 71′, è Julio César Jiménez a raccogliere un rimpallo e segnare un gol con un tiro dal limite dell’area “tricolor” e poi, all’80’, altro bolide di Pablo Forlán, per il definitivo due a uno.
Il tabellino della partita del 4 aprile 1976.
Stadio del Centenario di Montevideo.
Nacional-Peñarol 1-2
Marcatori: 43′ De Lima (N), 71′ Jimenez (P), 80′ Forlan (P).
Espulsioni: 30′ Pizzani (P).
Nacional: Bertinat, De los Santos, Villazan, Machado, Pereira, Gimenez, Muñiz, Perrone (70′ Pagola), Revetria (65′ Laclau), De Lima, Ocampo.
Peñarol: Corbo, Olivera, Faral, Forlan, Acosta (75′ Ramon Silva), Piriz, Cruz, Jimenez, Morena, Unanue, Pizzani.
Dopo quel match per il Peñarol solo vittorie, inclusa l’ultima con l’Union Española. Vittoria che permette agli uruguayani di raggiungere i cileni e di essere i primi in classifica grazie alla differenza reti. In questo modo il club di Montevideo si garantisce l’accesso alle semifinali di Libertadores.
Per le semifinali si formano pertanto due gruppi. Il primo è composto da Belo Horizonte, Alianza Lima e la Liga di Quito. Queste ultime due compagini, sulla carta non sembrano potersi imporre ai brasiliani ed in effetti non riusciranno a farlo.
Il secondo è invece un girone costituito da squadre blasonate e dello stesso alto livello. Parlo del River Plate e del Peñarol e, ovviamente, del detentore del titolo: l’Indipendiente di Avellaneda, che finalmente è chiamato a scendere in campo. Di conseguenza, questo triangolare di semifinale è sicuramente dall’esito molto più incerto.
Nel primo girone, comunque, si conferma il pronostico. In effetti, il Cruzeiro finisce primo a otto punti con sei punti di vantaggio sulle altre due rivali. In pratica, i brasiliani vincono tutte le partite del triangolare, in alcuni casi con delle vittorie a dire poco schiaccianti, come nel caso dell’incontro casalingo contro l’Alianza di Lima, finita 7 a 1 a favore dei padroni di casa.
Dopo l’incontro del Cruzeiro a Lima si consuma però un tragico evento: i brasiliani infliggono una sonora sconfitta per 4 a 0 ai padroni di casa. doppietta di Joãozinho e un gol a testa per Jairzinho e Roberto Batata. Purtroppo, quello sarebbe stato l’ultimo gol nella vita di Roberto Batata. I brasiliani fanno ritorno a Belo Horizonte in aereo e appena fatto rientro, l’attaccante Roberto Batata inizia un viaggio in macchina. La sua intenzione era quella di rincasare dalla famiglia. A casa ad aspettarlo c’era la moglie con il suo bambino, nato da pochi mesi. Ma spossato dalla partita all’estero e dal viaggio estenuante, l’attaccante del Cruzeiro finisce per addormentarsi al volante e si schianta con la sua auto, andando ad urtare contro due camion. Era il 13 maggio 1976, e Belo Horizonte scopriva la tragedia che aveva portato alla morte di uno dei più grandi giocatori della sua storia.
Come detto in precedenza e come era prevedibile, molto più combattuta la lotta nell’altro girone, soprattutto tra River Plate e Indipendente. Le squadre finiscono prime entrambe a cinque punti. E alla fine sono i Millonarios di Buenos Aires a passare, grazie alla vittoria in uno spareggio.
Per la sede della sfida spareggio viene scelta Liniers, una zona equidistante dallo Stadio del River Plate e da quello dell’Indipendiente di Avellaneda. Si tratta dell’impianto del Club Atlético Vélez Sarsfield.
L’incontro è giocato il 16 luglio del 1976 e finisce 1 a 0 a favore del River Plate grazie ad un gol su colpo di testa di Pedro González, quando si era a quattro o cinque minuti al termine della partita.
Dopo cinque mesi di scontri incrociati il verdetto del campo aveva indicato il Cruzeiro e il River Plate come squadre finaliste. Il match di andata era fissato per il 21 luglio a Belo Horizonte e il 28 luglio si sarebbe tenuto l’incontro di ritorno allo Stadio Monumental di Buenos Aires. Ma, alla fine, fu necessaria una terza partita per lo spareggio finale.
Le tre finali
LA FINALE DI ANDATA A BELO HORIZONTE.
Nella prima finale, giocata in Brasile di fronte a quasi sessantamila persone, la superiorità dei padroni di casa è netta. Il Cruzeiro scende in campo con: Raul, Melinho, Morais, Menezes, Vanderlei, Eduardo, Piazza, Zé Carlos, Jairzinho, Palinha, Joazinho. Il River Plate risponde con: Fillol, Comelles, Perfumo, Lonardi, Osvaldo López, Juan José López, Merlo, Sabella, González, Luque, Más.
Nel sito brasiliano “O Curioso De Futebol” troviamo un breve resoconto della partita. In esso possiamo leggere che: “Il classico della finale diede inizio a una delle più importanti rivalità del continente. La prima partita ebbe luogo a Belo Horizonte, il 21 luglio e il numero di spettatori allo Stadio Mineirão fu di 58.720 persone. La Raposa (soprannome del Cruzeiro), spinta dall’incitamento della sua tifoseria chiuse il primo tempo tre a zero 3 a 0, con gol di Nelinho e doppietta di Palhinha. Nella ripresa, Más segnò per gli argentini. Poi, Valdo, che era entrato al posto di Piazza concluse la goleada del Cruzeiro segnando il gol del definitivo quattro a uno”.
