GLIEROIDELCALCIO.COM (Eleonora D’Alessandri) – Grassi, Perico, Legnaro, Colautti, Castoldi, Minigutti, Colombini, Vivani, Silva, Gola, Campanini, oltre a Masoni, Morello, Vezzoso, Carnevali e Quaresima.
Questa è la gloriosa formazione guidata da mister Mazzone in campo e dal presidente Rozzi che, il 9 giugno 1974, pareggiando 1-1 contro il Parma grazie ad un gol di Mario Morello, conquista per la prima volta nella sua storia la matematica certezza della promozione in Serie A, regalando immensi momenti di gioia alla città di Ascoli e al suo territorio.
Il primo tempo si chiude sullo 0-0, ad inizio ripresa Mazzone inserisce Morello al posto di Legnaro e proprio il centrocampista neo entrato dopo una decina di minuti sigla il gol che fa esplodere un’intera città. La festa può iniziare, ad un quarto d’ora dal termine pareggerà Volpi ma la sostanza non cambia: l’Ascoli è in serie A.
Il capoluogo piceno, dopo anni passati in ombra, torna a sentirsi importante e i suoi abitanti a sentirsi orgogliosi della propria squadra.
Un traguardo insperato, visto che quell’anno la squadra non partiva con i favori del pronostico, ma mister Mazzone e il presidente Rozzi riuscirono a creare un gruppo compatto composto da uomini veri. Tutti desideravano ardentemente portare l’Ascoli nella massima serie diventando la prima squadra delle Marche a salire nel calcio che conta, raggiungendo quell’obiettivo storico infatti, avrebbero dunque sfidato i grandi squadroni del nord, ospitato le più grandi tifoserie d’Italia e conosciuto fisicamente San Siro, l’Olimpico, il comunale di Torino e quello di Firenze.
Il 9 giugno 1974 è una data che rimarrà indelebile nella memoria di chi l’ha vissuta. Uno stadio Del Duca stracolmo di tifosi fece da cornice a quel pareggio che regalò la promozione. Festeggiarono in campo e negli spogliatoi, prima di una indimenticabile festa in città. Ascoli era tappezzata da vessilli bianconeri, i nomi dei giocatori ovunque e un fiume di persone in strada per celebrare l’impresa. C’era la mega padella in Piazza Arringo, la grande A sul ponte di Santa Chiara verniciato di bianconero, enormi bandiere, trombe e stendardi. I festeggiamenti durarono poi tutta l’estate, coinvolgendo tutti i cittadini in questo splendido successo sportivo.
Proprio in quelle giornate estive, un gruppo di ragazzi organizzò il primo gruppo ultrà ascolano, il “Settembre Bianconero”, il quale sarà la colonna portante del tifo per altri 30 anni e che rimarrà parte imprescindibile della storia del calcio ascolano.
Oltre alla squadra, Rozzi e Mazzone sono i veri artefici di questo successo. Il presidente capopopolo, dalle caratteristiche tipiche della gente picena, caparbio, orgoglioso e legatissimo alla propria terra. Il mister invece, ascolano d’adozione, con la sua sagacia tecnica e una tattica unica.
Quel 9 giugno l’Ascoli divenne la Regina delle Marche ed ancora oggi, pur con qualche acciacco dovuto alla vecchiaia, regna ancora indisturbata.