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Sono passati soltanto cinque anni da quel 3 Aprile del 2016, un giorno triste per la Milano e l’Italia calcistica. Se ne andava Cesare Maldini, il mito dagli occhioni buoni e dal carattere elegante. Perché Cesare era un uomo semplice, amato dai suoi giocatori e rispettato dai suoi avversari.
Capitano taciturno di quella storica prima Coppa dei Campioni italiana, vinta contro l’imbattibile Benfica di Eusebio, nel 1963.
Ma Cesare era stato un padre e un esempio anche nel periodo da condottiero dell’Under 21, in quel decennio ’90 che lo aveva visto salire sul tetto d’ Europa per tre volte consecutive. Roba da antologia. E pensare a cosa sarebbe potuto succedere se il capolavoro di Baggio contro la Francia fosse stato meno perfetto, meno preciso, meno impeccabile.
Ma il mito, nonostante le sconfitte, rimane.
Lo stesso mito di quella famiglia che continua la tradizione calcistica, una tradizione arrivata ormai alle 1000 partite con quella maglia cucita sul cuore.
Foto WIKIMEDIACOMMONS