Storie di Calcio

16 Luglio 1950: i 70 anni del Maracanazo

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Sono passati 70 anni esatti da quel 16 Luglio del 1950, il giorno in cui il calcio divenne esaltazione delle speranze umane mista a folclore.

In quell’afosa giornata brasiliana, in un Maracanà stravolto dall’ardore di 200.000 cuori battenti, l’Uruguay di Ghiggia e Schiaffino riusciva a battere il grande Brasile padrone di casa.

Una disfatta passata alla storia come il Maracanazo, un’onta impossibile da cancellare e scolpita nella memoria di tutti i brasiliani.

Quel mondiale i verdeoro lo avevano iniziato passando quaranta giorni in ritiro a La Barra, un luogo incantevole protetto dalla natura e dalla tranquillità dell’oceano.

Quel 16 Luglio vennero trasferiti a Rio de Janeiro, in un passaggio brusco dal paradiso alla bolgia; tutti volevano incontrarli, tutti avevano il desiderio di presenziare accanto ai campioni che avrebbero vinto un mondiale sulla carta già scritto.

La stessa carta sulla quale i giornali brasiliani esprimevano il loro orgoglio anticipato per una formazione proclamata vincitrice prima ancora di giocare.

In quella partita di oltre mezzo secolo fa, il protagonista assoluto fu un capitano azul  dalla carnagione scura. Il suo nome è Obdulio, ma tutti lo conoscono come Negro Jefe.

E’ lui che dà la carica ad un Uruguay altrimenti impaurito ed è lui che cambia la partita e l’andamento della storia. Per prima cosa “ordina” ai suoi compagni di guardare soltanto il terreno di gioco: la folla può avere spesso una grande capacità intimidatoria.

Al minuto 47’, poi, mette al servizio del suo Paese tutta l’esperienza acquisita in molti anni di Peñarol. 

Albino Friaça Cardoso, detto Friaça ha appena siglato il primo gol della partita, quello della svolta, quello che può dare il via ad una vittoria in goleada dei tecnicamente superlativi brasiliani. Varela prende la palla dalla rete e va verso il guardalinee, inscenando una vera e propria contestazione che dura ben oltre i festeggiamenti verdeoro. Al pubblico poco importa se il gioco è stato fermato. La vittoria è annunciata.

Ma Obdulio capisce che quella pausa sarà fondamentale per spezzare l’euforia e lo strapotere di Augusto e compagni. 

Varela avrà ragione.

Il suo Uruguay quel giorno vincerà con i gol del fenomeno Schiaffino e di un giocatore che diventerà un eroe nazionale, quell’Alcides Ghiggia oriundo italiano, uomo decisivo e persona dal grande cuore. Talmente speciale da scegliere il 16 Luglio per andarsene e per domandarsi (come riportato in un articolo scritto due anni fa dal figlio Arcadio Ghiggia , in esclusiva per Gli Eroi del Calcio), durante tutta la sua vita, se “quel gol che decretò il Maracanzo fu un punto di merito o demerito nella sua carriera”.

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