8 luglio 1982, semifinale dei Mondiali: Francia – Germania Ovest
Semifinale Germania Ovest-Francia. Siviglia 8 luglio. Da un lato la potenza fisica, la solidità e l’organizzazione dei tedeschi, dall’altro la tecnica, la velocità e il palleggio dei francesi. Da un lato il freddo ghigno militaresco teutonico, impetuoso, dall’altro la forza tranquilla, geometrica “cartesiana” dei francesi. La Germania Ovest aveva Rummenigge acciaccato, ma il suo sostituto designato, Reinders, aveva il menisco lesionato per colpa di una partita a ping pong, sicché avrebbe giocato Magath, (e non Hrubesch), mezzala dell’Amburgo. Fischer, Katz, Dremmler e Briegel non erano al meglio perché avevano patito recentemente la dissenteria.
I transalpini non lamentavano infortunati e in attacco non presentavano Soler, che sino a quella partita era stato impiegato sempre, bensì Rocheteau (che si era ripreso, malgrado la botta rimediata nella partita contro gli irlandesi) insieme con Six. La Francia giocava abbastanza bene i minuti regolamentari e complessivamente allo scadere del 90’ avrebbe meritato la vittoria. La nazionale transalpina con Genghini, Giresse, Platini e Tigana mostrava il miglior centrocampo del Mundial; qualche errore difensivo di troppo negava la finale ai francesi. D’altro canto i tedeschi, anche se con qualche giocatore ammaccato, non erano soggetti disponibili ad arrendersi con tanta facilità.
Batterli è sempre cosa non da tutti. Entrambi le squadre giocavano a uomo, con il libero: viste dal lato tedesco, le marcature registravano Bernd Foerster su Rocheteau, Karlheinz Foerster su Six, Briegel su Giresse e Dremmler su Platini, il libero era Stielike. Da parte francese Janvion sorvegliava Fischer, Bossis vigilava su Magath, Amoros stava a guardia di Littbarski e Tresor era il libero. Data la posta in palio, il valore delle squadre e la reciproca rivalità, l’occasione avrebbe comportato una classica e spettacolare partita a viso aperto, da anni settanta-ottanta, tra squadre speculari a uomo, con ritmi alti e continui ed emozionanti capovolgimenti di fronte.
Il che assicurava compagini allungate, molti duelli individuali, ora nei limiti della liceità, ora rusticani, con frequenti tentativi di dribbling, pochi fuorigioco e tanti falli e piccole scorrettezze, (del resto, giocando a uomo, si voleva evitare a ogni costo che l’avversario vincesse il duello e si involasse verso la rete; da qui probabilmente anche le uscite in alcuni casi quasi intimidatorie di Schumacher contro l’avversario che si fosse pericolosamente lanciato). In attacco i tedeschi si muovevano con il trio Magath-Fischer-Littbarski, con Breitner in regia e i due terzini Briegel e Kaltz pronti a scorribandare sulle fasce; i francesi potevano creare occasioni fidando sulle invenzioni del loro centrocampo, che vedeva solo Genghini in mediana a protezione della difesa, mentre Giresse, Tigana e Platini erano liberi di avanzare, ora supportando i due attaccanti Rocheteau e Six, ora con spunti personali.
E sulle fasce non sarebbe mancato l’appoggio dei due terzini Bossis e Amoros. I primi minuti erano di marca francese. Ma la Germania Ovest usciva presto allo scoperto. Al 10’ un fraseggio Breitner-Briegel-Breitner si concludeva con un assist a Littbarski, che mandava di poco al lato. Poco più di un minuto dopo un cross di Giresse veniva smanacciato da Schumacher, prima che qualche giocatore francese potesse creare guai. Al 14’, dopo un fallo di Platini su Briegel, punizione a due Breitner-Littbarski, con il tiro di quest’ultimo che si stampava sulla traversa. Ma due minuti dopo, una punizione di Platini, prolungata da Rocheteau, metteva nelle condizioni Genghini di operare un tiro da posizione interessante, ma che risultava alto.
Passava in vantaggio la Germania Ovest al 18’: percussione di un ottimo Breitner, che superava Six, palla a Fischer che sparava; con Littbarski che sfruttava un’infelice respinta del portiere francese Ettori, ancora incerto sulle palle alte. Dopo neanche 10 minuti, al 26’, la Francia pareggiava: tutto nasceva da un fallo di Kaltz su Genghini; punizione di Giresse che dava a Platini che faceva da sponda per Rocheteau, il quale si liberava di B. Foerster che lo cinturava, atterrandolo; rigore di Platini e rete. In generale, i tedeschi si dimostravano più fallosi.
