LAROMA24.IT (Federico Baranello) – Il 4 febbraio 2001 la Roma è di scena a Parma. Nell’anticipo del giorno precedente la Juventus è caduta a Bergamo contro l’Atalanta e rimane a tre lunghezze. Nell’attesa sale la febbre per un’occasione che sembra davvero ghiotta. La Roma è quindi già Campione d’Inverno, titolo platonico certo, ma spesso ben augurante. La compagine giallorossa ha quindi la possibilità di allungare. Accompagnata da oltre diecimila innamorati, in una giornata di sole, si presenta quindi al Tardini.
Alle 15,00 l’arbitro Farina di Novi Ligure decreta l’inizio delle ostilità. La Roma ha un buonissimo approccio alla partita ed è spinta, come al solito, sulle fasce da Candela e “Pendolino” Cafu. I giallorossi dominano ma non riescono a passare in vantaggio. Al 28’ del primo tempo Tommasi viene letteralmente steso in area: calcio di rigore netto. Gli sforzi profusi sino ad ora sembrano possano essere ripagati. S’incarica della battuta ovviamente Totti. Di fronte ha Buffon e allora decide di angolare molto la palla, troppo. La sfera si schianta sul palo. Si c’è rammarico e delusione per aver buttato alle ortiche la massima punizione, ma gli oltre diecimila sono fiduciosi, continuano a sostenere e incitare: sembra di giocare in casa.
Ancora occasioni ma nulla di fatto. Poi al 35’ parte un contropiede velocissimo di Di Vaio sul quale “The Wall” Samuel non riesce ad opporre resistenza: palla in rete e Parma in vantaggio. Del resto nel calcio ha ragione chi la butta dentro. La Roma continua ad attaccare ma Buffon è in grande, grandissima giornata e sventa, con l’aiuto dei compagni di reparto, una triplice conclusione di Totti, Zago e Delvecchio. Si va al riposo.
Nel secondo tempo la Roma cerca di ristabilire le sorti dell’incontro e attacca a testa bassa esponendosi a qualche contropiede dei Ducali. Capello gioca le carte Emerson e Montella al posto di Tommasi e Delvecchio. Tutto sembra inutile rispetto a un avversario che riesce sempre a trovare il modo di uscire dalle situazioni più pericolose. Provano Candela da fuori area e Batistuta su punizione. Nulla, la palla non vuole saperne di gonfiare la rete. Al 22’ il pallone impatta il braccio di Sartor dopo un colpo di testa di Batistuta ma l’arbitro lascia proseguire. I diecimila cominciano a veder sfumare il sogno di allungare sulla Juventus, ma continuano a incitare, a cantare.
Quando manca poco più di un quarto d’ora alla fine delle ostilità Samuel riceve il pallone e, superato il centrocampo, lascia partire un lungo cross con il contagiri per Batistuta: collo interno e palla in rete. È il primo urlo del Re Leone che esulta correndo verso la curva occupata dai tifosi della Lupa. Si può iniziare a sognare di nuovo.
La Roma riparte e vuole ora tutta la posta in palio: “Lo si è capito al pareggio, che la Roma non era sazia. Si è avventata sul pallone, un quarto d’ora dalla fine, lo ha piantato nell’area rivale” (Cit. La Stampa, 5 febbraio 2001).
E così al 38’ Aldair riceve palla, Batistuta fiuta l’occasione e con la mano fa segno di volere la palla in mezzo all’area. Il difensore emula Samuel e confeziona l’assist richiesto. Batistuta si avventa sulla palla e ancora d’interno destro supera Buffon in fotocopia rispetto al primo gol. Batigol si mette in ginocchio e rimane fermo come a godersi il momento. Urla ancora il Re Leone. Totti lo abbraccia da dietro, e poi tutta la squadra su di lui.
I dolori al ginocchio destro lo tormentano ormai da mesi e forse anche per questo la sua gioia, come quella di tutti i tifosi della Roma, è immensa. Con questa doppietta aggancia Shevchenko in testa alla classifica dei marcatori ma soprattutto regala alla Roma tre punti fondamentali per arrivare in porto con il vessillo tricolore.