GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
“Travolta dalla Juve la difesa record dell’Avellino”
Era una delle partite decisive nel campionato che conduceva al Mondiale spagnolo. La seconda di un girone di ritorno che si preannunciava infuocato, scandito dalla sfida tra la cannibale Juventus trapattoniana e la sorprendente Fiorentina marcata De Sisti.
Il Comunale di Torino, quel giorno, si mostrava in una insolita veste primaverile, con un clima asciutto e piacevole. Di fronte ai bianconeri l’Avellino di Vinicio, squadra rivelazione che aveva saputo chiudere il girone d’andata al quinto posto. I ragazzi del mister brasiliano erano lo spauracchio del campionato, grazie ad un portiere rivelazione e ad una difesa impenetrabile, dura, arcigna, capace di incassare appena 6 reti in 16 partite, due in meno della stessa Juventus.
Tutti si chiedevano se Zoff e compagni fossero stati in grado di penetrare tra le fitte maglie verdi d’Irpinia. La risposta arrivò dopo soli quattro minuti, grazie al tuffo di testa di Virdis, imbeccato alla perfezione dal calcio piazzato di Brady. Una partenza utile per spezzare le certezze di Vignola e Juary. Il raddoppio grazie ad un discutissimo calcio di rigore. Il ritrovato Cabrini, quel giorno premiato con il Premio Pozzo per i 20 gettoni in Nazionale, dopo una sgroppata sulla fascia sinistra, si fece buttare giù in area da Luciano Favero, incredulo davanti alla decisione di un Casarin posizionato a centrocampo al momento dell’impatto.
Sinistro di Brady e palla sotto alla traversa, con Tacconi spiazzato.
Nella ripresa, nonostante il legno colpito da Vignola e qualche altro timido tentativo che non impensierì Zoff (alla 527esima partita in A, terzo assoluto insieme a Rivera), arrivarono le stoccate finali sempre dell’attaccante sardo. Il 3 a 0 con uno stacco imperioso alla sinistra dell’estremo verde, il poker con un rigore dopo atterramento in area.
Gianni Agnelli lasciò lo stadio alla fine del primo tempo, Boniperti ad inizio ripresa. Il primo era venuto per vedere il suo pupillo Juary, il secondo fece dei complimenti al terzino Rossi. Enzo Bearzot, invece, presente per osservare da vicino il suo blocco bianconero, esternò il suo apprezzamento nei confronti di Cabrini e Marocchino, chiedendo notizie riguardo la prestazione di un giovanotto milanista, rientrante in quella giornata dopo l’infortunio, che avrebbe fatto comodo per la spedizione spagnola. Il nome di quel giovanotto era Franco Baresi.