La partita si ravvivava verso il 40’: un contropiede di Rocheteau metteva in condizione Platini di effettuare un gran tiro di poco fuori. Verso la fine del primo tempo due fiammate tedesche con i due terzini Briegel e Kaltz, che si rendevano protagonisti nel giro di pochi minuti di due cross al millimetro: il primo veniva deviato in angolo dal portiere francese, il secondo innescava un colpo di testa dell’onnipresente Littbarski, parato da Ettori. Nella ripresa dominavano i francesi con una manovra fluida e ragionata, ma gli stessi non trovavano il gol vittoria, malgrado non fossero mancate ghiotte occasioni.
Al 50’ circa per la Francia entrava Battiston per Genghini. Battiston doveva controllare un scatenato Breitner, vera spina nel fianco francese, grazie ai suoi dribbling e alle sue verticalizzazioni veloci. Al 57’ Battiston, lasciatosi indietro Kaltz e il libero Stielike, si involava solitario verso la porta tedesca in concomitanza di un perfetto lancio smarcante di un Platini che si era liberato di Breitner, dopo essere stato servito da Bossis: il nuovo entrato francese sfiorava il gol con un pallonetto. Ma Battiston non era destinato a terminare la partita: si sarebbe scontrato con Schumacher in uscita a valanga alla disperata sullo stesso giocatore lanciato a rete.
L’impressione era che Schumacher appositamente si fosse catapultato sull’uomo, forse solo per intimidirlo. Ma si registrò un impatto devastante, simile a quello che nel novembre ’81 aveva subito Antognoni nello scontro con Martina: per fortuna Battiston se la cavava con qualche dente rotto ed evitava il peggio, mentre Schumacher irritava il pubblico con palleggi e stretching, che gli costavano sonori fischi. Non veniva assegnato il rigore, avendo l’arbitro ritenuto lo scontro involontario. Ma, uscendo Battiston e facendo entrare Lopez, la Francia non poteva più fare sostituzioni, il che l’avrebbe danneggiata, visto con il senno di poi, data la maratona dei supplementari.
Al 65’ altra occasione francese con Lopez, che sbagliava mira e mandava alto su un’uscita a vuoto di Schumacher. La superiorità francese era lampante e il CT tedesco Derwall cercava di correre ai ripari inserendo al 72’ Hrubesch al posto di Magath, poco incisivo. Con Hrubesch la pericolosità tedesca in attacco sarebbe cresciuta di tanto, poiché il giocatore dell’Amburgo aveva una buona stazza ed era fortissimo di testa: il che comportava che i francesi, nel tentativo di arginarlo, avrebbero dovuto di fatto rinunciare agli spunti sulla fascia di Bossis, prima a guardia di un non molto pericoloso Magath e quindi più libero di sganciarsi dalla difesa e crossare.
La partita, sempre gagliarda soprattutto a centrocampo, registrava grosse occasioni dal 75’ circa alla fine: un contropiede francese al 77’ operato da Amoros, che superava Kaltz, si spegneva con un tiro debole di Six parato da Schumacher. Dopo quattro o cinque minuti occasionissima tedesca con Littbarski, che non sfruttava adeguatamente un cross di Dremmler; di seguito all’83’ Schumacher alla disperata salvava su Rocheteau, servito da un cross di Six. Ma forse Rocheteau poteva tentare un tuffo di testa e insaccare: probabilmente l’incidente occorso a Battiston lo aveva fatto desistere di fronte a uno Schumacher che impressionava gli avversari con uscite al limite dell’illecito.
All’85’ Tigana si involava sulla fascia destra e crossava, ma Six e Rocheteau si ostacolavano vicendevolmente, mangiandosi un gol praticamente fatto. Al 90’ Amoros per la Francia colpiva la traversa con un tiro da lontano e con Schumacher inerme, mentre qualche secondo dopo, a seguito di una gran giocata di Breitner, Fischer aveva un’imperdibile occasione per segnare, con Ettori che compiva un prodigio. Ai supplementari dopo 2 minuti la Francia segnava con il libero Tresor, lasciato da solo in area: il transalpino metteva in rete una palla raccolta dopo una punizione di Giresse. Dopo due minuti un pasticcio difensivo francese per poco non consentiva alla Germania Ovest di segnare: Ettori nella propria area davanti ad Amoros aspettava che lo stesso gli restituisse il pallone: tra i due si inseriva Littbarski che per poco non centrava.
