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31 dicembre 1974 – Johan Cruijff vince il suo terzo Pallone d’Oro

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Come ricordato da “France Football”, periodico che patrocina il trofeo, nel 1974 Franz Beckenbauer ottenne una serie di grandissimi successi. Utilizzando un termine in voga negli ultimi anni, potremmo dire che Beckenbauer ottenne un prestigioso “triplete”: vittoria nel campionato tedesco e nella Coppa dei Campioni con il Bayern e Campione del Mondo con la Nazionale della Germania Occidentale. Nel palmarès di quell’anno al grande fuoriclasse tedesco mancava solo la Coppa di Germania, trofeo che comunque aveva vinto qualche anno prima.

Ciò nonostante, ricordava “France Football”, Beckenbauer non riuscì a superare Cruijff nella classifica dei candidati al Pallone d’Oro. Primo arrivato appunto il “profeta del gol”, con 116 voti, secondo il “Kaiser” con 105 voti.

Il già citato periodico, “France Football” ricordava anche come, a seguito dell’eccellente stagione della Polonia, nei primi otto posti dei candidati al Pallone d’Oro ci fossero tre calciatori polacchi: Deyna (terzo classificato), Lato (sesto classificato) e Gadocha (ottavo classificato).

Per quanto riguarda Johan Cruijff (se si prende come punto di riferimento temporale la data di assegnazione del Pallone d’Oro 1974) dopo avere vissuto il grande periodo dell’Ajax, da oltre un anno il fuoriclasse olandese giocava in Spagna, col Barcellona. Con la squadra catalana Cruijff aveva vinto, in rimonta (a partite dalla quattordicesima giornata) il campionato spagnolo della stagione 73-74. Titolo che il club catalano non vinceva da quasi una quindicina di anni e che quell’anno vinse con alcune giornate di anticipo.

A questo exploit con la squadra di club, Cruijff aggiunse un Mondiali con i “Tulipani” che, nonostante la sconfitta finale, impressionò tutto il mondo e, probabilmente, segnò la storia del calcio. Una stagione dunque, quella del 1974, che lasciò traccia anche nella motivazione dell’assegnazione al fuoriclasse olandese del Pallone d’Oro. In effetti, nell’edizione del 31 dicembre 1974, a proposito del conferimento di questo prestigioso trofeo possiamo leggere che:

“Johan Cruijff è, e resta, il migliore giocatore al mondo, soprattutto dopo il ritiro di Pelé.  I suoi meriti sono ancora più grandi nella misura in cui è sempre l’uomo che si deve cercare di neutralizzare, sia che si tratti del Campionato di Spagna con il Barcellona, con i terreni poco accoglienti di provincia o in Coppa del Mondo con la selezione olandese, dove è per un mese di seguito l’anima e il regista della squadra.

Perseguitato, malmenato, spesso maltrattato, Cruijff ha dovuto in qualche modo ridefinirsi in un tattico che prevede il gioco e intuisce rapidamente i suoi sviluppi. Ha deciso di arretrare la sua base di partenza e di restare ai margini del centro della battaglia. In questo modo ha messo stabilmente i suoi compagni di squadra in condizioni di segnare al suo posto. Prova ne siano le capacità realizzative di Marcial nel Barcellona e Neeskens nella selezione olandese.

Sappiamo che Cruijff ha probabilmente voluto portare alle estreme conseguenze questa attitudine che forse lo ha portato stupidamente al fallimento sulle soglie di una finale, nel giorno in cui avrebbe potuto realizzare il suo sogno! Forse avrebbe fatto meglio a cambiare le batterie e a decidere di andare a sfidare i difensori tedeschi nel loro fortino.

Bisogna davvero condannare Cruijff per questo insuccesso di cui, d’altra parte, non è il solo responsabile? Certamente no, poiché prima di questo incontro a Monaco ha fatto faville in una impietosa competizione, stagliandosi dai suoi compagni di squadra e dagli avversari con insolenza e padronanza eccezionali.

E del resto, in precedenza, non aveva lui ricondotto il Barcellona al vertice del calcio spagnolo, restituendogli un titolo che gli mancava da oltre dieci anni. È stato sufficiente che Cruijff entrasse a far parte della squadra catalana che questa avviasse un’ascesa inarrestabile.

Nel corso degli anni ha acquisito un maggior peso, divenendo un “capobanda”, come lo era Di Stefano e come, ugualmente, è Beckenbauer. Impone le sue idee, i suoi uomini. Ha plasmato, nella scelta dei giocatori e nella concezione del gioco, il Barcellona e la nazionale olandese. Squadre, d’altronde, allenate dallo stesso uomo: Rinus Michels”. (Jean-Philippe Réthacker, “France Football”, numero 1.500. 31 dicembre 1974)

A quanto sintetizzato dal redattore capo di France Football resta solo da aggiungere che, con la vittoria del terzo Pallone d’Oro, Cruijff superava Di Stefano per numero di questi trofei conquistati e diveniva, momentaneamente, l’unico giocatore ad avere vinto tre volte questa prestigiosa competizione. Questo primato sarebbe stato eguagliato da Platini, nel 1985, e da Marco van Basten nel 1992, ma superato solo da Messi (e poi anche da Ronaldo) quando nel 2012 vinse il quarto dei suoi sei palloni d’oro (fonte: sito ufficiale Uefa all’agosto 2021).

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