GLIEROIDELCALCIO.COM – È sempre sorprendente la lettura dei quotidiani del passato, consentono di leggere la “storia” attraverso la cronaca. Un fascino unico.
Come affascinante è questa intervista a firma Curzio Maltese a Tarcisio Burgnich per La Stampa del 9 agosto 1989.
L’ormai ex “Roccia”, così era soprannominato Burgnich, è ora il neo allenatore della Cremonese, e siamo alla fine dei ritiri estivi delle squadre, a ridosso dell’inizio del campionato, quello che porterà poi ai mondiali del 1990.
Subito è evidente il pensiero dell’allenatore riguardo i ritiri… “Non li amo? Scriva piuttosto che li odio. Ho passato i migliori anni della mia vita in una stanza d’albergo. Quando non era il campionato era la coppa, o la nazionale. E posso dirlo: servono a niente. Le più belle partite la nazionale e l’Inter le hanno giocate dopo ritiri in piena città, affollati di gente. Invece a Lisbona, nel ’67, rimanemmo chiusi una settimana in un albergo requisito dalla società. Un’angoscia. Scendemmo in campo contro il Celtic già spenti, vuoti. E perdemmo».
Poi, con altrettanta chiarezza, arriva il suo giudizio riguardo i procuratori… ”È questione di pelle, non li reggo. E di origine. Io fino a vent’anni ho fatto il muratore. Capisce bene che un tizio che senza produrre un accidente guadagna miliardi mi dà sui nervi”. E, se mai ce ne fosse bisogno rincara la dose… ”Sono rimasto molto amico di Jair, ci sentiamo al telefono spesso, parliamo anche del Brasile. Bene, lì il prezzo massimo di un calciatore è un milione di dollari, fosse pure Maradona o Careca. E allora com’è che tanti sconosciuti vengono pagati 6-7 miliardi? Chi intasca il resto? Con sette miliardi ti compri tutto il calcio dell’America Latina! Certo il Brasile è Terzo Mondo, è pieno di traffici strani. Ma allora il caso Aleinikov? Un mese fa costava un miliardo e 400 milioni, contratto in mano. Ora la Juve l’ha pagato quasi cinque. Mi piacerebbe conoscere la percentuale di Dal Cin… […] … Si deve spendere meno. È una questione di coerenza. Non si può buttare i miliardi dalla finestra e poi avere il coraggio di chiedere meno tasse sui biglietti, agevolazioni, mutui dallo Stato. Ma la festa finisce presto, mi creda […] se la nazionale toppa, tagliano tutto, come nel ’66, peggio anzi».
Sono passati trent’anni dalle parole di “Roccia” Burgnich, tre giorni fa il “Fatto quotidiano” titolava: “Procuratori, il quarto potere: il calcio ormai è cosa loro”.