LA FINALE DI RITORNO A BUENOS AIRES.
La partita “de vuelta” si gioca il 28 luglio del 1976 nello stadio del River Plate. Quel giorno al Monumental di Buenos Aires ci sono circa 90.000 persone.
L’allenatore argentino Ángel Labruna schiera Landaburu, Comelles, Perfumo, Passarella, Héctor Osvaldo López, Juan José López, Merlo, Alonso, González, Luque, Más.
Il tecnico brasilero Zezé Moreira mette in campo una formazione che prevede Raul, Nelinho, Morais, Menezes, Vanderlei, Eduardo, Piazza, Zé Carlos, Jairzinho, Palhinha, Joãozinho.
Il River Plate va in vantaggio al 10′ con gol di Juan José López. Dopo tre minuti dall’inizio della ripresa, il Cruzeiro pareggia con un gol del suo bomber, Paulinha, che è anche il capocannoniere di quella competizione. Infine, al 75′, Pedro González segna il gol del definitivo due a uno a favore degli argentini.
Con una vittoria per parte, si imponeva la necessità di una partita spareggio. Era la quarta volta di seguito che questo si verificava in Coppa Libertadores.
Lo spareggio per la conquista della Copa Libertadores si gioca in Cile
Due giorni dopo, la partita di Buenos Aires, Cruzeiro e River si affrontavano nuovamente, questa volta nello Stadio di Santiago del Cile.
I brasiliani partono bene e vanno in vantaggio con Nelinho al 24′. Il primo tempo si chiude quindi con il vantaggio per uno a zero del club di Belo Horizonte. A dieci minuti dall’inizio della ripresa, il Cruzeiro raddoppia con un gol di Ronaldo. Ma, a quel punto, il River rientra in partita, prima con un gol di Oscar Más, al 54′, e poi con il gol del pareggio di Alberto Hugo Urquiza, al 64′.
Tuttavia, quando la partita sembra concludersi con un pareggio, Joazinho pesca un coniglio dal cilindro, sotto forma di un suo splendido calcio di punizione, a due minuti dal termine.
La barriera argentina è allineata a difesa della porta di Landaburu. Il pallone è pronto per essere calciato, ed è a qualche metro al di fuori del limite dell’area del River. Al tiro va Joazinho e, per citare un resoconto brasiliano “a partire da quel momento viene fuori l’abilità di questo attaccante, che con un bel tocco fa sorvolare la palla al di sopra della barriera avversaria tenendola distante dal raggio di azione del portiere Landabaru, con quest’ultimo che può solo guardare la palla insaccarsi nella sua porta scuotendo la rete.
È il gol del definitivo tre a due. Gli argentini non la prendono bene e l’incontro finisce in rissa. Ma la Coppa Libertadores torna in Brasile. Prima del club di Belo Horizonte, come già detto, c’era riuscito il Santos di Pelé per due volte di seguito.
Il tabellino della finale spareggio.
30 luglio 1976. Stadio di Santiago del Cile. Spettatori: 35.000.
Cruzeiro-River Plate 3-2
Marcatori: 54′, Nelinho (C); 55′, Ronaldo (C); 59′, Oscar Más (R); 64′, Alberto Hugo Urquiza (R); 88′, Joazinho (C).
Arbitro: Alberto Martinez (Cile).
Espulsioni: 88′, Ronaldo (C); 89′, Norberto Alonso (R).
Cruzeiro: Raul, Nelinho, Morais, Darzi Menezes, Vanderlei, Piazza (88′, Osiris), Zé Carlos, Ronaldo, Eduardo, Palinha. Joaozinho. Allenatore: Zezé Moreira.
River Plate: Luis Landaburu, Pablo Comelles, Daniel Luján, Héctor Ártico, Alberto Urquiza, Norberto Alonso, Reinaldo Merlo, Alejandro Sabella, Pedro González, Leopoldo Luque, Oscar Más (59′, Mario Crespo). Allenatore: Ángel Labruna.
Come nota finale, da segnalare che il Cruzeiro piazzava quattro giocatori nelle prime quattro posizioni della classifica cannonieri del torneo: 1) Palinha: 13 reti. 2) Jairzinho: 12 reti.
3) Joãozinho: 8 reti. 4) Nelinho: 6 reti (a pari merito con Ángel Liciardi, del Deportivo Cuenca).
Ecco, più in dettaglio, le presenze e le marcature del Cruzeiro in quella edizione di Coppa Libertadores:
Presenze
13 partite: Raul, Nelinho, Moraes e Eduardo.
12 partite: Vanderlei, Jairzinho e Joãozinho.
11 partite: Darci, Zé Carlos, Palhinha e Piazza.
7 partite: Isidoro.
6 partite. Roberto Batata e Ronaldo.
5 partite. Ozires.
3 partite. Valdo.
2 partite. Silva.
1 partita. Eli Mendes e Mariano.
Marcature.
13 gol. Palhinha.
11 gol. Jairzinho.
8 gol. Joãozinho.
6 gol. Nelinho.
3 gol. Eduardo.
2 gol. Roberto Batata.
1 gol. Darci, Ronaldo e Valdo
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