GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Prima di entrare nel merito delle vicende del 1971, una breve ma doverosa premessa storica: probabilmente, il Nacional di Montevideo è stato il primo grande club latino-americano di livello intercontinentale.
Va infatti tenuto presente che, tra il ‘20 ed il ’30 del secolo scorso, il calcio uruguayano raggiunse livelli di assoluta eccellenza. La nazionale uruguayana di calcio vinse le Olimpiadi del 1924 che, in mancanza del campionato mondiale, a quei tempi non ancora creato, era la massima competizione intercontinentale di football allora esistente; l’anno dopo, il Nacional di Montevideo fece una mitica tournée europea, della durata di circa sei mesi, “la historica gira de 1925”, affrontando, davanti ad un totale di oltre 800.000 spettatori in 38 partite, squadre nazionali e storici club europei (tra i quali possiamo citare Barcellona, Deportivo La Coruña, Sporting Lisbona, Porto, Basilea, Rapid Vienna e Genoa), e ottenendo il notevole score di 26 vittorie e sette pareggi; tre anni dopo, nel 1928, il titolo olimpico fu per l’ennesima volta prerogativa dei calciatori uruguagi; e poi, nel ‘30, quando finalmente vennero organizzati i primi mondiali di calcio, furono gli uruguayani, ancora una volta, ad imporre la loro supremazia, alzando al cielo la Coppa Rimet.
La vittoria, nel ’71, di Coppa Libertadores e Coppa Intercontinentale non deve quindi stupire, perché stiamo parlando di uno dei club più blasonati del Sudamerica. Anche se, per ciò che riguarda la Libertadores, in passato aveva perso tutte le precedenti finali, di cui l’ultima nel 1969.
Nel ’71, il Nacional aveva ovviamente un’ossatura uruguagia ma aveva anche tre stranieri di peso: il cileno Ignacio Prieto, l’argentino Luis Artime, più il portiere brasiliano Haílton Corrêa de Arruda, conosciuto ai più come Manga. A questi, andrebbe forse aggiunto un quarto argentino, Juan Carlos Mamelli che, nella terza finale del 9 giugno 1971, subentrò a Julio César Morales.
Nel primo girone, il Nacional di Montevideo eliminerà le due squadre boliviane di La Paz, The Strongest e il Chaco Petrolero. Ma, soprattutto, eliminerà i rivali cittadini del Peñarol, battendoli sia all’andata (2 a 1) che al ritorno (2 a 0).
Nelle semifinali gli uruguagi si imporranno sui peruviani dell’Universitario di Lima e sui brasiliani del Palmeiras (la squadra degli emigrati italiani).
L’altra finalista, quella degli argentini dell’Estudiantes, ebbe un percorso relativamente più facile perché, in quanto detentrice del titolo, partì solo dalle semifinali.
Infatti, l’Estudiantes si garantì l’accesso alla finale uscendo vittorioso dal girone di semifinale che comprendeva gli ecuadoriani del Barcelona Guayaquil e i cileni dell’Unión Española di Santiago.
Alla fine restarono dunque Nacional di Montevideo e Estudiantes di La Plata.
All’andata, in Argentina, fu l’Estudiantes a vincere, con gol di Romeo al 60′. Al ritorno, davanti ai 70.000 spettatori dello Stadio del Centenario di Montevideo, la vittoria andò al Nacional con l’identico risultato, grazie ad un gol di testa di Masnik.
Fu dunque necessaria una bella, giocata in campo neutro nello stadio di Lima. Alla fine, vinse due a zero il Nacional con gol di Esparrago e del bomber Luis Artime che, con dieci reti, fu anche capocannoniere del torneo (insieme a Raúl Castronovo del Peñarol).
Dulcis in fundo, per gli uruguagi quello fu anche l’anno della vittoria della Coppa Intercontinentale. La finale Intercontinentale fu giocata contro i vicecampioni europei del Panathinaikos. Questo a causa del rifiuto dell’Ajax, campione in carica del 1971, di prendere parte alla sfida.
Il rifiuto olandese si spiega molto probabilmente con i gravi problemi di incolumità fisica per i giocatori europei verificatasi nelle due precedenti finali di Coppa Intercontinentale, in particolare quella di due anni prima giocata dal Milan, ma anche quella dell’anno seguente, disputata dal Feyenoord. Sotto accusa era stata la condotta degli argentini dell’Estudiantes (definiti “spaccagambe” dall’allenatore del Feyenoord). Ma, accuse e timori si estendevano un po’ a tutti i club latino-americani nel loro insieme.
Va detto che, per quanto riguarda la finale di Coppa Intercontinentale del 1971, nel match di andata ad Atene, finito 1 a 1, l’arbitro espulse Julio Morales del Nacional per un intervento che causò la frattura della gamba del greco Yiannis Tomaras. Aspetto, quest’ultimo, che porta a pensare come, tutto sommato, i timori olandesi non fossero poi completamente campati in aria.
Nel ritorno a Montevideo, il Nacional di Montevideo vinse due a zero con doppietta del suo più prolifico realizzatore: Luis Artime. Dopo due anni di vittorie europee, il trofeo intercontinentale tornava dunque America Latina, seppure con tutte le ombre create dalla condotta dei club di quella parte di mondo.
IL TABELLINO DELLA TERZA E DECISIVA FINALE DI COPA LIBERTADORES.
9 giugno 1971. Estadio Nacional de Lima, Perù. Spettatori: 41.000.
Nacional-Estudiantes 2-0.
Marcatori: Víctor Espárrago, 22′ (Nacional); Luis Artime, 65′ (Nacional).
Arbitro: Rafael Hormazábal (Cile).
NACIONAL: Haílton Corrêa de Arruda (Manga), Atilio Ancheta, Juan Masnik, Luis Ubiña, Juan Carlos Blanco, Julio Montero Castillo, Víctor Espárrago, Ildo Maneiro (Juan Martín Mugica, 83′), Luis Cubilla, Luis Artime, Julio César Morales (Juan Carlos Mamelli, 64′).
Allenatore: Washington Etchamendi.
ESTUDIANTES: Óscar Pezzano, Óscar Malbernat, Ramón Aguirre Suárez, Néstor Togneri, Hugo Medina, Carlos Pachamé, Daniel Romeo, Juan Miguel Echecopar, Christian Rudzky, Pedro Verde, Juan Ramón Verón (Ruben Bedogni, 30′).
Allenatore: Miguel Ignomiriello