LAROMA24.IT (Federico Baranello) – L’estate del 1942 è attraversata in lungo e in largo da forti venti di guerra: è l’estate della battaglia delle Midway, della prima battaglia di El Alamein e si combatte nell’Atlantico e nel Pacifico. Rappresaglie e deportazioni sono all’ordine del giorno in Europa e anche il Brasile dichiara guerra all’ “Asse italo-tedesco”. Nonostante ciò, complice la propaganda del regime mista alla voglia di normalità da parte della popolazione, il calcio e la relativa campagna acquisti e cessioni da parte delle società non si ferma. E non si ferma la Roma, neo Campione d’Italia, che proprio per difendere sul campo il titolo si rafforza con l’innesto di sette elementi: il portiere Blason dal Napoli, i mediani Salvioli e Benedetti II rispettivamente dal Perugia e dall’Amatori Bologna, oltre a quattro attaccanti come Conti e Dagianti dal Padova, Santunione da una squadra minore di Modena e Cattaneo dalla Novese. Con questi innesti la dirigenza della compagine giallorossa ritiene di avere una squadra in grado di difendere il titolo. La stagione nasce con questi presupposti e la prima gara in amichevole è contro l’Ilva Bagnolese, una squadra la cui storia è legata alla nascita e sviluppo del centro siderurgico dell’omonima azienda a Bagnoli, il 6 settembre 1942. Potrebbe essere un’amichevole di poco conto, la classica “sgambata” che serve a trovare la forma giusta per l’inizio stagione e da consegnare poi all’oblio. Invece questo incontro ha qualcosa che lo rende particolare. Non certo il risultato di 7-1 ottenuto con due doppiette (Amadei e Rossi) oltre alle reti di Cappellini, Kriezu e Dagianti.
In questa gara, la prima della squadra dopo la conquista del campionato avvenuta nel Giugno precedente, la Roma riceve, nelle mani di Masetti, la Coppa dello Scudetto dal segretario del Coni Puccio Pucci: “I calciofili dell’Urbe vogliono molto bene alla Roma: ieri la constatazione sorgeva spontanea vedendo le non poche migliaia di persone che, sfidando il calore sfibrante di un’estate in ritardo, hanno risposto al suo invito, affollando lo Stadio. Lo hanno confermato subito dopo gli applausi entusiastici che hanno sottolineato la consegna, fatta dal Segretario del C.O.N.I. a Masetti, capitano dei giallo-rossi, della Coppa-premio ai vincitori del campionato” (Cit. Il Littoriale, 7 settembre 1942).
Quella Coppa sarà poi la protagonista di una storia che la vede misteriosamente scomparire dalla sede societaria per poi riapparire in circostanze davvero fortuite (vedi link articolo di approfondimento)
Per l’occasione la Roma sfoggia sulle maglie, per la prima volta in questa stagione, lo stemma Sabaudo affiancato dal fascio littorio come spetta alla squadra Campione d’Italia. In realtà non è una novità assoluta visto che lo stesso stemma si utilizzava anche nelle gare internazionali disputate all’estero da parte delle squadre italiane.