GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)
Una volta esistevano i calciatori che avevano facce da calciatori. Uno di questi aveva uno sguardo deciso, duro, da uomo vissuto. Veniva dalla Toscana, terra di calcio e di parole schiette.
Il suo unico gol in carriera lo aveva segnato in una partita che avrebbe marcato la storia dell’Inter, una doppia sfida con il Borussia Mönchengladbach. Un tiro al volo di bellezza e precisione rare, eseguito con la coordinazione di un numero 10. Ma quel calciatore non era un numero 10.
Quel giocatore, che il 3 Novembre 1971 apriva la via verso la finale contro l’Ajax, era Mauro Bellugi. Uno stopper che avrebbe legato una carriera ai colori di Inter e Nazionale su tutte.
Moratti lo aveva preso appena ventenne e lo aveva introdotto in quella squadra che cercava di ripercorrere i fasti del decennio ’60. Insieme avrebbero raggiunto la sfortunata finale di Rotterdam, salvo poi separarsi nel 1974.
Poi gli anni bolognesi, forse i più completi. Gli anni delle convocazioni con gli azzurri, dei Mondiali vissuti da protagonista, delle 32 presenze collezionate in un periodo in cui le partite erano centellinate. Solo i migliori potevano giocare in Argentina, nel torneo delle dittature. Uno dei migliori era Mauro, un uomo che oggi compie 71 anni, un uomo forte e ostinato, quasi indistruttibile. Un calciatore che aveva una faccia particolare, una faccia di uno che non si è fatto piegare nemmeno davanti alla sfortuna.
Auguri Mauro!!!