Le squadre si erano ancor più allungate, gli errori difensivi soprattutto francesi erano in aumento, come le ripartenze e gli assalti tedeschi, che generavano pericoli su cui, in genere, mettevano pezze Janvion e Tresor. Nonostante ciò, la Francia al 98’ portava a tre i propri gol all’attivo grazie a un contropiede, con tiro dal limite di Giresse, dopo una bella azione che vedeva coinvolti Rocheteau, Platini e Six. La difesa tedesca si faceva cogliere impreparata. Ma Derwall un minuto prima aveva giocato la carta che si sarebbe rivelata decisiva, facendo entrare Rummenigge al posto di Briegel. Una mossa vincente, perché la Francia non avrebbe retto agli assalti tedeschi. Al 99’ gol tedesco di Fischer di testa, su cross di Dremmler, che veniva annullato per fuorigioco.
E al 102’ Rummenigge rubava palla a Bossis, che si era portato in avanti: lanciava verso Littbarski che entrava in area e crossava. Rummenigge, portandosi prontamente in avanti e anticipando Janvion, segnava un pregevole gol di tacco in spaccata. Al 3-3 si arrivava con un gol di Fischer su rovesciata. Rummenigge batteva un calcio d’angolo che in pratica era un passaggio per Kaltz, che serviva nuovamente l’attaccante del Bayern. Egli dava a B. Foerster, che si disimpegnava per Littbarski. Questi crossava in area per Hrubesch che faceva sponda di testa per il bel intervento in rete di Fischer. Dopo cinque minuti ancora Fischer per poco non segnava, dopo una bella azione personale. Negli ultimi 22 minuti dei supplementari i tedeschi dall’1-3 operavano un prodigio.
Miracoloso appariva il calciatore “malato”, ovvero Rummenigge, che soffriva di una contrattura muscolare prossima a degenerare. Eppure, faceva un bel gol in spaccata e poi operava anche da rifinitore per il terzo gol tedesco. Ma da segnalare le ottime prove di Breitner e Littbarski. Ai rigori prima sbagliava il tedesco Stielike, che si accasciava a terra, prontamente rialzato dal proprio compagno e portiere Schumacher, che poi parava il rigore tirato da Didier Six. E successivamente, dopo i rigori centrati nell’ordine da Littbarski, Platini e Rummenigge, falliva Bossis, il cui tiro veniva parato. Il seguente rigore tedesco, calciato da Hrubesch, sanciva la vittoria dei bianchi di Derwall per 8- 7. Una partita emozionante, intensa, seconda solo al match Italia-Brasile del 5 luglio. Forse i francesi avevano più qualità. Ma la solidità tedesca e qualche numero personale avevano avuto la meglio.
I blues forse avevano commesso qualche errore difensivo di troppo. I francesi, peraltro, avrebbero avuto da ridire circa l’arbitro Corver, considerato troppo filotedesco, avendo, a loro dire, tollerato troppi falli dei bianchi di Derwall. Che in effetti non furono pochi. Il 10 luglio ad Alicante si giocava la finale per il terzo posto tra Polonia e Francia. Si imponeva la Polonia per 3-2, dopo una partita di non alto tasso tecnico. La squadra d’oltre cortina bissava il terzo posto del ’74 e chiudeva un ciclo.
La Francia forse era scossa dalla sconfitta subita per opera dei tedeschi; da non sottovalutare, inoltre, il fatto che mancasse Platini. E non solo: rispetto alla semifinale contro i tedeschi, erano in campo solo Amoros, Janvion, Tresor e Tigana. Ma la nazionale francese era una realtà di valore e dall’esperienza spagnola avrebbe posto le basi per la vittoria agli Europei del 1984. Si portavano avanti i francesi al 13’ con Giraud con un tiro in diagonale dal fuori area, dopo suggerimento di Tigana.
Ma nel giro di sei minuti, dal 41’ al 47’ i polacchi segnavano tre reti: la prima di Szarmach, un veterano del ’74, con un tiro dalla distanza in diagonale, su lancio di Boniek, la seconda al 45’ di Majewski di testa (non proprio impeccabile il portiere francese, uscito letteralmente a vuoto), infine al 46’ Kupcewicz metteva in rete una punizione con un gran tiro, sfruttando la circostanza che la barriera francese fosse collocata piuttosto male. Al 73’ Couriol segnava il definitivo 2-3 su ispirazione di Larios. Il centrocampo francese aveva fatto vedere meraviglie; la difesa qualche volta non aveva brillato. Ma ormai poco contava. I francesi si sarebbero rifatti due anni dopo agli Europei, peraltro svoltisi in casa propria.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Francesco Zagami)