GLIEROIDELCALCIO.COM (Danilo Sandalo) – A volte ci sono date che sono destinate a rimanere negli annali per aver significato una svolta storica all’ interno di un territorio o di una comunità. Il 4 giugno è una di queste per il popolo rossonero, perché proprio in questa giornata nel lontano 1989 il Foggia di Pino Caramanno fece ritorno in Serie B grazie al pareggio per 1-1 ottenuto in campo neutro a Trapani contro il Palermo (“La Favorita” di Palermo era nel pieno dei lavori di ristrutturazione in vista dei mondiali del 1990) che era la diretta antagonista dei pugliesi per l’accesso alla cadetteria. Una partita e una giornata indimenticabile arrivata dopo tanta sofferenza, probabilmente più del previsto e del dovuto, ma che forse servì per liberare una grande gioia tra i cittadini della Capitanata, i quali si riversarono per le strade a festeggiare con tantissima gente che faceva tuffi nella fontana di piazza Cavour.
L’immagine simbolo della protesta di Tienanmen
Una giornata particolare per i risvolti politici e sociali mondiali in cui il tema della libertà veniva messo in discussione a causa della strage di piazza Tienanmen, in cui vi fu una violenta repressione da parte del governo cinese nei confronti dei manifestanti che chiedevano più libertà per i media, salari più equi e diritti umani, ma alla fine vi furono oltre 2.500 morti e 30.000 feriti. Umori contrapposti, in altrettante zone del mondo. La partita finì 1-1 grazie ai gol di Onofrio Barone per il Foggia (ironia della sorte nativo di Palermo) e di Auteri per i rosanero a un quarto d’ora dalla fine ma che non basterà ai rosanero per ribaltare il risultato e l’intera stagione.
Collezione Fabrizio Isabella
Al triplice fischio esplode la gioia liberatoria e libera per aver scritto una pagina indelebile nella storia di una città e come per uno strano scherzo del destino i protagonisti furono proprio due palermitani doc che militavano tra i satanelli, vale a dire Onofrio Barone e il tecnico Pino Caramanno, nativo di Piana degli Albanesi, che proprio l’anno prima aveva ottenuto la promozione in Serie C1 con il Palermo e che aveva lasciato a causa della poca fiducia dimostrata dall’allora DS rosanero Peccenini il quale, si dice, non lo riteneva pienamente all’altezza della categoria superiore. Anche a Foggia l’inizio non fu proprio dei migliori e si ritrovò tra gli scetticismi mediatici dovuti a una rosa non proprio all’ altezza per la vittoria finale, ma riuscì a smentire tutti conquistando una promozione che in questi giorni in terra dauna assume un risvolto ancor più epico vista l’attuale situazione calcistica in cui riversano i rossoneri reduci da un’amara quanto ingiusta retrocessione in LegaPro. Una vittoria quella dei “satanelli” di Caramanno che da lì a poco avrebbe visto la nascita della favola di “Zemanlandia”, una delle realtà più belle in assoluto del panorama calcistico nazionale e perché no mondiale.
Una vittoria che servì per fare la storia e nello stesso tempo a sottrarsi da essa per consegnarsi al mito e alla leggenda.