GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) -“Giuseppe Viani, uno dei più noti tecnici del calcio italiano, è morto questa notte in un albergo di Ferrara, stroncato da infarto. Aveva 59 anni. Viani si era recato a Ferrara ieri sera, in auto, proveniente da Udine dove aveva seguito l’incontro di serie C fra l’Udinese (la squadra affidata alla sua guida tecnica) ed il Piacenza. Nella giornata di ieri Viani aveva accusato un attacco febbrile, con pressione bassa e pulsazione elevata: il medico sociale dell’Udinese lo aveva infatti sconsigliato dall’assistere alla partita. Ma il tecnico aveva voluto seguire la gara, conclusasi con la vittoria del Piacenza per 2 a 0. Subito dopo era salito in auto per raggiungere Bologna, dove oggi avrebbe dovuto incontrarsi con alcuni dirigenti della società rossoblù: giunto a Ferrara verso le 23,30, dopo una sosta a Padova, Viani si fermava per trascorrere la notte.
In albergo, Viani si è ritirato in camera verso la mezzanotte chiedendo di essere svegliato stamane alle nove: questa mattina è stato trovato cadavere, a letto, dall’inserviente che aveva bussato alla porta per svegliarlo. La morte, secondo il dottor Alberto Mascellani, accorso per primo al capezzale di Viani, è stata causata da infarto: il decesso dovrebbe essere avvenuto verso le sette…” (Cit. La Stampa, 7 gennaio 1969).
Così il quotidiano “la Stampa”, cinquant’anni fa, iniziava l’articolo dedicato alla notizia della scomparsa di Gipo Viani avvenuta il 6 gennaio 1969.
Giuseppe Ferruccio Viani, detto Gipo, nasce a Treviso, il 13 settembre 1909. Il padre era direttore di banca e la mamma faceva parte di una nobile famiglia veneziana. I genitori volevano che diventasse un veterinario, ma lui desiderava diventare avvocato. Nessuno, lui per primo, aveva fatto i conti con la sua grande passione: il calcio. Lasciati i libri cresce calcisticamente nelle file dell’Olimpia di Treviso e poi nel Treviso. Ceduto all’Ambrosiana esordisce in Serie A il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno (2-1) e nella stessa stagione si laurea Campione d’Italia. Cambia ruolo e da attaccante si trasforma in centromediano, iniziando così una splendida carriera. Dopo sei stagioni in maglia nerazzurra, approda alla Lazio, poi al Livorno e alla Juventus. Chiude con il calcio giocato nel Siracusa e nella Salernitana.
Come è spesso capitato, è nelle vesti di allenatore che ebbe i maggiori successi, contribuendo a scrivere pagine importanti nel calcio italiano anche sotto il profilo tattico, inventando, si dice, la tattica che da lui prende il nome, il “vianema”, un arretramento di un attaccante a centrocampo per consentire ad un mediano di aiutare la difesa.
Contribuisce, insieme a Rocco, a far vincere tre scudetti e una Coppa dei Campioni al Milan, quella del 1963. Un uomo descritto come duro, impetuoso che arriva a “governare” anche il calcio mercato: nulla si muove se non passa da lui.Incappa in un paio di incidenti automobilistici molto gravi che ne segnano il fisico e la carriera, in una vita avventurosa e a “cavallo” del calcio italiano per quarant’anni. Un calcio che ancora oggi non lo ha dimenticato.