GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia) – E’ una finale di Coppa dei Campioni tra due delle migliori squadre di fine millennio, quella che si gioca al Camp Nou di Barcellona nel Maggio del 1999. Di fronte Bayern Monaco e Manchester United, corazzate dalla solidità ferrea e dalla tradizione senza tempo.
Mancano 20 minuti alla fine dell’incontro, con i tedeschi in vantaggio per un gol a zero su coloro che avevano dominato la massima competizione continentale di quell’anno. Mehmet Yüksel, un numero 7 dal piede fatato, accarezza la palla dal limite dell’area e calibra un pallonetto delizioso che beffa il monumentale Schmeichel. La palla sta per entrare delicatamente in porta ma, inaspettatamente, si stampa sul palo sinistro. Sarà questa l’immagine che quel giocatore si porterà nei ricordi di una carriera vissuta ai massimi livelli.
Mehmet Scholl nasce nel 1970 nel Baden Wuttenberg, regione operaia e benestante dell’allora Germania Ovest. E’ sicuramente il giocatore più talentoso che la nazionale tedesca abbia avuto dai tempi del giovane Matthaus. Classe e dribbling, uniti ad un innato senso del gol. Qualità che lo accompagneranno lungo una carriera strepitosa, fatta di 8 anni di Bayern e di 36 presenze in nazionale maggiore.
Quella partita contro la squadra di Ferguson la vendicherà due anni più tardi, sconfiggendo il Valencia nella finalissima giocata allo Stadio Meazza di Milano.
Gli anni ’90 del fantasista tedesco di padre turco era stati comunque piene di allori, con una Coppa Uefa conquistata da protagonista, nella doppia finale del 1996, e con un Europeo vinto in casa dei “nemici” inglesi. Scholl metterà due sigilli contro il Bordeaux di Zidane e Dugarry (rivelazione capace di eliminare il favoritissimo Milan), con una serpentina conclusa con un tiro a fil di palo e con un destro preciso alla sinistra del portiere. Sarà decisivo anche nel tempio di Wembley, cedendo il posto a quell’Oliver Bierhoff che abbatterà la Repubblica Ceca con due gol in sequenza.
Il 50enne Mehmet non giocherà mai un Mondiale che, magari, lo avrebbe consacrato tra i più grandi della sua generazione.